Il MAO Museo d’Arte Orientale, in via San Domenico 11 a Torino, ospita un nuovo ciclo di incontri curati da Sherif El Sebaie dedicati alle meraviglie delle corti islamiche, dal caffè, prodigiosa bevanda dagli effetti discussi – tanto da essere vietata per un certo periodo dai religiosi – alla giada, proveniente dalla lontana Cina ed esclusivamente destinata alla realizzazione di preziosi recipienti da cui i Sultani sorseggiavano il vino, dai riflessi dalle incredibili pietre incastonate dei gioielli dei sovrani Moghul a quelli delle piastrelle che rivestono le principali moschee e palazzi del mondo islamico e che tanto hanno ispirato l’arte decorativa occidentale, passando per gli automi medievali, che destarono enorme stupore alla corte di Carlo Magno, fino alle spettacolari feste dei Sultani ottomani, che abbagliarono stuoli di ambasciatori occidentali.
Sherif El Sebaie è Fellow del Simposio Internazionale di Arte Islamica Hamad Bin Khalifa dell’Università della Virginia e consulente in fase di allestimento museale della Galleria dei Paesi Islamici dell’Asia del MAO Museo d’Arte Orientale.
Il primo incontro “Kahve. Un caffè col Sultano” si tiene mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 18.
Dalla sua scoperta sugli altipiani etiopi, il caffè è approdato nello Yemen, per poi toccare le coste del Mar Rosso, La Mecca e Medina e arrivare al Cairo e ad Istanbul, da cui ha infine raggiunto l’Europa. Dai palazzi del potere alle case da gioco, passando per i caffè letterari, Sherif El Sebaie accompagnerà il pubblico in un percorso che illustrerà come la passione per “il vino d’Arabia” abbia attraversato paesi, culture, tradizioni e ceti sociali, adattandosi a divieti e pratiche religiose, rituali e cerimonie di corte, con particolare attenzione al consumo del caffè alla corte dei Sultani di Istanbul ma anche nelle strade e nei locali dei paesi musulmani contemporanei.
Calendario degli appuntamenti successivi:
Mercoledì 22 gennaio 2020 ore 18: «Splendori dell’India Mughal: gioielli delle corti indiane».
Fin dall’antichità l’India è stata patria di una tradizione orafa di estrema raffinatezza e terra ricca di pietre preziose: gli impareggiabili diamanti di Golconda, gli spettacolari zaffiri del Kashmir, gli spinelli del Badakhshan, i rubini dello Sri Lanka e le perle del Golfo Persico. Così quando i Moghul assursero al potere, nel XVI secolo, i loro maestri gioiellieri elevarono l’oreficeria a vera e propria forma d’arte e parte integrante dell’abbigliamento e dello stile di vita quotidiano. Sherif El Sebaie condurrà i partecipanti in un viaggio lungo cinque secoli di pura bellezza e indiscussa maestria artigiana: dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano ai grandi Maharaja e le loro committenze presso le celebri maison europee.
Mercoledì 19 febbraio ore 18: «Verde immortale: la giada dagli Imperatori Euroasiatici a Cartier».
La giada ha sempre goduto di ampia venerazione nel contesto delle culture euroasiatiche. Largamente usata in Cina ma anche in Turchia, Persia e India, per secoli il suo valore ha ampiamente superato quello dell’oro e dell’argento, tanto da essere esclusivamente destinata agli intagliatori che lavoravano per le corti più potenti del mondo asiatico. Sherif El Sebaie illustrerà un’incredibile e suggestiva varietà di oggetti di giada prodotti nell’Iran islamico, nell’India Mughal e nella Turchia Ottomana come prova visiva e tangibile del fertile scambio culturale e artistico tra l’Asia orientale e il mondo islamico.
Mercoledì 11 marzo ore 18: «Alla luce del sole. Le piastrelle nell’arte islamica»
Una delle forme decorative più spettacolari dell’arte islamica è quella delle decorazioni parietali in piastrelle di ceramica. Per più di mille anni, gli artigiani musulmani hanno mostrato un’abilità e un ingegno che hanno del miracoloso, rivelando una straordinaria padronanza di forma, funzione e design. Dal Marocco all’India, il loro lavoro adorna moschee e minareti, palazzi e mausolei, ed ha ispirato artisti e designer europei. Sherif El Sebaie ci porterà alla scoperta di questo manufatto decorativo, insieme semplice e sontuoso, mettendone in piena luce la ricchezza, la varietà di motivi e disegni sempre in relazione con le strutture architettoniche.
Mercoledì 22 aprile ore 18: «Macchine meravigliose del Medioevo islamico».
Nel Corano, l’acqua viene indicata quale “segno” su cui è chiamata a riflettere gente “dotata d’intelletto”. Ma quando gli uomini cominciarono a comprendere le leggi che reggono il mondo, lo stupore non fu più religioso o magico, ma soltanto giocoso. L’acqua divenne il mezzo per mettere in movimento ciò che per sua natura è inanimato ed immobile: gli automi. Molti automi avevano precise finalità pratiche ma altri erano semplicemente destinati a suscitare meraviglia e stupore nelle corti musulmane e in quelle occidentali dove gli automi giungevano come doni. Sherif El Sebaie racconterà, illustrandoli nel dettaglio, la storia, i meccanismi e le funzionalità di queste “macchine meravigliose”.
Mercoledì 20 maggio ore 18: «40 giorni e 40 notti. Le feste dei sultani ottomani».
Ai sultani ottomani piacevano le feste ed ogni occasione era buona per darne una: la circoncisione dei principi, la conquista di una città nei Balcani, la rottura del digiuno del Ramadan, la partenza della carovana per il pellegrinaggio, l’investitura di un nuovo sovrano. Fuochi d’artificio ed automi, danze e spettacoli teatrali, giocolieri ed acrobati, artigiani e uomini d’armi, tutti davano un loro contributo nell’omaggiare, con grandiosi spettacoli, il potere della Sublime Porta. Sherif El Sebaie ci porterà alla scoperta delle sfarzose atmosfere delle feste dell’Impero Ottomano, illustrate attraverso gli incredibili dettagli contenuti nelle miniature dei manoscritti dell’epoca.
Ritrovo e inizio ore 18. COSTO 5 € ad appuntamento.
Non è necessaria la prenotazione. Ingresso fino ad esaurimento posti disponibili.
INFO t. 011.4436932 – www.maotorino.it