La tradizionale Messa di inizio Anno Accademico è stata celebrata per la prima volta da mons. Cesare Nosiglia martedì 18 ottobre in Cattedrale. Davanti a studenti e docenti delle università torinesi, lArcivescovo ha tratteggiato il profilo e il ruolo che le istituzioni accademiche debbono svolgere nella società contemporanea. «La visione cristiana della formazione non si sovrappone a quella umana, ma ne costituisce il compimento ultimo», ha spiegato durante lomelia. Così «sarebbe non rispondente alle finalità dellUniversità insegnare a saper fare, ma non a far crescere luomo, a gestire la propria professione secondo principi che sono universali ma anche radicati nelluomo».
In ultima analisi, ha detto lArcivescovo, «la formazione è autoformazione» e per questo «i docenti si ricordino di essere dei Giovanni Battista: indichino la strada ma poi si ritirino per favorire la responsabilizzazione di ogni persona».
Dopo la celebrazione eucaristica mons. Nosiglia ha incontrato docenti e studenti nellAula magna della Facoltà Teologica. Durante la conversazione ha delineato due «sfide» nel rapporto tra università e mondo ecclesiale: da un lato evitare di lasciare la vita dei giovani, in particolare lesperienza universitaria, «fuori dalle parrocchie»; dallaltro trovare strumenti perché i Cristiani siano «presenze incisive» nel mondo accademico.
Sollecitato dalla domanda di uno studente, mons. Nosiglia ha anche espresso la sua preoccupazione riguardo i disordini avvenuti a Roma durante la manifestazione di sabato 15 ottobre. «Non ci sono solo questioni di ordine pubblico, ma anche di formazione e testimonianza: su questa e altre questioni serve uno scatto morale del nostro popolo».
In allegato il testo integrale dell’omelia di mons. Cesare Nosiglia.
Francesco Cissello
(testo tratto da «La Voce del Popolo» del 23 ottobre 2011)