Inaugurato a Chieri il «Cottolengo Hospice», una casa per la vita

Venerdì 2 settembre 2022 alla presenza dell’Arcivescovo di Torino e del Padre Generale della Piccola Casa

«L’Hospice, inaugurato oggi a Chieri, è una casa confortevole e bella per persone che hanno bisogno di cure palliative: è il segno di una comunità che vede il bisogno di salvezza. So che sta nascendo una rete di volontari che sarà a servizio di questa casa: è il segno di una società più buona e più giusta che vede il bisogno di salvezza, che potrebbe invece essere occultato, e comincia a prendersi cura dei propri fratelli. Il mio auspicio è che, vedendo questa realtà, si sia ricondotti a vedere Cristo, l’Unico che salva».

Così l’Arcivescovo di Torino S.E.R. Mons. Roberto Repole ha definito il «Cottolengo Hospice», inaugurato a Chieri (TO) in via Cesare Balbo 16 venerdì 2 settembre 2022, memoria dell’Ispirazione Carismatica ricevuta da San Giuseppe Benedetto Cottolengo a fondare la Piccola Casa della Divina Provvidenza.

L’opera dispone di 21 posti letto, in camere singole, per pazienti bisognosi di cure palliative e della terapia del dolore, soprattutto nella fase terminale della vita terrena. L’Hospice del Cottolengo sarà una struttura privata accreditata e convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, pertanto l’assistenza sarà completa e gratuita. I servizi assistenziali a disposizione nel Cottolengo Hospice saranno sia di tipo residenziale, con la possibilità di ricovero nella struttura, sia di tipo ambulatoriale per interventi in Day Care.

Il taglio del nastro è stato preceduto dalla Celebrazione Eucaristica nel Duomo di Chieri presieduta dall’Arcivescovo Repole a cui hanno concelebrato l’Arcivescovo emerito di Torino Mons. Cesare Nosiglia, il Padre Generale della Piccola Casa Padre Carmine Arice, il parroco del Duomo di Chieri don Marco Di Matteo e diversi sacerdoti diocesani e cottolenghini.

Qui di seguito il videoplayer della Messa:

In prima fila il Superiore Generale dei Fratelli cottolenghini, Fratel Giuseppe Visconti e, in rappresentanza della Madre Generale delle suore di S.G.B. Cottolengo, suor Giovanni Albini, Superiora provinciale.

Numerose le autorità civili e militari presenti fra cui il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il sindaco della Città Metropolitana di Torino Stefano Lo Russo, il prefetto di Torino Raffaele Ruberto, il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero, il direttore dell’ASL TO 5 Angelo Michele Pescarmona, che ha portato i saluti dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Icardi. Presente anche la parlamentare Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute.

Dopo la Messa si è tenuta una Tavola rotonda di presentazione della nuova opera, moderata dall’Avv. Gian Paolo Zanetta, Direttore Generale del Cottolengo Hospice. Qui di seguito il videoplayer

«Nel dibattito sull’eutanasia», ha sottolineato Padre Arice, «la Piccola Casa ha deciso di percorrere un’altra strada: più che preoccuparci come eventualmente aiutare la gente a morire, intendiamo occuparci soprattutto di aiutare le persone a vivere dignitosamente ogni giorno della propria vita, anche quando si manifesta più fragile come nella fase terminale, memori del fatto che il Santo Cottolengo aveva riservato a sé l’accompagnamento dei morenti nella Piccola Casa».

«In una società», ha proseguito il Superiore del Cottolengo, «che, come ha sottolineato Papa Benedetto XVI nell’enciclica Spe Salvi, fa fatica a sperimentare la compassione nella sofferenza e diventa talvolta crudele e disumana, vogliamo accendere questa piccola luce con la certezza che tanto più sapremo camminare al passo con gli ultimi tanto più sapremo essere parte di questa umanità. Le società più grandi sono quelle che non lasciano indietro nessuno. La politica vera è quella capace di avere successo con i più fragili e i più deboli».

«L’Hospice del Cottolengo», ha evidenziato l’Arcivescovo emerito di Torino Mons. Cesare Nosiglia, che fin dall’inizio ha sostenuto il progetto anche concretamente, «rappresenta un’opera sempre più necessaria proprio oggi in cui si cerca di stabilire con la legge la possibilità di scegliere personalmente di morire. La vita è un dono gratuito di Dio, è sacro e va salvaguardato e promosso in ogni momento. La disperazione nasce dalla mancanza di una rete di persone che amano e sostengono; è l’amore che aiuta a vivere. Nel Torinese sono pochi gli hospice, per cui questa è una realtà fondamentale che viene incontro alle richieste di tante famiglie».

«La Sanità pubblica», ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, «ha il dovere di curare le persone in ogni fase della propria malattia, l’hospice è un luogo dove c’è consapevolezza, ma anche speranza. Il Cottolengo Hospice va ad ampliare l’offerta di posti letto per cure palliative nella nostra Regione». Cirio ha poi espresso la necessità di adeguati sostegni pubblici alla sanità non profit.

Il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero ha sottolineato come «l’hospice nasce in una comunità che da sempre risponde con il volontariato alle necessità dei più fragili, un territorio che accoglierà bene la nuova opera».

«Non c’è dubbio», ha osservato Padre Donato Cauzzo del Dicastero Vaticano per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, «che oggi la fase terminale della vita rientri a pieno titolo, anzi a titolo speciale, fra le periferie esistenziali a cui ci spinge Papa Francesco. L’accompagnamento delle persone morenti ci presenta sfide e provocazioni di natura sanitaria, umana, etica e spirituale tra le più acute ed esigenti. Il carisma di S.G.B. Cottolengo manifesta ancora una volta in quest’opera la propria vitalità e la capacità di dare risposte nuove a nuove domande. Qui si rende a tutti evidente quanto il Vangelo, di cui ogni carisma è espressione e incarnazione, sia ancora oggi forza propulsiva e fonte di ispirazione per i tanti “buoni samaritani” ancora presenti fra noi».

«Questa è un’opera che rientra profondamente in quello che il Santo Cottolengo ha iniziato», ha evidenziato Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che ha appena aperto un hospice pediatrico con 30 posti letto, «per la spiritualità cottolenghina, da sempre attenta a chi ha bisogno di cure, l’hospice dà una marcia in più, rappresenta l’attenzione a quei particolari che possono aiutare le persone in un momento difficilissimo della propria vita».

«Le cure palliative in alcune regioni d’Italia sono ancora un miraggio», ha concluso Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale della Salute, «l’hospice risponde a tre istanze: accompagnare la persona a rispondere alla domanda di senso, facilitare una rete parentale e amicale, e aprire alla prospettiva della vita dopo la morte».

Mons. Repole e padre Arice, insieme a tutte le autorità intervenute alla presentazione, hanno quindi tagliato il nastro del «Cottolengo Hospice».

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