Martedì 2 settembre 2014, a proposito del manifesto della mostra «LGBTE» (alla quale la Città di Torino ha ritirato il patrocinio), l’arcivescovo Mons Cesare Nosiglia ha dichiarato:
«Colpisce dolorosamente, in quell’immagine, il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio quando cresce, nella nostra cultura, un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono. I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone – e, ci pare, anche la rappresentazione della persona.
Sotto i piedi di quella donna, invece, non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna. In quel montaggio c’è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri.
Sono certo che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita. Soprattutto quando certe scelte “artistiche” diventano un modo facile, troppo facile per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche.
+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino»