Quattro appuntamenti in gennaio e uno il 7 febbraio 2022 concluderanno un primo «blocco» formativo, intanto si sta programmando il secondo. Così le comunità di Cumiana, affidate al parroco don Carlo Pizzocaro, stanno vivendo il cammino sinodale.
Filo conduttore l’idea che sia anzitutto importante la formazione, il formarsi insieme e non per settori distinti e che il Sinodo non sia «un evento per oggi ma uno stile per domani». Uno stile sinodale dunque che il Consiglio pastorale parrocchiale con don Pizzocaro ha intrepretato proponendo momenti di formazione, che normalmente sono rivolti agli addetti ai lavori di quello specifico ambito pastorale, a tutti: «cerchiamo non di organizzare assemblee sinodali, ma di vivere in modo sinodale le diverse proposte». Stile che prevede ascolto di un contributo formativo e confronto che dunque non è più solo ristretto ad un singolo gruppo, ma può coinvolgere tutti. «Non è», prosegue, «fare un simposio di esperti o opinionisti, ma realizzare la condivisione tra chi vive la vita parrocchiale: oggetto del Sinodo non è l’idea di Chiesa, ma la vita della Chiesa, nella forma in cui abbiamo scelto di abbracciarla».
Così le proposte formative hanno spaziato dal tema della fecondità a partire dalle parole di Francesco su paternità e maternità, poi una lettura teologica e musicale del mottetto inserito nella liturgia del 30 gennaio e del Giovedì Santo, poi le «tentazioni della carità» per riflettere sullo stile del servizio ai poveri, quindi ancora un appuntamento sul rapporto tra liturgia e carità alla luce di San Giovanni Crisostomo e infine, per l’appuntamento del 7 febbraio, a tema sarà il sacramento della riconciliazione con «La provocazione del perdono».
«In questi tre anni», aggiunge, «ci è chiesto di potenziare la dimensione assembleare delle singole commissioni pastorali (carità, catechesi, famiglie, liturgia, oratorio), che devono progressivamente aprirsi dall’essere riunioni di settore a rappresentare occasioni di confronto, nell’ascolto di tutti, promuovendo una reale formazione alla corresponsabilità. Fornire per tempo il materiale preparatorio e coordinare piccoli gruppi di lavoro per facilitare il contributo di ciascuno deve essere prassi e obiettivo del nostro adoperarci per l’evangelizzazione. Alcune esperienze assembleari già ci appartengono: l’assemblea caritativa e la cabina di regia della pastorale giovanile. Catechesi e liturgia non hanno momenti assembleari, ma va allargandosi la dimensione di coinvolgimento responsabile, attraverso la condivisione di elementi di crescita di consapevolezza e competenza».
Federica BELLO da «La Voce E il Tempo» del 30 gennaio 2022