«Jingle bells» è uno dei canti più ascoltati e cantati nel tempo di Natale. Uno dei brani tipici che accompagnano da secoli questo periodo a tal punto che, quando si sentono quelle note, si intuisce che il 25 dicembre è ormai alle porte. Anche se nello specifico l’inno si riferisce ai piccoli sonelli da slitta, campane e campanelli sono uno degli strumenti più utilizzati nelle armonie della tradizione natalizia sia perché nelle festività i bronzi delle chiese suonano maggiormente sia perché nella Notte Santa il solenne canto del «Gloria» spesso è accompagnato dalla voce argentina proveniente dalle torri campanarie.
E così le campane sono diventate uno dei simboli più ricorrenti del Natale: sarà perché annunciano la nascita del Salvatore, sarà perché recano un messaggio di pace e speranza, sarà perché il loro suono potrebbe essere equiparato alla voce degli angeli che, come narra l’evangelista Luca, hanno svegliato i pastori invitandoli ad andare a Betlemme.
Anche i campanili della nostra diocesi nei prossimi giorni diventeranno forieri di questo annuncio e lasceranno risuonare le più note melodie natalizie sapientemente riscoperte, studiate e inserite nelle centraline di automazione o eseguite dal vivo per l’occasione dai membri dell’associazione CampaneTO. Si parte dal semplice «Piva piva» proposto dai campanili con tre o quattro campane come il Duomo di San Giovanni, la Basilica di Superga, Madonna del Pilone, Sant’Agnese, Reaglie, Santa Teresina, Cavoretto, Duomo di Chieri, Caramagna, Beinasco e Trana per poi arrivare a brani come «In nocte placida», «Tu scendi dalle stelle» e «Gli angeli nelle campagne» per campanili con cinque o sei campane tra cui il Patrocinio di San Giuseppe, Santa Rita, San Giovannino, Gesù Adolescente, San Luca, Madonna della Divina Provvidenza, San Mauro Torinese, Grugliasco e Caselette.
Suonate più elaborate con arrangiamenti sul «Noel» e sulle pastorali di Zipoli e Frescobaldi verranno proposte per l’angelus di mezzogiorno dai campanili di Maria Ausiliatrice, del Faa di Bruno, di San Gioacchino, del Cottolengo, del Sacro Cuore, dei Santi Apostoli, di Settimo Torinese, di Salsasio di Carmagnola, di Volpiano, di Borgaro, di Nole, di Venaria e di Madonna dei fiori di Bra mentre all’Annunziata e a Santa Maria di Piazza saranno eseguite come segno per le celebrazioni. Un prezioso patrimonio musicale che da sempre in queste settimane ci riporta con mente e cuore alla grotta di Betlemme, non semplici suoni ma un vero e proprio inno di lode che sale al cielo e infonde gioia e pace «agli uomini amati dal Signore».
Marco Di GENNARO su «La Voce E il Tempo» del 24 dicembre 2023