Linee per una nuova curia

Intervento di mons. Alessandro Giraudo alla Convocazione diocesana del 9 giugno 2023

Come ci ha ricordato il nostro Arcivescovo, la curia è un organismo della Chiesa particolare che è pensato quale aiuto del Vescovo stesso nel «dirigere l’attività pastorale» (can. 469). Il suo compito quindi è tale solo nel senso di una ministerialità nei confronti della Chiesa particolare perché sia coordinata e realizzata quell’azione pastorale che poi si attua nelle comunità parrocchiali, nei luoghi pastorali e nelle varie forme associative e di movimenti ecclesiali.

Anche la curia, allora, è a servizio del territorio e della pastorale e non può smarrire questa sua specificità.

In tal senso, dopo il tempo di ascolto e i momenti di confronto che mi è stato possibile realizzare in questi mesi, da quando con il primo settembre scorso sono stato chiamato al compito di moderatore della curia, presento ora i primi passi e le linee guida per il cammino che si prospetta davanti a noi per la realizzazione di una nuova curia che possa svolgere al meglio i compiti che le sono propri.

Una logica nuova di lavoro

Prima delle persone e delle strutture ciò che bisogna avviare è una logica nuova di lavoro, che superi l’orizzonte ristretto dei singoli ambiti o uffici, che trasformi l’agire a partire dall’ascolto delle realtà, dallo stimolo dell’agire pastorale, dal coordinamento dell’azione dei diversi soggetti coinvolti, dal trovare nuove strade per far sì che il rinnovo della curia risponda a quanto Francesco ha delineato in Evangelii gaudium per tutte le strutture e i luoghi ecclesiali.

Proprio perché si tratta di un cambiamento di mentalità e di un rinnovamento profondo, non solo di una nuova organizzazione o di nomi nuovi per continuare a lavorare nello stesso modo, quella che si presenta questa sera non è un’opera compiuta, ma alcune indicazioni di fondo affidate a un lavoro che da oggi prende avvio per giungere a ulteriori determinazioni che saranno in parte già necessarie in vista della scadenza dell’organico precedente, che è stato prorogato dal nostro Arcivescovo fino al 31 agosto di quest’anno, e che proseguiranno in un nuovo anno di ascolto e di progettazione per giungere a una definizione maggiormente strutturata del nuovo volto della curia per l’autunno del 2024.

In tal senso, alle infinite domande che potranno sorgere fin da questa sera, e che in parte alcuni dei soggetti già coinvolti hanno da subito evidenziato, non c’è una risposta già costituita, perché la curia non sarà il progetto del suo moderatore. Il primo compito che ci sarà chiesto è invece quello di prendere sul serio quelle domande, e le altre che nei prossimi giorni emergeranno, per cercare di darne risposta con un progetto condiviso e assunto in modo corresponsabile da tutti, sia all’interno della curia, sia dalla nostra Chiesa particolare.

Quali allora le novità e le prime indicazioni di fondo.

Il cammino che iniziamo ci porta a superare la distinzione in “uffici”, e quindi la necessità di avere “direttori” e altre figure intese come coloro che governano e strutturano quell’ufficio. Ciò che si nota in curia è che spesso “ufficio” è diventato l’attesa e la realtà di una scrivania, una postazione computer, un telefono, magari una segretaria, con il rischio di dimenticare che ad ogni ufficio è abbinato spesso un ambito pastorale o un compito amministrativo non chiusi in se stessi ma pensati a servizio della nostra Chiesa e delle diverse realtà ecclesiali che la compongono e la animano.

Non più, quindi, “uffici”, ma “ambiti” che avranno diverse strutturazioni: per alcuni ci sarà un referente, per altri un coordinatore che a sua volta riunisca operatori e responsabili di diversi settori. In questi incarichi saranno coinvolti sacerdoti, diaconi, consacrate e consacrati, laiche e laici. Saranno da potenziare le forme intermedie, cioè i luoghi e le figure che rendano possibile il coordinamento dei diversi soggetti coinvolti in quell’ambito pastorale. In questo senso, un’altra attenzione che ho raccolto in questi mesi è quella di una curia che non sia solo a servizio della città di Torino e delle sue necessità, ma che abbia uno sguardo su tutta la variegata realtà diocesana.

