Lunedì 9 dicembre 2024 ore 18, al Palazzo della Radio – via Verdi 31 a Torino, Rai Teche Archive Alive! propone una serata sul tema: «C’era una volta a Torino il cinema muto, raccontato dai suoi protagonisti».
Introduce e commenta Silvio Alovisio dell’Università degli Studi di Torino.
L’incontro è in connessione con il convegno internazionale di studi «Fuoco e cenere. Febo Mari tra teatro, cinema e letteratura».
Gli archivi radiofonici e televisivi Rai conservano importanti testimonianze di storici del cinema e di autori di studi documentati e autorevoli, che hanno rievocato e ricostruito la straordinaria stagione del cinema muto in Italia, in particolare a Torino, città che divenne ben presto sede delle prime grandi case cinematografiche come l’Ambrosio, l’Itala Film e la Pasquali.
I materiali di archivio conservati dalla Rai si rivelano piuttosto importanti perché sono rare le voci dei protagonisti di quell’epoca eccezionale: molti di loro, con la crisi del cinema muto e il passaggio al sonoro, furono pressoché dimenticati, e quasi nessuno si premurò di raccogliere le loro testimonianze. Sono quindi gli archivi radiotelevisivi che restituiscono voce ai registi, ai produttori, ai divi del cinema come l’attrice Misa Mordeglia, moglie di Febo Mari, tra i maggiori artisti del primo cinema italiano; l’attore e regista Gian Paolo Rosmino; Isabella Ambrosio, figlia del celebre produttore torinese; Luigi Fiorio, tra i primi operatori alla macchina da presa. Si tratta di programmi come “L’ospite delle 2” (1976) di Luciano Rispoli; “I giorni di Cabiria” (1981) di Gianni Rondolino per la regia di Ermanno Anfossi; “Torino: una donna – Misa Mordeglia Mari” (1983), regia di Edmo Fenoglio.
I frammenti delle testimonianze sono legati insieme dall’affascinante racconto di Silvio Alovisio che riporta a quell’epoca d’oro in cui Torino veniva chiamata “Filmopoli”, dall’appellativo dato dal giornalista Gino Pestelli, nel suo omonimo articolo pubblicato nel 1914 sul «Secolo XX». Infatti, tra il 1908 e il 1914 Torino è al primo posto nazionale per numero di film realizzati, ed è anche la città con più case di produzione, ditte dell’indotto, sale di proiezione e riviste cinematografiche. Come racconta Silvio Alovisio: «Quella del cinematografo è per Torino e i suoi abitanti una vera e propria febbre collettiva, capace di reinventare il paesaggio di una metropoli che sta già di per sé cambiando profondamente. La città trabocca di sale (da quelle vaste ed eleganti del centro, come l’Ambrosio, ai modesti cinematografi di periferia), di stabilimenti grandi e piccoli – dall’inconfondibile sagoma vetrata – che si mescolano alle ciminiere delle fabbriche in espansione, di troupe che filmano instancabilmente dal centro storico ai nuovi quartieri precollinari, sino alle borgate operaie. I caffè storici, le più innovative “birrarie” o i caffè-concerto sono la sede di trattative, contatti, scambi tra agenti, operatori, attrici o spregiudicati “proletari” della penna pronti a diventare sceneggiatori. Torino diventa così un’immensa e corale “bottega dell’immaginario”, alimentata da un’incessante produzione di comiche e kolossal storici, di drammi sentimentali e film d’avventura».
Rai Teche Archive Alive! è la rassegna che invita il pubblico a scoprire il grande archivio Rai.
L’ingresso è gratuito, la prenotazione obbligatoria scrivendo a mediateca.torino@rai.it.
Per approfondimenti sulla storia del cinema muto in Italia, l’intero patrimonio di volumi e riviste è disponibile online sul sito di Rai Teche ai link https://www.teche.rai.it/biblioteche-rai/