«Vieni! Seguimi!»: è stato il tema della nuova Lettera pastorale dell’Arcivescovo, Mons. Cesare Nosiglia, a caratterizzare l’avvio (start up) della Pastorale giovanile diocesana, previsto per la sera di sabato 6 ottobre 2018.
La start up è il tradizionale appuntamento rivolto ai responsabili e coordinatori degli Oratori, dei gruppi e delle diverse realtà di Pastorale giovanile della nostra Diocesi, all’inizio dell’anno pastorale, con la presentazione dei cammini e dei percorsi diocesani dedicati ai giovani. L’edizione 2018 si è svolta presso Le Music Hall in corso Palestro 14, a Torino, nella suggestiva cornice del nuovo teatro delle varietà aperto nel centro storico, un’impresa sociale e culturale nata nell’ambito della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo.
Anche il 6 ottobre 2018 – come ogni anno – sono state tre le dimensioni che hanno animato la serata, dedicata alla partenza delle attività giovanili.
La prima ha riguardato la presenza di associazioni, congregazioni, movimenti e gruppi, che condivideranno le proprie proposte formative e pastorali per il nuovo anno, presso gli stand allestiti negli spazi contigui al teatro.
Dalle ore 21 saranno poi presentati i diversi progetti e percorsi diocesani per ragazzi, adolescenti e giovani, alla luce della Lettera pastorale «Maestro dove abiti?» dello scorso anno, dedicata alle varie dimensioni della Pastorale Giovanile e della Lettera appena pubblicata «Vieni! Seguimi!», che mette a fuoco la tensione vocazionale di tutto l’azione educativa della Chiesa.
Scrive infatti il nostro Arcivescovo: «Lo scopo del discernimento vocazionale è di aiutarci a vivere “dentro”, dando spazio all’ascolto, al silenzio e alla preghiera e, nello stesso tempo, a vivere intensamente gli ambiti di vita in cui ci troviamo ogni giorno, come esperienze concrete che permettono l’incontro con Cristo, scoprendo così quali sono le sue chiamate a possedere la pienezza della gioia, fonte prima del desiderio del cuore che solo nella sua sequela trova pace. Il discernimento non si accontenta delle tappe intermedie, ma spinge ad andare sempre più in alto, perché solo così le grandi vocazioni della vita emergeranno, non semplicemente come doverose, ma come possibili e auspicabili per essere felici. Perché non dobbiamo mai dimenticare che la chiamata del Signore a svolgere un servizio o un compito, nella Chiesa o nel mondo, non è in vista della realizzazione di noi stessi, ma della sua volontà» («Vieni! Seguimi!», pag. 36). Saranno perciò approfonditi i cammini proposti sull’educazione degli affetti, sull’intreccio studio/lavoro, sul servizio nella sue diverse sfaccettature, (educativa, politica e caritativa), sui linguaggi dell’arte, del divertimento, sulla custodia del creato.
Verso le ore 22 l’Arcivescovo ha consegnato il suo messaggio con le linee fondamentali del nuovo anno pastorale e ha concluso la serata presiedendo la preghiera finale.