Torino Spiritualità anticipa dal 17 al 20 giugno 2021 con la consueta raffica di incontri, riflessioni, performance e camminate nel segno della ricerca spirituale. Lasciare che i desideri si affaccino alla luce è la sintesi di un titolo enigmatico e importante nella sua dimensione di coinvolgimento emotivo e profondamente umano: «Desideranti. Slanci, brame, mancanze».
Spazi di riflessione e di confronto tra coscienze, culture e religioni per riflettere sul nostro essere abitati dal desiderio: costantemente spinti oltre noi stessi da una forza che scardina ogni equilibrio, ma capace di alimentare la nostra vita come null’altro potrebbe. «Desideranti» siamo tutti noi, del resto, specialmente in questo periodo di contingenze avverse e orizzonti ristretti; siamo tutti noi, capaci di sogni e nostalgie, animati dall’istinto ad arrivare là dove ancora non siamo, non abbiamo.
Torino Spiritualità arriva in anticipo al suo mese dedicato, settembre, come è accaduto nelle prime sedici edizioni, per rispondere all’urgenza di ritrovarsi di nuovo insieme, di condividere esperienze e pensieri intorno al presente e a noi stessi, con tutte le cautele necessarie. Verrà allestito, come nel 2020, il padiglione del festival in Piazza Carlo Alberto, nel cuore della città; tornerà a vivere il Circolo dei lettori, che ospiterà incontri e laboratori esperienziali della Scuola di Otium; e ancora il festival sarà al Teatro Carignano, alla Scuola Holden, al Tempio Valdese, alla Chiesa Battista, all’Eremo del Silenzio, alla Real Chiesa di San Lorenzo.
Ma la rassegna si svolgerà anche online, dal 13 al 20 giugno, per cominciare già a parlare del tema, meditando e ascoltando le parole di grandi voci, sia italiane che internazionali. Desiderare vuol dire, sì, guardare alle stelle, alzare gli occhi al cielo col pensiero che tutto ciò che abbiamo e siamo venga di lassù. «Desiderare vuol dire, prima ancora, chiedere al mondo. È il nostro istinto primario, quello che definisce l’umanità stessa: esistiamo per esprimere quello che non siamo, che non abbiamo. Siamo desideranti per definizione, e lo siamo più che mai in questo tempo che viene dopo tante mancanze, tanta assenza. Siamo desideranti da che mondo è mondo: questo racconta la storia dell’umanità, dal principio sino ad oggi – e domani», Elena Loewenthal, direttore Fondazione Circolo dei lettori. «Il desiderio inizia dove finiscono le mie dita: ciò che non posso afferrare è ciò che desidero, e questo slancio verso l’oggetto dei desideri allarga il mio mondo, lo arricchisce di tutti i ‘possibili’.
Ma come raffigurare visivamente questa nostra natura desiderante? Abbiamo pensato a una grande nuvola di zucchero filato: alla dolcezza rosea e soffice che da bambini ha acceso i nostri desideri e poi, talmente eterea e impalpabile, ci ha svelato che un po’ di insoddisfazione è anch’essa parte del gioco!», Armando Buonaiuto, curatore Torino Spiritualità.
Tanti ospiti e prestigiosi: il Premio Nobel Kazuo Ishiguro, collegato in diretta dall’Inghilterra; Mariangela Gualtieri, poeta; lo psicanalista Massimo Recalcati; la scrittrice Marilynne Robinson con Alessandro Zaccuri. Molto rappresentata la realtà cattolica e cristiana con la religiosa ed economista Alessandra Smerilli. la giornalista e scrittrice Maria Pia Bonanate, don Alberto Ravagnani, Enzo Bianchi, Vito Mancuso, Fabio Rossini, James Martin.
Tanti rappresentanti delle chiese valdese e della riforma, rappresentanti del mondo islamico, ebraico, induista e buddista. Insomma un itinerario dentro la dimensione plurale della religiosità contemporanea con i suoi aspetti positivi e le ambiguità che spesso muovono Stati, movimenti e scuole di pensiero alla manipolazione e alla strumentalizzazione politica ed ideologica delle fedi. Ma il desiderio resta un grande orizzonte, un fondamento dell’esistenza, oltre lo smarrimento, la paura e la fragilità, desiderare l’amore per l’altro, la realizzazione di se stessi, la possibilità di ripartire e interrogarsi sulla finitudine son aspetti costitutivi della vita di ogni persona. E ancora una volta Torino Spiritualità proverà a dipanare con la forza del dialogo, del respiro e della riflessione comune capace di valorizzare le differenze.
Luca ROLANDI da «La Voce E il Tempo» del 6 giugno 2021