Il Sinodo coinvolge parrocchie e grandi associazioni, come anche gruppi più piccoli o singoli. Un confronto e un contributo che quanto più è capillare e diffuso anche tra i non addetti ai lavori, più restituirà un’immagine di Chiesa nelle sue mille sfaccettature e tanto più offrirà l’occasione di sperimentate un ascolto, un dialogo, uno stile sinodale che porterà frutti per il futuro. Con questo spirito anche l’area di attività «Cerchiamo insieme» della associazione «Compagnia dei Meglio Insieme» in cui sono attivi dall’autunno 2014, «Gruppi di Lettura ed Esegesi delle Sacre Scritture» condotti dal biblista Carlo Miglietta hanno affrontato il confronto sinodale ed elaborato la sintesi del proprio lavoro.
Lavoro che, essendo i Gruppi, aperti anche a credenti di altre fedi e religioni e a non credenti, ha fatto si che il confronto sinodale coinvolgesse «credenti direttamente partecipi alla vita comunitaria, credenti praticanti ma non attivi, tiepidi, perplessi, in ricerca e ‘sulla soglia’». In particolare hanno partecipato al confronto sinodale i due gruppi al momento attivi: «L’Apocalisse, il libro della speranza» e «Essere Chiesa secondo la Bibbia». La domanda scelta alle cui risposte mettersi in ascolto è stata «Che cosa lo Spirito ti ispira da dire alla Chiesa oggi?».
Il lavoro ha previsto una consultazione via mail nel periodo 17 gennaio-11 marzo 2022, un incontro a metà febbraio in presenza di presentazione dei primi contributi giunti e di ascolto di altri contributi non scritti. Tutti i singoli interventi orali e scritti sono dunque confluiti in una sintesi poi consegnata alla diocesi. Cinque – per macro aree – i punti toccati: la necessità di un «rinnovamento della pastorale, della catechesi, della liturgia, dei riti, sia come ruolo e partecipazione dei laici, che nei termini di un ravvivamento e attualizzazione del linguaggio e della comunicazione alla cultura e sensibilità del mondo di oggi».
Quindi: la «centralità della Parola da mettere a disposizione di tutti incoraggiandone la lettura comunitaria», la «declericalizzazione della Chiesa», «con la distinzione tra un sacerdozio diffuso proprio di tutti i battezzati e le funzioni ministeriali dei presbiteri». E ancora «lo stile di vita cristiano e della Chiesa come ‘popolo di Dio’ che deve sempre più essere improntato alla povertà intesa come sobrietà e essenzialità. Chiesa povera e non solo per i poveri» e «il rapporto tra fede-vita carità-essere nel mondo, con il richiamo a riprendere encicliche e dottrina del Vaticano II».
Federica BELLO da «La Voce E il Tempo» del 27 marzo 2022