Il 30 aprile 2021 Papa Francesco ha detto all’Azione Cattolica: «Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della terra. In effetti, quello sinodale – ha puntualizzato Francesco – non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare». «In questo senso la vostra associazione costituisce una ‘palestra’ di sinodalità, e questa vostra attitudine è stata e potrà continuare ad essere un’importante risorsa per la Chiesa italiana, che si sta interrogando su come maturare questo stile in tutti i suoi livelli. Dialogo, discussione, ricerche, ma con lo Spirito Santo».
«Sentendo forte questo impegno ad essere nella vita ordinaria dell’associazione palestra di sinodalità», sottolinea Matteo Massaia, presidente diocesano, «l’Ac torinese ha risposto in modo convito all’invito proveniente dall’Arcivescovo Nosiglia e dalla Commissione diocesana del Sinodo in questa fase narrativa. Lo ha fatto, come è per la sua natura su due fronti. All’interno del percorso delle Aggregazioni laicali e come Consiglio diocesano di Azione Cattolica da una parte e dall’altra all’interno delle associazioni parrocchiali dove l’Ac cerca di essere sale e lievito della comunità parrocchiale tutta».
«In questi incontri diocesani», prosegue, «è emerso in particolare come occorra lavorare per realizzare una Chiesa che valorizzi l’accompagnamento e il sostegno reciproco, che permetta ai credenti di mettere insieme la fede con la vita. C’è la necessità di una ‘struttura’ che permetta alle persone di parlare, partecipare e ascoltarsi e questa può essere anche l’associazione».
L’altro modo attraverso cui l’Ac ha contribuito al cammino sinodale è stato attraverso le sue 30 Associazioni territoriali di base (Atb). In qualche caso sono state proprio le associazioni a proporre il cammino sinodale a tutta la comunità, in altri le associazioni si sono incontrate per dare un loro contributo, in altri ancora gli aderenti dell’associazione hanno partecipato in modo molto ampio alle équipe sinodali.
A Carignano l’Azione Cattolica ha promosso due incontri sinodali aperti a tutta la comunità e tra questi due appuntamenti è stato chiesto a ciascun partecipante di incontrare almeno una persona non praticante e di confrontarsi con lei per poi riportare all’incontro successivo quanto è emerso. Tra le riflessioni condivise, il fatto che la Chiesa dovrebbe lasciarsi interrogare maggiormente dal mondo, calandosi nelle realtà del quotidiano. Diversi poi i richiami a recuperare il significato dell’essere laici nel mondo sottolineando come il lavoro, le serate con gli amici, lo sport, la scuola dei figli possano diventare occasioni di dialogo e di ascolto e di annuncio.
A La Loggia, l’associazione ha collaborato con il Consiglio Pastorale e la comunità tutta partecipando a tre incontri, di cui uno con le altre associazioni del territorio, gli insegnanti, gli amministratori locali.
A Pino Torinese il gruppo adulti di Azione Cattolica si è incontrato per un momento bello e positivo di condivisione e racconto delle proprie storie di fede: «un’opportunità», prosegue Massaia, «che ha aiutato i partecipanti a sentirsi parte di una comunità che dura nel tempo e abbraccia molti luoghi. È inoltre emerso come la capacità di ascolto vada coltivata e richieda di essere formati al rispetto dell’altro e delle diverse sensibilità senza giudicare».
A San Carlo Canavese l’associazione parrocchiale ha proposto l’incontro sinodale in cui tra le altre cose è emerso come sia necessario che «ciascun battezzato senta la responsabilità di formarsi ed avere a cuore tutta la comunità dovendo donare speranza, e fare crescere la carità nella parrocchia».
Nelle parrocchie del Vianney, della Crocetta e di Santa Rita a Torino i soci e i responsabili di Ac sono stati coinvolti nel processo sinodale della comunità ed hanno portato il loro contributo soprattutto richiamando alla necessità di allargare lo sguardo al quartiere, e di impegnarsi come Chiesa in uscita, a partire da una solida formazione.
Gli aderenti della parrocchia di Madonna delle Rose hanno partecipato nelle commissioni di lavoro, ed è emerso come la Chiesa per uscire da una condizione di «secolarizzazione» debba avere il coraggio di essere sempre autentica.
Anche il gruppo adulti di Piossasco ha dato il suo contributo al percorso sinodale ricordando come per un’autentica missione deve essere supportata dalla formazione e tra le priorità vi è quella all’impegno sociale e politico.
«Molti altri contributi», conclude Massaia, «sono arrivati dalle diverse associazioni, in generale l’Ac ha a cuore che il percorso sinodale possa essere un’occasione di ascolto fraterno, di corresponsabilità, vissuta nella comunione profonda e avendo a cuore la necessità della missione».
Federica Bello da «La Voce E il Tempo» del 10 aprile 2022