È visitabile dal 3 al 13 maggio 2023, al Palazzo di Giustizia di Torino, la mostra sul giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990 e proclamato beato da papa Francesco nel 2021 perché ucciso in odio della sua fede cristiana e perciò considerato “martire”.
La sua vicenda umana, religiosa e professionale è a tema nella mostra esposta nel Foyer dell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Torino, in corso Vittorio Emanuele II 130, per iniziativa di “Libera associazione forense” (LAF), con il sostegno di Intesa Sanpaolo e il patrocinio di ANM sezione di Piemonte e Valle d’Aosta, Ordine degli Avvocati di Torino e Diocesi di Torino.
Assassinato a neanche 38 anni, Livatino si era distinto per la sua intelligenza, per la passione, per l’impegno e il suo estremo rigore professionale nella ricerca della verità e della giustizia, tanto da attirare l’attenzione dei mafiosi che decisero di eliminarlo.
Cresciuto nelle file dell’Azione Cattolica, ha vissuto la sua profonda religiosità e la sua grande umanità nell’esercizio quotidiano della sua professione. Questo è il cuore della mostra intitolata «Sub tutela Dei – Il giudice Rosario Livatino» e del convegno inaugurale che si tiene il 3 maggio dalle 15.15 a Palazzo di Giustizia, al quale partecipano Antonia Pappalardo – presidente di sezione penale del Tribunale di Palermo, e Paolo Tosoni – avvocato milanese, membro LAF e curatore della mostra. Introduce l’incontro Cristiano de Filippi – avvocato torinese e membro LAF; modera Rossana Zappasodi – Presidente di sezione civile del Tribunale di Torino.
La mostra è articolata in quattro sezioni, con testi, fotografie e video che raccolgono testimonianze di colleghi, amici e conoscenti che, a diverso titolo, lo hanno conosciuto. La prima è dedicata alla formazione personale di Livatino e al contesto umano, familiare e sociale della cittadina di Canicattì dove è cresciuto e vissuto. La seconda, al suo percorso professionale come magistrato, dapprima presso la Procura della Repubblica di Agrigento e in seguito nella sezione penale del Tribunale di Agrigento. La terza sezione è dedicata all’omicidio-martirio e al processo di beatificazione, con un approfondimento sulla persona di Piero Ivano Nava, il testimone chiave nei processi celebrati a carico degli esecutori materiali e dei mandanti dell’omicidio. La quarta e ultima sezione tratteggia l’eredità di Livatino nella società e nella Chiesa di oggi. Chiudono la mostra le lettere scritte da Salvatore Calafato (uno dei mandanti dell’omicidio) e da Domenico Pace (uno degli esecutori materiali del delitto), entrambe segno commovente di un pentimento che ha del miracoloso.
La mostra è visitabile tutti i giorni feriali dalle 9 alle 17 (il sabato fino alle 13) anche con l’ausilio di guide, prenotabili online scrivendo a mostragiudicelivatino@gmail.com.