Cantare la fede – allegati musicali

Ogni celebrazione liturgica può considerarsi come il luogo ordinario della professione di fede custodita e rinnovata. Da qui la possibilità e l’invito rivolto alle comunità cristiane perché sottolineino, durante tutto l’anno pastorale, alcuni momenti particolari della celebrazione eucaristica che rafforzano il “Sì” della fede.
 
1. La dossologia al termine della Preghiera Eucaristica: costituisce il momento culminante di tutta la celebrazione. Essa sigilla, come in un patto, l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Così come previsto dal Messale, è bene che solo il presbitero proclami il testo dossologico e che l’assemblea risponda solo con l’acclamazione: “Amen”. Il gesto che accompagna la dossologia deve essere solenne: si invita pertanto i presbiteri ad elevare in modo evidente la pisside e il calice e ad attendere la fine dell’Amen dell’assemblea prima di posare i doni sull’altare.
La natura del testo domanda un tono di voce forte, cadenzato, senza fretta, che aiuti l’assemblea a rispondere in modo incisivo. La proclamazione cantata della dossologia, con la conseguente risposta dell’assemblea, potrebbe costituire una scelta abituale più che occasionale.
Il repertorio regionale della Casa del Padre offre a questo proposito tre possibilità di cantillazione del testo dossologico, che corrisponde alle due forme melodiche del Messale romano.
La terza proposta, è tratta dal repertorio di Lourdes (CdP 349). A queste cantillazioni, sono abbinate varie risposte dell’assemblea (vedi CdP 338-349).
 
2. Mistero della fede: questa acclamazione, posta nel cuore della Preghiera Eucaristica al termine della consacrazione, canta il mistero celebrato: la morte, la resurrezione, l’attesa del ritorno di Cristo costituiscono il nucleo della fede che il cristiano è chiamato a proclamare con stupore e rendimento di grazie.
Essendo anche questa una acclamazione, il canto costituisce certamente la forma più idonea di esecuzione. Il Messale Romano prevede tre diverse risposte: “Annunciamo la tua morte…”, ”Ogni volta che mangiamo di questo pane…”, ”Tu ci hai redenti con la tua croce…”. La cantillazione del “mistero della fede” da parte del celebrante, secondo le due diverse melodie previste dal Messale, permetterà all’assemblea di rispondere con le acclamazioni corrispondenti. È infatti difficile pensare di poter variare le risposte senza l’intonazione da parte del presbitero, il più delle volte, infatti, l’assemblea risponderà con la recita della prima formula alla quale è più abituata. Variare i testi delle risposte aiuterà l’assemblea a riscoprire la bellezza di questi testi e a partecipare con maggiore facilità alla preghiera eucaristica.
Tra le tre risposte previste è possibile fare una scelta che tenga conto del tempo liturgico. La terza (tu ci hai redenti…) si adatta maggiormente a tempo quaresimale.
 
La professione di fede: la formula del Credo, dopo l’omelia e il tempo di silenzio, costituisce il passaggio tra l’accoglienza della Parola ascoltata e la sua realizzazione nella Liturgia Eucaristica. La liturgia prevede tre diverse formule: il Credo apostolico, il Credo Niceno-costantinoplitano e il Credo battesimale (con la formula interrogativa), che andrebbe custodito per il tempo pasquale e per celebrazioni di particolare intonazione battesimale.
Queste diverse formule possono essere sottolineate:
  • attraverso l’inserimento di alcuni ritornelli cantati (CdP 291-293);
  • attraverso la possibilità, in alcune solennità o feste, di essere interamente cantate (vedi proposta negli allegati)
  • oppure, più semplicemente, attraverso la cura di una recita corale ben eseguita.
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