Di seguito la dichiarazione dell’Arcivescovo di Torino in riferimento alla riunione del Consiglio di amministrazione del gruppo il 29 gennaio 2014:
«Le scelte di Fiat, ovviamente legittime e prese nell’autonomia e responsabilità degli azionisti e dei dirigenti, vanno viste da noi prima di tutto nella prospettiva della città e del suo territorio. Se è fondamentale che il gruppo continui a mantenere qui una base produttiva e occupazionale, è ugualmente importante che a Torino rimangano i centri di progettazione e ricerca che hanno maturato, in oltre un secolo, una cultura dell’automotive di livello mondiale, e che costituiscono anche oggi un “patrimonio” di conoscenza, personale qualificato, aziende specializzate che non si può e non si deve disperdere.
In questo senso la costituzione di un gruppo mondiale rappresenta una sfida precisa al territorio torinese e alle sue istituzioni: è il momento di dimostrare che siamo in grado di creare le condizioni idonee per essere e rimanere “attrattivi” per tutto quanto riguarda il contesto in cui l’azienda deve lavorare: infrastrutture di trasporto, reti di comunicazione, capacità di offrire sistemi di accoglienza adeguati. Mi pare che oggi la “vocazione produttiva”, oltre che nel mantenimento dei posti di lavoro diretti e indotti e nella ripresa delle produzioni in particolare sulle linee di Mirafiori, vada progettata e realizzata in un contesto più ampio di condizioni favorevoli che, io credo, la città di Torino e il suo territorio sono in grado di garantire.
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino».
Sullo stesso tema è possibile ascoltare l’intervista rilasciata dall’Arcivescovo di Torino ai microfoni di Radio Vaticana e trasmessa il 30 gennaio 2014. In allegato la dichiarazione di mons. Nosiglia ai microfoni di Primaradio.