Allo stesso tempo, una parte del lavoro da progettare riguarderà quei temi che non hanno uno specifico ambito pastorale ma che, per la loro natura, ne coinvolgono diversi. La modalità di lavoro del “tavolo” di confronto o di altre forme collaborative intorno a un tema e in vista di elaborazione di proposte pastorali che saranno poi da attuarsi e da verificarsi nella loro effettiva realizzazione, può essere il modello a cui tendere.

Un altro rischio per alcuni uffici è quello dell’essere confusi con uno “sportello” o un “servizio”, smarrendo e mettendo in secondo piano quelle dimensioni proprie dell’azione pastorale, a partire dalla formazione e dalla distinzione dei soggetti e delle tipologie di intervento, che fanno sì che non sia la curia a fare la pastorale ma che l’azione della curia, anche nelle dimensioni più tecniche, renda possibile un percorso pastorale di presa in cura delle persone e delle richieste di chi si accosta alle nostre comunità sul territorio.

In alcuni casi, si è pensato e si potrà pensare di distinguere i servizi più tecnici dall’azione pastorale, mentre per altre situazioni si dovranno potenziare i servizi per renderli effettivamente la risposta e l’aiuto alle varie necessità del territorio.

Non ultimo, il cammino che ci lega alla diocesi di Susa, ora unita alla nostra in persona episcopi, chiederà di pensare a collaborazioni più strette tra ambiti pastorali delle due Chiese: in alcuni casi questo già si è attivato, in altri si metteranno in cantiere i percorsi e i luoghi in cui costruire progetti attorno a figure e competenze che saranno da valorizzare in entrambe le diocesi.

I delegati arcivescovili

In questo quadro, come già detto, non completo ed esaustivo ma di cui ho indicato alcune delle linee di fondo, ecco le prime attuazioni a cui seguiranno nelle prossime settimane ulteriori precisazioni e, con il 1° settembre, le determinazioni del nuovo organico della curia.

Alcune attenzioni pastorali e alcuni servizi saranno affidati a delegati dell’Arcivescovo. I loro compiti saranno via via dettagliati e il loro coordinamento con altri soggetti puntualizzato nei rispettivi decreti di nomina.

È confermato come delegato per il diaconato don Claudio Baima Rughet. Come avrete letto sull’ultimo numero de La Voce e Il Tempo e sul sito diocesano, è stato nominato nei giorni scorsi anche un nuovo vice-delegato, il diac. Valter Casse, e l’organismo del coordinamento diaconi.

Continuano nel loro incarico don Luciano Morello come delegato per l’Ordo Virginum e padre Paul Nde come delegato per il clero straniero.

Terminano il loro incarico don Germano Galvagno come responsabile per la formazione dei presbiteri nel primo decennio dall’ordinazione e don Massimiliano Canta in quanto delegato all’assistenza al clero anziano e/o malato, e li ringraziamo per il servizio svolto in questi anni.

Con decorrenza dal 1° settembre è nominato delegato dell’Arcivescovo per i preti dei primi dieci anni di formazione don Mario Aversano: la sua figura e il compito che già svolge di vicario episcopale permetteranno un attento accompagnamento soprattutto nell’inserimento pastorale all’inizio del cammino ministeriale e nei passaggi successivi.

In modo analogo è nominato delegato dell’Arcivescovo per i preti anziani e/o ammalati don Giovanni (Gianni) Mondino, che termina il suo prezioso incarico nelle parrocchie a lui affidate a Giaveno e Coazze.

Vengono istituiti due nuovi delegati.

È nominato delegato dell’Arcivescovo per gli assistenti religiosi delle strutture sanitarie e socio-sanitarie don Paolo Fini.

