Solare, sorriso sincero, amico affidabile, prete con il cuore di pastore, uomo aperto e attento, missionario instancabile. Sono solo alcune delle più immediate caratteristiche che hanno reso padre Gherardo Armani – per tutti Padre Gerry – un grande compagno di viaggio nel seguire il Signore che si manifesta nei suoi poveri. Ora si è addormentato nelle braccia del Padre dopo un anno trascorso in compagnia della malattia che lo ha reso ancora più longilineo, ma che non lo ha vinto.
Leva 1951, era nato in provincia di Padova ma da sempre la sua famiglia aveva fatto tappa a Casale Monferrato. Sulla sua strada aveva trovato come maestro Vincenzo de’ Paoli. Entrato tra i suoi Missionari era diventato sacerdote il 27 settembre 1976 a Genova (dove aveva frequentato gli studi teologici) e per quarantatré anni ha svolto il ministero di predicazione, di formazione, di governo e soprattutto di affiancamento formativo sia ai Gruppi di Volontariato Vincenziano che alla Società di San Vincenzo de’ Paoli. Molto Chieri e Piemonte, ma anche Sardegna (dove è stato inviato come prima sede di apostolato e di predicazione) e Italia tutta nel suo cuore.
Senza che mancasse lo sguardo lungo, ad esempio, verso il Madagascar e la Somalia. Una attenzione speciale ai giovani – di cui in più riprese è stato consigliere incaricato a livello nazionale – che si affacciano al mondo del volontariato per connetterli col cuore ai fratelli più poveri. Ha accompagnato tante giovani coppie nel loro formarsi ponendosi come fratello maggiore, mai invadente perché uomo dal cuore di formatore, capace di accompagnare senza mettersi in mostra. Dai primi del 2000 e per oltre quindici anni, nonostante impegni importanti nella sua comunità di Chieri e a livello della Provincia Italiana, ha accettato di affiancare la Caritas Diocesana di Torino dove ha portato competenza formativa ma soprattutto grani di amicizia sincera seguendo il volontariato, le questioni legate ai minori, il coordinamento di quanti si prestano a favore delle persone senza dimora e il sostegno come assistente ecclesiastico.
Il suo ultimo grande impegno: sostenere l’avvio della esperienza di noviziato internazionale alla Casa della Pace presentato il 27 settembre di un anno fa nella celebrazione eucaristica in Cattedrale, pochi giorni prima di venire attaccato dalla malattia. Non ha avuto paura di viaggiare per portare una parola opportuna dalle parrocchie ai gruppi di volontariato secondo lo stile del suo Fondatore. E la sua parola era immediata, semplice, centrata sulle cose di fondamento. Perché la fede che padre Gerry sosteneva era quella concreta che sa farsi storia, onorando le persone e costruendo con loro percorsi di dignità e futuro.
Il grande mondo del servizio di carità della Chiesa di Torino oggi sente già la mancanza di un fratello capace di indirizzare, ma anche di trovare mediazioni o di trainare con dolcezza verso la difficile disponibilità al cambiamento. Ma sente anche l’impegno a camminare sul sentiero da lui indicato. È mancato un po’ inaspettatamente dopo una giornata abbastanza tranquilla nella notte di domenica 8 settembre, festa della Natività di Maria che lo ha accompagnato fin dalla nascita avvenuta nella solennità dell’Assunta.
Con affetto e riconoscenza.
Pierluigi Dovis
e lo staff di Caritas diocesana di Torino