Cari sacerdoti, diaconi, consacrati e laici della Diocesi di Torino,
la Quaresima di questAnno della fede ci vedrà impegnati in alcuni significativi momenti di celebrazione in Cattedrale per professare insieme lunità della fede che ci fa Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Come ci ricorda lapostolo Paolo nella lettera agli Efesini: «Cercate di conservare, per mezzo della pace che vi unisce, quellunità che viene dallo Spirito: uno solo è il Corpo, uno solo è lo Spirito, come una sola è la speranza, uno solo è il Signore, una sola è la fede, uno solo è il Battesimo. Uno solo è Dio Padre di tutti, al di sopra di tutti, che in tutti è presente e agisce» (4,3-6).
Nella Lettera pastorale sul Battesimo Devi nascere di nuovo, ricordo che la professione di fede battesimale si snoda su una serie di «no» e di «sì» che investono tutta lesistenza del credente e ne qualificano la testimonianza. Ora desideriamo dunque manifestare anche pubblicamente la nostra fede, professandola per viverla con la massima coerenza di carità e di speranza. La Cattedrale è la Chiesa madre dove la comunione e unità del popolo di Dio, attorno al Vescovo, si compie nei momenti più importanti dellanno liturgico. Essa è dunque il luogo insieme più simbolico e concreto dellunità di fede e di carità che ci unisce e ci fa Chiesa che cammina nel tempo e qui nel nostro territorio.
In questa circostanza solenne e importante desideriamo anche venerare la Santa Sindone, «icona del Sabato Santo», come ebbe a dire con acutezza e profondità Benedetto XVI nella sua visita durante lostensione del 2010. Sotto la croce (ci racconta il Vangelo di Marco) il centurione romano pagano, dunque vedendo come Gesù era morto, esclamò: «Veramente costui era il Figlio di Dio» (Mc 15,39). È dunque contemplando il Crocifisso che possiamo anche noi pronunciare latto centrale della nostra fede in Gesù sepolto, molto e risorto per la salvezza del mondo.
La Santa Sindone, mostrandoci il corpo martoriato del Crocifisso e il suo volto sofferente, ci richiama la parola dellapostolo Giovanni: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). La Sindone non ci parla dunque di sconfitta, ma di vittoria; non di morte, ma di vita; non di disperazione, ma di speranza; non di tenebre, ma di luce che emana dal sacro lino e sostiene la fede di chi crede e la vive nella carità.
Contemplando e pregando davanti alla Sindone, rivolgeremo dunque al Signore la nostra comune preghiera: Signore, aumenta la nostra fede. Non permettere che vengano meno in noi la gioia e lentusiasmo di credere che Tu sei qui, nella tua Chiesa, e operi cose meravigliose pur in mezzo alle tempeste di una realtà che sembra allontanare sempre più tante persone dalla fede in te. Donaci un cuore aperto allaccoglienza, coraggio nella ricerca di chi ti ignora e saggezza di trovare le vie per unefficace nuova evangelizzazione nella nostra terra.
Alla Beata Vergine Consolata, patrona della Diocesi, affideremo la nostra professione di fede e la volontà di renderla vita nuova per noi e ogni persona che incontriamo nel quotidiano della nostra esistenza.
Vi aspetto dunque con gioia e mi auguro che possiamo vivere insieme momenti forti di preghiera, di comunione e di vera fraternità.
Mons. Cesare NOSIGLIA
vescovo, padre e amico