Emergenza caldo, Torino si mobilita: il piano di Comune, Asl, associazioni e volontari

Come ogni anno sono le persone anziane e malate che vivono sole prive, in particolare nei mesi estivi, di una rete familiare che possa sostenerle, a soffrire i maggiori disagi legati al caldo in città, soprattutto quando si registrano temperature e percentuali di umidità elevate. Il Comune di Torino ha messo a punto il «Piano emergenza caldo», in vigore dal 1° luglio al 30 settembre, gestito in rete con la Asl cittadina, i medici di famiglia, le circoscrizioni e le diverse associazioni che sul territorio tutto l’anno si occupano del sostegno agli anziani e alle fasce più fragili della popolazione. La Città, attraverso l’assessorato ai Servizi sociali, ha stanziato 220 mila euro, 20 mila in più rispetto allo scorso anno, di cui una parte viene devoluta agli enti di volontariato che hanno aderito al Piano, regolato da un protocollo d’intesa.

 

La centrale operativa – Il centro nevralgico dell’emergenza caldo è il «Servizio Aiuto anziani» del Comune che attraverso un call center, tel. 011.8123131, attivo tutti i giorni 24 ore su 24 (la notte e nei giorni festivi risponde il centralino della Polizia municipale), è a disposizione per ascoltare, fornire informazioni, accogliere richieste di aiuto che vengono immediatamente smistate alle «squadre» dei diversi quartieri torinesi costituite da associazioni di volontariato e cooperative di operatori sociosanitari che garantiscono assistenza a domicilio, attività di accompagnamento per visite e terapie mediche, acquisti in negozi e supermercati, il ritiro della pensione, oltre alla compagnia contro la solitudine.

 

Asl e medici di base – La Città di Torino, in collaborazione con l’Asl e i medici di famiglia, ha inoltre previsto, proprio su segnalazione degli stessi medici di base, l’attivazione di una serie di interventi domiciliari rivolti agli anziani autosufficienti, sia ricorrendo ad operatori professionali sia ad associazioni di volontariato. Per le persone con gravi problemi di salute, invece, si aggiungono prestazioni di tipo sanitario o di aiuto domiciliare attivate direttamente dall’Asl.

 

Le Circoscrizioni – Gli otto enti territoriali cittadini offrono, inoltre, l’opportunità di trascorrere le ore della canicola in alcune strutture climatizzate (gli indirizzi sono consultabili sui siti internet delle rispettive Circoscrizioni).

 

Il Sea – Tra le associazioni capofila del «Piano caldo» c’è il Sea (Servizio emergenza anziani) che, in sinergia con altre associazioni tra cui Orizzonti di Vita Piemonte, TeleSenior, Sogit, Telehelp, è in rete con la centrale operativa dell’emergenza caldo. «Tutto l’anno siamo impegnati a supporto dei tanti anziani torinesi che vivono soli in città (oltre il 45%)», sottolinea la presidente e fondatrice del Sea Maria Paola Tripoli, «quella degli anziani è una vera e propria emergenza che rimane ancora nascosta agli occhi della società e delle istituzioni». «Ed ecco che d’estate l’allarme aumenta in maniera esponenziale», sottolinea la Tripoli, «in quanto viene meno non solo la rete familiare ma anche quella di prossimità e vicinato, oltre ai servizi che diminuiscono».

Il Sea dispone di un presidio fisso attivo con un call center, tel. 011.4366013, negli orari di apertura del centro di via Cassini 14, lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18 e martedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 12. Inoltre è a disposizione un numero verde, tel. 800812068, attivo 24 ore su 24, anche nei festivi, compreso il giorno di Ferragosto.

Nel progetto, oltre al potenziamento dei servizi di accompagnamento agli ospedali e ai luoghi di cura, sono previsti momenti aggregativi di contrasto alla solitudine attraverso gite e pomeriggi ricreativi, in programma a luglio e agosto, ai laghi di Avigliana, a Villa Lascaris a Pianezza, a Villa San Pietro a Susa, alla Cascina Bert di Torino e al Sermig.

«Al di là del Piano caldo», conclude la Tripoli, «rimangono aperte le ferite inflitte dal Comune attraverso i tagli sui permessi Ztl per i servizi di accompagnamento (il Sea ne garantisce oltre 2000 all’anno) gestiti dalle organizzazioni di volontariato, ridotti drasticamente: penalizzano il servizio che i volontari portano avanti quotidianamente. Da non dimenticare, poi, la sforbiciata che l’amministrazione comunale ha operato lo scorso febbraio alle Circoscrizioni, che erogano contributi alle associazioni impegnate nel sociale in base alla presentazione di appositi progetti annuali».

 

(testo a cura di Stefano DI LULLO, da «La Voce E il Tempo» del 1° luglio 2018)

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