Penso subito al Padre misericordioso e fedele , presentatoci da Gesù e riscoperto dalla Chiesa solo recentemente, e, quasi in contrapposizione, all’Essere perfettissimo, onnipotente ed onniscente che il catechismo di tanti anni fa mi aveva insegnato con il risultato di farmi nutrire “timore di Dio” e non l’amore che si deve avere per chi ci è Padre.
Pier Giuseppe
Dire Dio oggi guardando un tramonto infuocato, i prati fioriti in questa stagione, ma soprattutto guardare negli occhi l’uomo: il bimbo innocente che ride o che piange; il povero o l’ammalato bisognoso di tutto, ma soprattutto di te; l’uomo maturo, magari spavaldo, che vacilla e si commuove alla minima difficoltà.
A.
Penso a quattro film, che sarebbe bello rivedere:
“La doppia vita di Veronica” di K. Kieslowski
chiedendosi: di cosa davvero è fatta la persona? possiamo davvero insegnare l’essere-in-relazione come essenza del vivere? e Dio dove sta?
“Elephant” di G. Van Sant
chiedendosi: cos’è oggi l’animo di un adolescente attraversato dalle correnti tumultuose e contrastanti del nostro tempo contemporaneo? e che cosa dirgli?
“Tutto su mia madre” oppure “Parla con lei” di P. Aldomovar
chiedendosi: siamo capaci di accettare Dio e il sacro anche laddove non lo abbiamo mai voluto riconoscere?
C.
Per dire Dio oggi… bella domanda!
Siamo continuamente attorniati di immagini, storditi da suoni e parole…
Per me Dio è
immagine: il fuoco del falò alla fine del campo in montagna, la foto del nostro matrimonio
suono: il silenzio della notte davanti al Santissimo Sacramento
parole: “amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”
Myriam
Rendere grazie, dire grazie, è entrare nella più giusta relazione con Dio, prendere e riprendere da Lui il gusto di vivere.
Mach
DIO OGGI…
… spesso lo trovo nel rumore, nel correre delle persone intorno… correre e agitarsi per dove, per cosa? Riuscire a creare un attimo di silenzio, una bolla, che non è un estraniarsi ma un fare silenzio dentro, un ri-vedere quello che il mondo propone e chiede con occhi diversi, con priorità proprie della fede.
Ciao
Anna
Suoni: il rumoreggiare di una cascata, una grossa cascata – il tuono di un temporale estivo;
Immagini: il cielo stellato – un variopinto tramonto – l’immensità vista da in cima ad una vetta di montagna;
Parole: padre – carezza – silenzio – tenerezza.
Amalia
Così di getto, senza appunto pensarci, mi viene soprattutto in mente che, oggi più che mai, la gente ha bisogno di vedere-toccare, più che sentire:
“Venite e vedete”. Mi pare perciò importante presentare delle esperienze concrete (con i mezzi più diversi: dal racconto diretto a filmati, ecc.), sia dell’esperienza personale di Dio, che (ancor più) dell’esperienza di Dio presente nella comunità.
don Aldo
I suoni e le immagini sono suggestive, nel senso che evocano “suggestioni”, “emozioni”, quasi senza passare attraverso il filtro della nostra consapevolezza.
Le parole, diversamente, devono necessariamente essere filtrate, capite. E’ un percorso più faticoso, certo, ma più sostanziale.
Le pubblicità hanno molte immagini e poche parole.
Esse servono a “convincere” anche a scapito della convinzione personale.
Non mi piace pensare ad un Dio-immagine.
Mi piace pensare ad un Dio-Parola.
Cristo ha parlato di Dio, ne ha fatto vedere la potenza, attraverso fatti concreti, a volte miracolosi.
Mi viene in mente il Padre Nostro…
Gesù si preoccupa di localizzare Dio in un luogo, “nei cieli”, quasi a dire: non sei un’idea, ci sei veramente e concretamente in un luogo per noi ora inaccessibile, ma ci sei.
