«Alcuni recenti fatti di cronaca avvenuti a Torino e nell’area metropolitana hanno portato ancora alla ribalta i problemi legati al bullismo e allo sfruttamento dei giovani. Sono episodi gravi e preoccupanti, perché dimostrano un atteggiamento che distrugge la libertà e cancella la dignità delle persone, soprattutto negli anni delicati della formazione. Ma è assolutamente necessario non generalizzare questi fenomeni: la grande maggioranza dei nostri ragazzi non è succube di bulli e sfruttatori. È vero però che la cultura dominante propone continuamente modelli di questo genere, basati sulla violenza e sull’inganno – una «legge del più forte» che in realtà cancella il senso stesso della legge e ci rende tutti più fragili.
Ecco perciò il mio invito ai giovani:
– non lasciatevi rubare la vita da gente che vuole rendervi, in vari modi, schiavi;
– non abbiate paura degli arroganti che, con la violenza e la prepotenza mostrano soltanto, in realtà, la loro debolezza;
– non lasciate soli i vostri compagni e i vostri amici! In tante occasioni una parola di sostegno, la vicinanza in un momento di difficoltà, aiutano a capire i rischi che si corrono, e ad evitarli. Intorno a voi e con voi ci sono adulti educatori che condividono il vostro cammino: confrontarsi con loro non significa sminuire la propria libertà, ma conoscere la realtà anche con occhi diversi dai nostri.
Ma soprattutto, chiedo ai giovani di essere all’altezza delle loro speranze e delle loro aspirazioni a una vita più ricca di senso e di gioia. Pier Giorgio Frassati, il beato torinese, aveva sintetizzato tutto questo nel suo slogan: “Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare…”. Di questo abbiamo bisogno; ed è quanto ha raccomandato anche papa Francesco, ai giovani riuniti a Cracovia per la GMG: un invito forte a non essere indifferenti o intontiti mentre altri decidono per voi.
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino»