Di seguito la riflessione dell’Arcivescovo di Torino a margine delle dichiarazioni diffuse il 6 maggio 2014 dalla dirigenza di Fiat Crysler Automobiles:
«Nellapprendere le notizie riguardanti i contenuti del piano industriale di FCA presentato a Detroit, desidero manifestare tutta lattenzione e lincoraggiamento per gli obiettivi che sono stati illustrati. In un cammino che sappiamo essere di profondo cambiamento per questa azienda, ritengo importante riconoscere limpegno profuso dai suoi responsabili per sollecitare nel nostro Paese una cultura industriale con caratteristiche globali capaci di valorizzarne la storia e le competenze.
Nelle sue diverse componenti il progetto presentato può essere veramente considerato, in una logica di profondo cambiamento, un nuovo libro e non solo di un nuovo capitolo, con lobiettivo straordinario di raggiungere la piena occupazione come una delle dinamiche necessarie per promuovere uno sviluppo, come ho potuto affermare durante la Festa dei Lavoratori, basato su criteri di giustizia, dove il lavoro costituisce un elemento fondamentale e irrinunciabile per le persone e per le loro famiglie.
Ritengo, per questo motivo, un segno positivo che il progetto presentato preveda interventi concreti, non solo in intermini finanziari, ma anche di fiducia nel sistema-Paese che è chiamato a vivere un importante tempo di cambiamento e di faticosa ricerca di nuove opportunità, cercando di vincere la paura di rischiare strade nuove anche nel suo assetto istituzionale. Guardando al nostro territorio in particolare, credo sia importante unire tutte le energie presenti in ambito politico, istituzionale, industriale, sindacale, delle realtà formative e del sistema di welfare nel suo insieme, per vivere questo processo di trasformazione acquisendo una visione sempre più globale, ma senza dimenticare le proprie radici, in una visione strategica per il futuro che nel percorso dellAgorà del Sociale da me promosso stiamo condividendo.
Il nostro territorio, proprio facendo tesoro di una evidente vocazione manifatturiera, è chiamato a rispondere a molteplici sollecitazioni anche positive e innovative come nel caso del progetto presentato, con una rinnovata capacità di mettere in evidenza le proprie competenze non solo professionali, ma innanzitutto umane, fatte anche di solidarietà e attenzione verso coloro che stanno facendo più fatica e non possiedono sufficienti garanzie provenienti dal lavoro. È anche per questo motivo che spero vivamente che il progetto industriale presentato sia capace di coinvolgere progressivamente e in tempi il più possibile ristretti i lavoratori dello stabilimento di Mirafiori che ancora sono allinterno del sistema di cassa integrazione, per restituire loro sicurezza per il futuro e speranza per le giovani generazioni.
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino»