Aumentano i poveri. Ma soprattutto aumenta la solitudine, l’isolamento in cui famiglie e anziani cadono scivolando nella precarietà economica che, senza relazioni si aggrava ulteriormente… Persone e nuclei che «scompaiono» nella vergogna, nel disagio e che vanno cercati, supportati, accompagnati. È la missione dei Gruppi di Volontariato Vincenziano che, seguendo il carisma di San Vincenzo de Paoli, affrontano le nuove sfide di questi anni puntando sulla formazione e affidando il nuovo anno pastorale al loro fondatore nella sua memoria liturgica.
Il 27 settembre alle 18 in Cattedrale a Torino tutta la Famiglia Vincenziana, costituita dalle Suore, dai Preti della Missione, dal Laicato Vincenziano, si è riunita attorno al Vescovo Ausiliare, mons. Alessandro Giraudo, per celebrare San Vincenzo. E, insieme alla celebrazione del Santo della Carità, questo inizio di anno pastorale assicura ai Gruppi di Volontariato Vincenziano la condivisione di piani operativi e di linee programmatiche per il futuro tra le quali il lancio di un nuovo progetto formativo, sperimentato lo scorso anno in varie province del Piemonte ma che ora diventa strutturale in tutta la regione e che testimonia la volontà di adeguarsi al cambiamento dei tempi, di recepire le novità del presente e di prepararsi ad un futuro in cui il divario sociale rischia di crescere esponenzialmente e di pesare soprattutto sui minori di oggi.
Indubbiamente, l’esempio che i Gruppi Vincenziani seguono è quello di suor Angela Pozzoli, «lungimirante e carismatica figura che per quasi mezzo secolo, con creatività e spirito imprenditoriale, oltre che con un grande amore degli ultimi, ha modificato in meglio la vita dei più abbandonati. Non importa se l’età ostacola ora la sua presenza fisica! Ciò che conta è quanto i volontari hanno da lei imparato, ciò che conta è il seme gettato, ciò che conta sono le solide radici preparate!». Così sottolinea suor Teresita Pavanello, da anni responsabile di progettazione nella formazione professionale presso gli «Istituti Riuniti Salotto e Fiorito» di Rivoli ed ora nuova suora cooptata per la formazione dal Consiglio Regionale dei Gruppi, secondo il loro Statuto proprio.
L’intento è quello di garantire a tutti i volontari occasioni di riflessione sulla situazione sociale attuale e sui modi più efficaci per contrastare le povertà emergenti; in ultima analisi, il progetto è quello di intraprendere percorsi formativi che siano di supporto ai Gruppi in uno scenario caratterizzato dalla rapidità del cambiamento anche in fatto di povertà. Ed insieme alla novità di una figura che, all’interno dell’organizzazione vincenziana, si occupa principalmente di formazione, i volontari vincenziani accolgono anche il nuovo Assistente Spirituale nella persona di padre Michelangelo Santià che ha al suo attivo una lunga esperienza con i poveri nella missione del Madagascar.
Dunque, per affacciarsi al futuro, serve formazione per i presidenti dei Gruppi, serve formazione per chi si accosta alle povertà, serve formazione per accogliere e accompagnare i giovani al servizio, formazione anche per realizzare sinergie nelle comunità parrocchiali in cui i Gruppi di Volontariato Vincenziano sono inseriti. «Nell’assemblea regionale del 2022», spiega la Presidente Regionale Iva Fassino, «abbiamo presentato il nuovo programma formativo ed abbiamo iniziato a sperimentarlo nel Piemonte orientale e nel cuneese, ora lo vogliamo avviare anche tra i Gruppi torinesi; nello stesso tempo, proponiamo anche un nuovo percorso, specifico per i Presidenti dei Gruppi perché soprattutto chi ha le maggiori responsabilità sappia indirizzare vecchi e nuovi volontari al servizio nello stile vincenziano che punta sulla relazione».
Un servizio che sappia guardare alle povertà emergenti ma – ribadisce Elisabetta Lanfredini, presidente dei Gruppi di Torino Città – «soprattutto a quelle povertà che non sono riconosciute o seguite da altri servizi». Nel carisma di San Vincenzo, una formazione dunque che allena l’occhio a discernere: come privilegiati i poveri di cui nessuno si occupa, le povertà che non balzano all’attenzione ma che generano sofferenza ed esclusione, le caratteristiche del territorio in cui si opera.
«Sarà anche importante», sottolinea padre Michelangelo «avviare una riflessione sul valore del servizio, sulla spiritualità vincenziana e sapere offrire risposte a chi, anche tra i volontari, pone domande circa la fede». Una missione a tutto campo dunque verso i più poveri, ma anche verso chi li accompagna e che, nel servizio, può riscoprire il cuore della fede cristiana. Una formazione che aiuti a fare luce sulle motivazioni, su quel senso di continuità d’impegno che oggi i giovani faticano a recepire; una formazione che illumini le menti e le coscienze, affinché siano accolti anche coloro che, per «restituzione», vogliono seguire il modello di San Vincenzo pur non appartenendo alla Chiesa.
«Siamo una realtà confessionale», spiegano le presidenti, «ma c’è chi è, ad esempio, di fede musulmana e vuole condividere con noi l’impegno per i poveri: anche questa è una ‘sfida’ di fraternità che oggi ci interpella e alla quale dobbiamo essere preparati». Al via dunque per il 2023- 2024 percorsi che convergeranno sul tema «Il carisma vincenziano ci impegna al servizio di ‘tutto l’uomo’»; verranno modulati «a seconda della realtà del gruppo, perché ciascun gruppo è diverso e opera in contesti differenti, e quindi anche la formazione deve essere pensata e strutturata nel dialogo e nel confronto con i volontari, ma sempre tenendo ferma l’attenzione su uno stile di servizio che responsabilizza, che si fa carico dell’altro, che non si deve ridurre alla sola distribuzione di aiuti».
«La frase evangelica del ‘vieni e vedi’», concludono, «è quella che vorremmo connotasse il nostro essere in mezzo ai poveri, capace di coinvolgere altri nel servizio ma anche di generare cambiamento in chi aiutiamo, di far superare quella disumanizzazione, quella povertà di senso che oggi accompagna la povertà materiale». «Vieni e vedi»: a partire dalla celebrazione per San Vincenzo il 27 settembre, una celebrazione aperta a tutti, e poi a chi affronterà i nuovi percorsi di formazione o vorrà conoscere l’esperienza dei Gvv.
Federica BELLO su «La Voce E il Tempo» del 24 settembre 2023