È mancato a 82 anni nella sua casa di Rivalta Davide Fiammengo dopo una vita dedicata alla famiglia, alla professione e alla Chiesa attraverso il servizio nellAzione Cattolica. Nato a Voghera, fu presidente diocesano della Giac di Tortona, laureato in Filosofia allUniversità Cattolica, lavorò al «Corriere della Sera», iniziando come correttore di bozze per diventare responsabile amministrativo della sede di Roma. Dal 1969 iniziò il suo lavoro come direttore del personale a «La Stampa» dove restò fino al 1986. A Torino fu presidente diocesano dellAzione Cattolica dall83 al 92.
Ricordare Davide Fiammengo non è un compito facile. Non perché non ci siano ricordi, testimonianze, esempi. Ma perché sono veramente tanti, disseminati in una diocesi e in un Paese dove molti ricordano il suo valore morale, la sua capacità di analizzare le situazioni per dare loro un ordine e una prospettiva cristiana, anche quando il comune sentire forniva talvolta indicazioni diverse. Tutta la sua vita è stata grande esempio e testimonianza di un laico cristiano. La luce della fede lo ha guidato sempre sia in campo professionale, sia nellimpegno civile, sia nella partecipazione alla vita della Chiesa, dove Davide ha sempre cercato di vivere gli insegnamenti del Concilio.
«Mi ha aiutato a crescere meglio, a diventare migliore», testimonia un signore ormai di mezzetà che ha avuto la «fortuna» di collaborare con lui nellimpegno associativo in Azione Cattolica.
La porta della sua casa è sempre stata pronta ad aprirsi a chi era in difficoltà, per condividere non solo beni materiali, ma anche sopratutto accogliere le persone, dire una parola frutto dellincontro sapiente tra umana saggezza e speranza evangelica. Quel Vangelo studiato, meditato e pregato con tenacia è diventato riferimento irrinunciabile, bussola di uno stile di vita e di famiglia insieme con la moglie Giulia e i figli. Anche del momento della prova e della croce della sofferenza per la malattia, ha sempre perseverato nella fede.
È giusto ricordarlo nel suo ruolo di sposo, padre, nonno, amico che, nella consapevolezza dei grandi dono ricevuti dal Signore, ha vissuto nel corso della sua esistenza terrena l’impronta del «cristiano della restituzione», capace di restituire agli altri, chiunque essi fossero, la fede che ha ricevuto sin da bambino. La dimensione della restituzione non si è però fermata in lui alla dimensione spirituale, ma si è concretizzata anche in quella temporale; è stato capace di aiutare materialmente tante persone, sopratutto piccoli e famiglie di cui veniva a sapere la situazione problematica. Il suo impegno concreto al servizio degli altri è stato sempre presente nelle diverse realtà parrocchiali dove ha vissuto.
Lapertura alla dimensione dellaffido familiare è certamente uno dei modi più evidenti attraverso i quali lui e la sua famiglia hanno testimoniato lapertura ai bisogni dellaltro, alla dimensione di un Bene comune che ancora oggi è tema guida dei cattolici italiani.
Nell’ambito dell’impegno sociale e civile, Davide è stato un lucido analizzatore delle situazioni che ha vissuto, con un coraggio e una capacità di evidenziare, con il dovuto rispetto ma spinto da una autentica volontà di affermare il bene, limiti e problemi della realtà ecclesiale e civile. Un esempio di tutto ciò rimane il suo fondamentale contributo per la realizzazione e la redazione di articoli e riflessioni per la rivista dellAC nazionale «Nuova Responsabilità», di cui è stato direttore editoriale, come per tante altre testate e riviste. Il suo importante contributo come promotore della riflessione sui temi della famiglia anche all’interno dell’Azione Cattolica, lo ha fatto apprezzare non solo nella Chiesa locale, ma anche in ambito nazionale. Amatissimo presidente diocesano, ha svolto il servizio di consigliere nazionale di Azione Cattolica ed è stato chiamato a presiedere una importante e delicata assemblea nazionale nel 1986.
Negli ultimi decenni, il suo impegno sociale e civile non ha trascurato la necessità di porre la questione politica come chiave per il miglioramento della società in cui era pienamente inserito. La sua passione, talvolta critica, ha sempre evidenziato un grande amore per laltro, il prossimo, per la Città e per la Chiesa in cui viveva. Vorremmo, come associazione diocesana, fare tesoro del suo ricordo delle sue idee. Per questo vogliamo lanciare un appello a tutti quelli che lo hanno conosciuto ed apprezzato: mandateci un ricordo, una testimonianza del suo passaggio sulla vita terrena (gli scritti possono essere inviati allAzione Cattolica corso Matteotti,11 10121 Torino).
Noi ci impegneremo a raccoglierli, assieme alla sua numerosa produzione di scritti e di riflessioni per farli conoscere ai giovani e a tutti coloro che vorranno essere laici nella Chiesa e cristiani nel mondo. Grazie Davide, con il tuo aiuto siamo tutti diventati migliori.
Tommaso MARINO
Presidente diocesano Azione Cattolica
Giovanni BELINGARDI
già presidente diocesano Azione Cattolica
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 6 febbraio 2011