Poi poi segue un trittico di implorazioni dove mi colpisce la parola “TUA”: sia santificato il “TUO” nome, venga il “TUO” regno, sia fatta la “TUA” volontà….
E ci dice come ciò deve avvenire: nello stesso modo in cui ciò avviene in quel luogo in cui Lui è. Ancora mi colpisce un altro trittico di implorazioni in cui questa volta emerge la parola: “NOSTRO”: … il “NOSTRO” pane quotidiano, i “NOSTRI” debiti, …ai “NOSTRI” debitori…
E conclude con un “liberaci dal male”.
Ecco: nelle rapporto TUO-NOSTRO stanno le nostre dinamiche con DIO: dinamiche di PADRE-FIGLIO.
Ecco che le immagini di famiglia, non del mulino bianco, ma di dinamiche vere, belle, d’amore e perchè no, anche di sofferenza, (vista in prospettiva di crescita) potrebbero “rendere” l’idea del rapporto con Dio.
Attraverso le dinamiche con i miei figli, con la mia sposa io scopro le dinamiche con Dio. E’ lì che imparo a conoscerlo.
Giorgio
suono = musica gregoriana
immagine = Cristo muore in croce
parola = felicità
don Alberto
Sono appena tornato da un funerale. Forse per questo mi viene in mente il silenzio… o forse perché siamo schiacciati dalle parole… Comunque in questi giorni io, studioso della Parola – mi sto chiedendo quanto Lui si riveli col silenzio…
don Gian Luca
Solo silenzio che mi riempie e mi rigenera
Forse anche una musica dolce ma in lontananza
Il nastro argentato dellacqua di un fiume che scorre calmo
Un vento che avvolge
Una chiacchierata informatissima con il vescovo di Pavia Mons. Giudici
Paola
Oggi Dio NON si dice più! Non si deve dire. Nessuno lo sa dire.
Dio si trasmette attraverso la VITA. Solo TESTIMONI veri dicono Dio oggi e sono pochissimi.
Ma Dio passa anche attraverso l’affetto dei rapporti umani. L’AFFETTO come sostenitore della FEDE.
Per questo motivo sento molto silenzio di Dio oggi.
E la Chiesa è lontana, anzi troppo spesso controproducente!
Giovannella
Basta la parola di un romanzo qualsiasi o lo spot di un’acqua minerale per farmi passare su una sponda che non è la mia, in terre più vaste dove forse i confini si chiamano Dio. Confini o sconfini?
don Dario
Se devo rispondere di getto a me non può che venire in mente l’immagine della deposizione nella Cattedrale di Madrid.
È un’immagine evocativa che – a me – parla del mio rapporto con il Signore, del mio abbandonarmi in Lui. Del suo donarsi a me. Pensavo di usarla nelle scuole, senza spiegare nulla, semplicemente buttandola lì. Credo che qualcosa certamente direbbe!!!!
A presto!
Paolo
Suoni… mi vengono in mente due canzoni di Battiato: La Cura e E ti vengo a Cercare.
E poi, ma in un secondo momento e perchè ce l’ho scritto davanti al naso, Isaia 43, 4 (perchè sei prezioso ai miei occhi perchè sei degno di stima ed io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita).
Chiara
Il suono per dire Dio oggi è quello del silenzio: non se ne può più del frastuono, del chiasso, della volgarità urlata: Dio è nel venticello del profeta. Occorre fare e far fare esperienza di questo silenzio per poter parlare di Dio (stare davanti alla Grotta di Lourdes dopo le 23, riesce perfino a farti dimenticare che intorno c’è “Lourdes”) Per dire Dio c’è bisogno di bellezza: siamo circondati dalla bruttezza, nei modi di atteggiarsi, nel vestire, nel linguaggio, nella paccottiglia che ci vendono.
Si può balbettare qualcosa su Dio solo attraverso la bellezza, che non è lusso nè apparenza. il momento sintetico per dire Dio è la liturgia: una celebrazione, “silenziosa”, bella, curata, preparata, accogliante, fedele a Dio e fedele all’uomo dice Dio più di qualsiasi catechesi, più di qualsiasi dottrina, più di qualsiasi discorso.
Silvia
È silenzio totale ed assoluto e confusione di una miriade di bambini felici.
È pace e traffico assordante. È questo rompiscatole che non vuole lasciarmi in pace in un momento che volevo trascorrere da solo.
È l’infinito della natura che amo ed un respiro profondo a pieni polmoni.
E tanto altro che non so dire, ma che spero di poter almeno sentire…
Ciao
Antonello
Recentemente ho ascoltato una breve chiacchierata di un monaco di Pra ‘d mill (fratel Zeno) più o meno sul tema della lettura della parola di Dio nella vita monastica: purtroppo non è scritto ma mi hanno colpito molto l’immagine di un mare in cui si è immersi e si nuota e della visione delle ossa secche di Ezechiele che prendono vita con il vento dello Spirito. Ho visto di recente il film di Muccino “La ricerca della felicità”…forse alla fine un po’ troppo identificata con il successo, ma con del begli spunti sulla “ricerca di…” Per ora sono un po’ povero di reazioni immediate, ma se mi viene qualcosa di bello lo scrivo!
Ciao.
drb
Che dire… la domanda mi lascia un po’ disorientato… perchè sono così numerosi i modi di dire Dio…
In realtà più che parole mi vengono in mente persone. Sono appena tornato dallo Zambia dove ho accompagnato due giornalisti per raccontare quello che stiamo realizzando con la conversione del debito. In un villaggio dell’interno del paese abbiamo costruito un diga, una piccola diga che accumula l’acqua per l’irrigazione dei campi. Tutte le persone del villaggio ci hanno accolto con una grande festa. Le donne danzavano al ritmo dei tamburi suonati dalgi uomini. Ma la cosa più bella era che dopo un po’, quando le donne hanno smesso, bimbi e ragazzini del villaggio hanno cominciato spontaneamente a danzare e cantare. I maschi suonavano e battevano le mani a ritmo, le bimbe, schierate di fronte ai ragazzi danzavano e cantavano. Ognuna, a turno andava davanti ai ragazzi e danzava davanti a loro, per poi rientrare ed essere sostituita da un altra, mentre cantavano parole inventate per l’occasione dedicate alla bellezza di disporre finalmente di acqua. Ero rapito dal loro ritmo dolce e dal loro muoversi, che ricordava in modo naturale i movimenti della fecondità. In un angolo una donna più grande, Mercy, cioè l’ingegnere idraulico che aveva fatto il progetto, parlava con le donne e gli uomini e spiegava come organizzarsi per la gestione dell’invaso.
Ecco in quel danzare felice dei bimbi, e in quello spiegare attento ma senza supponenza, mi è sembrato di riconoscere il volto di Dio.
Come lo si riconosceva, proprio negli stessi giorni, negli occhi di un amico che si dichiara “un po’ ateo”, che si riempivano di lacrime, commossi, mentre gli raccontavo del primo incontro che con Giusi, mia moglie, abbiamo avuto con Fatima, da tre anni la nostra meravigliosa figlia.
O ancora nelle parole rigorose di Humberto, che ieri sera, combattendo con il jet lag che gli chiudeva gli occhi, mi spiegava quali programmi stanno sviluppando in Perù per difendere le politiche in favore dei più poveri e di come fosse importante su questo lavorare insieme. Humberto, che mi ha insegnato molte delle cose che so, e che quando mi saluta mi dice grazie.
Ecco, le danze pure dei bimbi, le parole attente di Mercy, gli occhi commossi di Nino, la determinazione amorevole di Humberto… mi pare che tutti ‘dicano’ Dio. Che bello!
Un abbraccio!
r.
La sconnessione dei piani abituali. Forse Dio parla in una nota, in un interstizio che però sconvolge tutto il resto.
Una lamina di luce che fende ma non ferisce.
Volti, volti, volti – da Levinas a Salgado a Rouault.
Ciò che avvolge, precede, dilata – alcune musiche di A. Part.
Poesia – parola rara ma che coagula una vita intera o un tempo della vita.
Oreste
Suono: una ballata irlandese gioiosa e malinconica al tempo stesso
Immagine: i ghiacciai e le vette delle Alpi visti da una punta vicina al termine di unascesa faticosa
Parola: consolazione
Giuliana
Suono: la risacca del mare;
Immagine: luce del sole;
Sensazione: calore;
Parole: Colui che largamente perdona.
Film: Ghandi
Relazione: un suggerimento di padre Manino sul II libro dei Re, quando Davide dice a Nathan : “Ho peccato contro il Signore” e Nathan risponde: “Il Signore ha perdonato il tuo errore.” Si capisce che il perdono di Dio precede addirittura il pentimento ed è del tutto gratuito.
Anna e Goffredo
Per dire Dio oggi mi vengono in mente soprattutto persone, non nomi particolari ma un gran numero di persone che parla di Dio o agisce come Dio. Persone che conosco, testimonianze di libri, riviste, giornali. Gente che ama, che perdona, che serve, che condivide.
Ciao
Gabri e Betto
Le parole non possono che essere quelle di Cristo, che non saranno ma datate. Ad esse vanno aggiunte quelle di uomini e donne del nostro tempo che quelle stesse parole hanno riletto ed applicato al mondo contemporane (penso a Madre Teresa, all’Abbé Pierre, a de Foucauld, a Martin Luther King e a tanti altri).
Le immagini non possono che essere quelle dell’umanità di tutti i tempi umanità sofferente e gioiosa, redenta e peccatrice, felice e disperata tutti membra vive del Corpo di Cristo e costruttori in qualche modo di un pezzo del Regno di Dio. Sui suoni mi trovo più in difficoltà: forse preferirei il silenzio.
Ciao
Bruno
Dire Dio oggi! Sarebbe stato più facile scrivere qualcosa sul tema “Dir Dico oggi!!”. Terribilmente difficile “parlare” di Dio oggi, almeno del Di cristiano. Piace un Dio all’orizzonte della notra vita, il Dio tappabuchi – non piace il Dio che prende posizione, che ti chiede di decidere: “aut aut”. Affascina il Gesù “sposato”, perchè si dice “più vicino alla gente” difficile presentare un Gesù “spostato”, cioè celibe-povero-dedito agl ultimi, Verbo di Dio, Dio lui stesso.
Più facile, forse, testimoniare Dio!! A suoi frati che andavano in missione in mezzo ai saraceni Francesco d’Assisi lasciò queste direttive, che megli delle mie parole esprimono il mio pensiero: “Dice il Signore: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe” (Mt 10, 16).[.] frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente i mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (1Pt. 2,13) e confessino di essere cristiani.
L’altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5).
Ciao a presto
Piero
Un film, composto di immagini, silenzi, parole e musica.
Un film con una storia, non solo “contemplativo”.
Un film in cui Dio comunichi, attraverso parole e situazioni di uomini/donne, per sensazioni.
ciao
M&F
La lettura composta da brani biblici e non, estratti dello Stabat Mater di Pergolesi che accompagnino e sostengano la lettura, fiori, profumi, candele.
A seguire momenti di meditazione, guidati. Questo avvicina me a Dio, però, e io ho 50 anni.
In alternativa piccoli estratti biblici, slogan sparati da voci recitanti come proiettili provocatori, contestualizzati e confrontati ai problem odierni, in un alternato di voci che si inseguono, si confrontano ma anche combattono tra loro per prevalere
Il tutto sfuma in frasi più sofferenti e tristi accompagnati da canti comunitari meditativi (es. Taizè).
Alla fine la pace? il compromesso? la tolleranza? la strada per stare insieme tra diversi? “Almeno la ricerca di tutto questo”.
Ma cosa mi fate dire la mattina presto!
Luisella
Domanda intrigante, che invita a ritrovare nella liturgia, nell’arte, una “estetica della grazia”, una sapienza dei “sensi spirituali”. Sensi del corpo, che ritrovano ad esempio l’immagine del volto di Cristo, la forza della parola poetica, l’in-canto dell’organo. Difficile, però, per la tendenza centrifuga dell’arte e dei sensi, rispetto all’oggetto, che in questo caso è Soggetto. Quando il saggio indica con il dito la Luna, lo stolto guarda al dito. C’è il rischio di soffermarsi troppo sul dito, così da perdere di vista la Luna. Solo se cerchiamo Dio, troviamo la bellezza. Se cerchiamo la bellezza, rischiamo di trovare noi stessi con i nostri gusti.
Forse occorre con coraggio ritessere i fili di una tradizione un pò dimenticata, di suoni, immagini, parole, per recuperarne il “linguaggio”, seppure in una “lingua” nuova. Ricercare la grazia nelle nostre comunità, e il pudore nelle nostre celebrazioni (magari cominciando dalla tv…).
don Paolo
Alcune immagini affioravano: un abbraccio, una carezza, una persona seria, fresco, tepore,
Mentre aspettavo che arrivassero anche le parole per dirle, ho letto ciò che avevano già scritto altri. E mi hanno detto Dio.
Più che con le parole con la loro presenza, le loro fatiche, le loro gioie, la loro voglia di provarci, laccettare di dire qualcosa di intimo, le loro vite, tratti di strada percorsi insieme a tanti di loro e evocati da un nome o da unimmagine
Oggi a me dicono Dio la presenza e le storie di molti fratelli e sorelle, che accolgo in silenzio commosso. Mi dicono un Dio che è padre, che vive con noi e che è una persona seria. Da accogliere in silenzio e a cui fare eco piano piano con la vita.
Raffaella
Qualcosa che mi viene in mente è la colonna sonora di Ennio Morricone per il film “Nuovo Cinema Paradiso”; il film “Schindler’s List” e “La vita è bella”.
La primavera di Vivaldi…
Roberto
Sono nel buio di una sala di teatro.
Ascolto la voce sul palco:
«
. ci sono due modi per salvarsi dallinferno, uno è facile e riesce a molti: adeguarsi allinferno fino a diventare inferno e non vederlo più; laltro è più difficile: cercare in mezzo allinferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio.
Cercare in mezzo allinferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio.
Questo per me è pregare.»
In questo spazio, io, incontro una Presenza, la sua voce sta nel silenzio;
il suono della sua voce è il Silenzio. Il Silenzio armonizza le voci altre che cantano quel Silenzio;
provengono dalle pagine di libri aperti: poesie (Turoldo?), diari (Etti Hillesum?); cantano con le illustrazioni di Ferri nei salmi per voce di bambino; si accende una radio e
bambini di quarta e quinta elementare (Uomini e Profeti del 4/03/2007), cantano ancora quel Silenzio.
Riconosco, tra le numerose altre, anche la voce che proviene da una Liturgia
: fievole, triste, stonata.
È poco il suo spazio;
non dura.
Daniela
(Riferimenti:
– Vergine Madre. Voce di donna nella Divina commedia di Dante, di e con Lucilla Giagnoni
– Nel segno del Tau, David Maria Turoldo
– Diario, Etti Hillesum
– Non smettere di volermi bene. Dal salmo 51. G. Quarenghi. M. Ferri. Ed. S. Paolo
– Uomini e Profeti; Radio3. Trasmissione del 04/03/2007 scaricabile dal podcast in mp3, fino a sabato 10 marzo).