L’Avvento è tempo opportuno per contemplare il mistero del Signore, nella sua triplice venuta: quella nella storia del suo tempo, oltre duemila anni fa, di cui facciamo memoria nel Natale; quella della sua presenza di Vivente e risorto, oggi, nella vita della Chiesa e nella storia; quella della sua seconda venuta che dobbiamo attendere con vigilanza operosa e che è certa perché fondata sulla sua promessa. Questa seconda venuta ci fa comprendere che siamo pellegrini su questa terra e che camminiamo verso la meta della nostra speranza, che è la piena comunione con il Signore. Per questo, in Avvento cantiamo Maranathà, «vieni Signore Gesù», vieni e rinnova la tua presenza divina e umana tra noi, donaci occhi di fede per riconoscerti e speranza certa per attenderti, quando giudicherai lumanità intera nel tuo ritorno glorioso.
Infine, cè ancora unaltra persona che in Avvento può aiutarci a gestire questo tempo con atteggiamenti interiori e scelte di vita coerenti con la fede che professiamo: è Maria, la Madre di Dio. LAvvento è il tempo mariano per eccellenza e quello più fecondo di grazia che la Chiesa indica a tutti i suoi figli. Maria santissima ci accompagnerà, a partire dalla Festa dellImmacolata, passo passo durante i giorni di avvicinamento al Santo Natale. Nessuno più di una Madre può infatti aiutarci ad accogliere il suo Figlio offrendoci lesempio della sua umiltà, della sua obbedienza nella fede, della sua capacità di stupirsi delle opere di Dio e di contemplare il mistero del Figlio di Dio che in lei trova la sua dimora grazie alla potenza dello Spirito Santo. La Chiesa nellAvvento si rispecchia nella santa Vergine e Madre di Dio per vivere come lei lattesa gioiosa e fedele dellevento stupendo della incarnazione del Figlio di Dio.
A lei, dunque, ricorriamo con fiducia perché ci aiuti a preparare bene il nostro cuore, la nostra famiglia e comunità ad accogliere il Salvatore con quella esplosiva gioia che gli angeli annunciano a tutti gli uomini che Dio ama e che, con buona volontà, sanno vivere il Natale con la semplicità, povertà e stupore interiore di sua Madre Maria.
mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino