Domenica 23 marzo 2014
(commento a cura dell’Ufficio catechistico)
Lasciarmi amare per imparare ad amare
Quanto bene mi vuoi?, chiedono mamma e papà ai loro figli. Tanto così!, rispondono. Quattro sillabe e due braccia spalancate.
Quanto bene mi vuoi, Dio?. Tanto così!.
O Dio, sulla croce, nel tuo sacrificio, vedo la misura del tuo amore per me, per noi. Un amore che mi accoglie per sempre. Mi ripeti: ti amo
da morire.
Io non lo merito. Ti tradisco, ti abbandono, mi lamento della vita
Lamore non si merita, dici ancora. Lamore è gratis. Lamore è grazia. Lamore è primo passo
Lasciati amare, lasciati riempire di me.
Lasciarmi amare è attitudine ancora più acrobatica dellamare, passa per la linea del riconoscermi povero, bisognoso e incompleto.
Lasciarmi amare richiede il coraggio dellumiltà.
È difficile. Ma quando ti lascio fare, mi riveli che essere amati e accolti così come si è, è esperienza di libertà e di vita.
È questo che mi cambia e mi salva. Il tuo amore si fa misericordia e perdono. Mi anticipa, mi raggiunge ed accende nel buio del mio peccato il fremito di una luce di vita nuova.
Voglio vivere in questo modo: venuto alla luce, voglio illuminare! Solo con il tuo aiuto posso diventare capace di amare i miei fratelli e le mie sorelle con lo stesso amore da vertigine: largo, generoso, gratuito.