La pandemia rende ancora più necessaria la «Colletta pro Terra Santa», che si fa il Venerdì Santo o in un altro giorno della Settimana Santa. «È l’occasione per contemplare da vicino il mistero di Gesù morto e risorto ma anche un modo per farsi idealmente pellegrini a Gerusalemme». Lo scrive il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ai Vescovi di tutto il mondo. Il suo messaggio si fonda sul concetto di fraternità di Francesco d’Assisi, «chiave di rilettura di tutti i rapporti religiosi, economici, ecologici, politici, comunicativi. Il fondamento del nostro essere tutti fratelli e sorelle è sul Calvario».
Le difficoltà della Terra Santa aggravate dal coronavirus – Il prefetto rammenta le particolari difficoltà che affrontano la città santa di Gerusalemme e la piccola comunità cristiana «che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo, che si sentono ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi». I cristiani hanno patito la perdita del lavoro dovuta all’assenza di pellegrini, che si è sommata in alcuni Paesi alla guerra e alle sanzioni. «È venuto meno parte dell’aiuto economico che la colletta garantiva».
Fare come il buon samaritano, non girare lo sguardo – Sandri cita Papa Francesco e l’enciclica «Fratelli tutti» che ha offerto «la fi gura del buon samaritano come modello di carità attiva, di amore intraprendente e solidale e ha stimolato a superare l’indifferenza di chi vede il fratello o la sorella in difficoltà e passa oltre». La colletta è «un’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e le difficoltà dei nostri fratelli e sorelle che vivono nei Luoghi Santi». Un gesto di solidarietà che San Francesco avrebbe chiamato «di restituzione». Solo così le comunità possono «resistere alla tentazione di lasciare il Paese, le parrocchie proseguire la missione pastorale e l’opera educativa attraverso le scuole e l’impegno sociale in favore dei poveri e dei sofferenti».
La cura dei Luoghi Santi spetta a ognuno – Al cardinale Sandri sta a cuore la tutela dei Luoghi Santi: «Non possiamo rinunciare a prendercene cura: sono la testimonianza concreta dell’incarnazione del Figlio di Dio e dell’offerta della sua vita per la nostra salvezza». La colletta è nata dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra i cristiani e i Luoghi santi. Paolo VI offre la spinta decisiva con l’esortazione apostolica «Nobis in animo» (25 marzo 1974). La Custodia francescana, alla quale sono affidati i Luoghi Santi, «attraverso la colletta porta avanti la sua missione: conservazione dei Luoghi Santi, sostegno e sviluppo della minoranza cristiana, liturgia e opere apostoliche, assistenza ai pellegrini. Nel 2020, causa il coronavirus, la colletta fu spostata al 13 settembre. Con il fondo di emergenza istituito dalla Congregazione e la collaborazione della Riunione opere aiuto Chiese orientali (Roaco) sono stati fi nanziati 303 progetti in 24 Paesi.
Nel 2020 sono stati raccolti 9.775.603,58 dollari – È la cifra destinata ai cristiani del Medio Oriente. I territori che beneficiano sotto diverse forme sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma – spiega la Congregazione – «la Custodia di Terra Santa riceve il 65 per cento della raccolta; il restante 35 per cento è utilizzato per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle circoscrizioni ecclesiastiche.
La cifra destinata alla formazione è 2.341.242,00 dollari e 300 studenti beneficiano di una borsa di studio, ospiti in 7 collegi. Per l’attività scolastica sono utilizzati 2.998.000 dollari: 900 mila destinati alle scuole del Patriarcato latino e 1 milione e 200 mila alla «Bethlehem University» dove studiano 3.300 giovani, musulmani e cristiani. Quasi 2 milioni e mezzo vanno a sussidi ordinari e straordinari per garantire cibo, cure mediche, istruzione e a sostenere orfani, feriti e vedove. L’emergenza Covid-19 si è mangiata oltre mezzo milione di dollari.
Dal «Rapporto della Custodia di Terra Santa» si conoscono progetti e opere finanziati nel 2019-2020: opere per i pellegrini, per la comunità locale e progetti in Giordania, Libano, Siria e Rodi. Tra le numerose opere a favore della comunità locale rientrano la «Casa del fanciullo» a Betlemme, il finanziamento di 490 borse di studio all’università, aiuti per la messa in sicurezza di piccole attività artigiane, ristrutturazione di case di famiglie più bisognose. Intensificati gli aiuti in Siria, Giordania e Libano. Dopo l’esplosione del 4 agosto 2020 a Beirut 731 famiglie sono state aiutate con pacchi alimentari e materiale igienico; 14 case distrutte sono state ristrutturate; 20 famiglie aiutate a pagare l’affitto.
(Pier Giuseppe ACCORNERO da «La Voce E il Tempo» del 28 marzo 2021)