Si avvia la seconda tranche del progetto di accoglienza notturna straordinaria per persone in situazione di senza dimora ratificato con il protocollo di intesa tra Città di Torino, Arcidiocesi di Torino, Città della Salute e ASL unica Torino. La prima parte, inerente due sedi di accoglienza – Villa Pellizzari in corso Casale 396 e via Cappel Verde 6 – è già attiva dalla metà del mese di dicembre 2017 e ospita 45 persone in totale.
Venerdì 12 gennaio 2018 aprirà le porte l’accoglienza di via Arcivescovado 12C, ricavata in un’ala del palazzo arcivescovile, ovvero la casa del Vescovo. Ospiterà fino a trenta persone di sesso maschile segnalate dal competente servizio adulti in difficoltà della Città di Torino. Potranno trattenersi normalmente per un mese, con possibilità di estensione anche a tutto il periodo di emergenza per il freddo (ovvero fino a fine marzo o metà aprile). L’Arcidiocesi si avvale della collaborazione operativa della società cooperativa CTS. Sabato 13 gennaio, alle ore 20, l’Arcivescovo di Torino porterà il suo saluto ai primi ospiti e operatori, benedicendo l’attività.
Mercoledì 17 gennaio inizierà l’attività di accoglienza presso una manica dell’ex presidio sanitario Maria Adelaide in Lungo Dora Firenze 87. Lo spazio, messo a disposizione dalla Città della Salute e concesso in comodato all’Arcidiocesi di Torino, potrà ospitare fino a quaranta persone prevalentemente di sesso maschile, per un periodo massimo di un mese consecutivo. Gli ospiti saranno veicolati dai servizi della Città di Torino ma potranno anche accedere spontaneamente, fino ad esaurimento posti. L’Arcidiocesi per questa sede si avvale della collaborazione operativa della Cooperativa Progest. Domenica 21 gennaio, alle ore 20, il direttore generale della Città della Salute e l’Arcivescovo di Torino porteranno il loro saluto ai primi ospiti in un momento di inaugurazione delle attività emergenziali, che termineranno entro la metà di aprile.
Così in totale saranno a disposizione oltre 100 posti di accoglienza notturna temporanea in aggiunta a quanto già attivo, frutto della fattiva collaborazione tra Istituzioni e organizzazioni della società civile. Il coordinamento generale della progettualità è in capo alla Caritas diocesana; la progettazione è seguita da una cabina di regia in cui siedono tutti gli attori del Protocollo di Intesa e dall’Area del Sociale della Curia metropolitana.