È nominato delegato dell’Arcivescovo per gli insegnanti di religione cattolica il dott. Stefano Capello. Don Roberto Gottardo terminerà di conseguenza questo compito all’interno dell’Ufficio per la Pastorale Scolastica: anche a lui va un sentito ringraziamento per aver portato avanti in questi anni il servizio con gli insegnanti di religione, che lo vedrà ancora impegnato in queste settimane per predisporre gli incarichi per il prossimo anno scolastico.

La struttura complessiva della curia

La nuova curia avrà in realtà quattro figure che conservano il titolo di “direttore”, e che in parte sostituiscono i precedenti delegati di area. Con loro, e con i due vicedirettori che saranno tra poco presentati, nascerà un vero e proprio coordinamento della curia in vista della progettazione dei passaggi successivi e della presa in carico della realizzazione delle linee di fondo enunciate.

Con decorrenza 1° settembre viene nominata direttore dell’area annuncio e celebrazione Morena Savian, a cui è affiancato come vice-direttore Maurizio Versaci. A quest’area afferiranno diversi ambiti pastorali, tra cui quello della pastorale giovanile. Solo per questo ambito l’Arcivescovo ha già individuato la coordinatrice, suor Carmela Busia delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Un ringraziamento è dovuto ovviamente a don Luca Ramello, che ha guidato in questi anni l’ufficio per la Pastorale giovanile e che accompagnerà ancora il pellegrinaggio dei tanti giovani della nostra Diocesi a Lisbona per la GMG. In questo coordinamento saranno coinvolti anche i nuovi rettori del Seminario Maggiore e della Propedeutica.

Sempre con decorrenza 1° settembre viene nominato direttore dell’area carità e azione sociale Alessandro Svaluto Ferro, a cui è affiancato come vice-direttore Ivan Raimondi. A quest’area afferiscono gli ambiti che prima erano individuati nell’area sociale, con le proprie specificità e la necessità di proseguire il coordinamento già avviato. Allo stesso tempo, sarà necessario che anche gli ambiti di quest’area evidenzino il carattere non solo sociale ma prima di tutto pastorale dell’azione della Chiesa, individuando e promuovendo anche quei temi intorno a cui costituire tavoli di lavoro con ambiti e soggetti ecclesiali diversi, sull’esempio del tavolo sulla disabilità o dell’iniziativa per la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, o del Festival dell’Accoglienza.

Le loro specifiche e diverse sensibilità e competenze permetteranno uno sguardo sull’azione pastorale da più punti di vista e un’attenzione al coordinamento e all’assunzione di corresponsabilità dei diversi soggetti che saranno coinvolti negli ambiti a loro affidati.

Continua, ovviamente, il suo incarico di cancelliere la dott.ssa Concetta Caviglia, che è anche direttore dei servizi annessi alla Cancelleria. La sua presenza nel coordinamento ci permette di sfruttare ancora le sue competenze giuridiche ma anche di elaborare una sempre più efficace interazione tra i servizi tecnici del suo ambito e la ricaduta pastorale in settori molto delicati, ad esempio nella gestione della privacy e nella correttezza e semplificazione delle procedure di documentazione legata ai sacramenti.

Continua il suo incarico di direttore dell’ufficio amministrativo don Mauro Giorda, a cui sarà chiesto di coordinare diversi ambiti e servizi che afferiscono a quell’area, e in cui sarà necessario una diversa organizzazione del lavoro.

Ci saranno anche servizi o ambiti che dipenderanno direttamente dal vicario generale perché conserveranno una dimensione trasversale ai singoli ambiti e alle aree.

 

Si tratta di un inizio e dei primi passi. Ora viene il lavoro più avvincente e più complesso, che ci impegnerà nella valorizzazione di chi già collabora stabilmente negli uffici della curia, nell’individuazione di ambiti e soggetti, nella strutturazione di servizi, nell’elaborazione di un progetto e di un modo di lavoro che siano veramente efficaci.

Grazie!

Torino 9 giugno 2023

Mons. Alessandro Giraudo
vescovo ausiliare di Torino e vicario generale

NOMINE RIGUARDANTI LA CURIA con decorrenza 1° settembre 2023
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