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Carissimi parroci e carissimi fedeli,
tra pochi mesi la città di Torino sarà palcoscenico di un evento ormai tradizionale che, mi pare, possa interpellare anche la vita e le attenzioni pastorali delle nostre comunità. Dal 22 al 26 settembre prossimi vivremo una nuova edizione di Terra Madre, incontro internazionale di piccoli produttori agricoli di tutto il mondo impegnati nella buona coltivazione della terra.
L’evento è nato venti anni fa, in concomitanza con il Salone del Gusto, per iniziativa di Slow Food, associazione sorta nel territorio braidese su impulso di Carlo Petrini, oggi ben noto in Italia e nel mondo insieme alle iniziative di alta formazione che hanno preso sede a Pollenzo. L’obiettivo della manifestazione non è di natura commerciale o fieristica, ma culturale, sociale ed educativa. Un meeting – a cadenza biennale – che convoca circa 5.000 persone provenienti dalle comunità del cibo formate da allevatori, agricoltori, pescatori, artigiani del cibo di oltre 160 Paesi per riflettere insieme – e operare scambio di prassi e visioni – sul valore umano del cibo buono, pulito e giusto.
L’edizione 2016, per la prima volta, lascerà gli spazi chiusi di un centro fieristico come il Lingotto, per spostarsi nelle strade del centro storico di Torino, aperta davvero a tutti e alle relazioni più ampie possibili. Il tema che farà da legame agli incontri e alle proposte è: «Volere bene alla terra». Sarà un’occasione per mettere al centro il valore e la dignità di chi si prende cura ogni giorno del pianeta, pur senza fare clamore, producendo e coltivando con rispetto e passione. Ma sarà anche l’occasione per rilanciare e rivalutare i mestieri contadini, offrendo un’occasione per far crescere la consapevolezza che è possibile instaurare un’evoluzione che faccia cambiare l’etica del mondo. Potete trovare tutte le informazioni dettagliate sul sito web www.terramadre.info.
La recente lettera enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ (24 maggio 2015) accende una luce nuova su questo evento. Tanti sono i temi che si richiamano tra loro e che costruiscono una sorta di ponte tra Terra Madre e il documento pontificio, facendo del primo una sorta di occasione anche per le nostre comunità cristiane. Occasione di natura pastorale ed educativa, nel solco dell’attenzione ad un’ecologia globale di cui tutti siamo responsabili.
Ed ecco, allora, due proposte che porto alla vostra attenzione.
I. Una piccola rete di famiglie e gruppi disponibili all’accoglienza temporanea. I delegati delle varie comunità del cibo sono, per lo più, semplici operatori agricoli o della produzione di cibo. Molti di loro non sono mai usciti prima dal Paese di origine. Non hanno le possibilità economiche per sostenere grandi spese per partecipare alla manifestazione. Per di più sono molto interessati ad instaurare qualche relazione umana con altre persone, non solo basata sugli interessi produttivi, ma anche su quelli umani più profondi. Per questo l’organizzazione – che fa capo a Slow Food – fin dall’inizio ha provato a costruire una rete di accoglienza temporanea tra famiglie o piccoli gruppi, in grado di dare ospitalità nei giorni dell’evento. È nata la cosiddetta “rete delle città di Terra Madre” che vede – nei confini della nostra diocesi – già attivi i territori di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Grugliasco, Druento, Moncalieri, Nichelino, Pianezza, Piossasco, Rivoli, Rosta, San Gillio, Venaria, Villarbasse, Volvera (nel distretto ovest); Aramengo, Berzano, Buttigliera d’Asti, Castelnuovo don Bosco, Chieri, Passerano Marmorito, La Loggia, Marene, Savigliano, Racconigi, Cavallermaggiore (nel distretto sud est). E, naturalmente, Torino e altre zone territoriali esterne alla nostra Diocesi.
Per come è organizzato l’evento nel 2016 sarebbe interessante riuscire adimplementare le disponibilità di accoglienza, soprattutto in Torino città e nella prima cintura. Perché non aderire a questa necessità anche come famiglie cristiane e come comunità parrocchiali? Non si tratterebbe di un onere impossibile, visto che serve disponibilità per i cinque giorni della manifestazione. Un posto per dormire, la possibilità stare un po’ con gli ospiti magari talora accompagnandoli ai luoghi della manifestazione, qualche pasto consumato insieme. L’organizzazione ha previsto un modulo dettagliato per raccogliere la disponibilità di famiglie o gruppi, capace anche di tenere conto della situazione dell’ospitante in modo da poter “associare” al meglio domanda e offerta. Una occasione per sperimentarsi in piccolo sul tema dell’ospitalità cui tanto spesso ci richiama il Santo Padre. Ma anche opportunità per sentire senza interposta persona le storie di sviluppo, i percorsi di vita, le attese di chi abita lontano da noi ma è ormai interconnesso con noi.
II. Un’occasione di riflessione pastorale sui temi dell’ecologia
A fianco dell’ospitalità potrebbe essere interessante organizzare con gli ospiti un momento di approfondimento su alcuni dei temi forti del meeting, partendo dalle sollecitazioni contenute nella Laudato Si’. E qui entra il possibile lavoro delle parrocchie e delle Associazioni. Nei mesi passati sia l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro sia l’Ufficio Missionario Diocesano hanno già offerto alcune occasioni di approfondimento sulla lettera del Papa. In occasione di Terra Madre, le parrocchie potrebbero trasferire sul territorio qualche iniziativa, partendo dalle esperienze degli ospiti. I due Uffici citati sono pienamente disponibili ad aiutare nell’organizzazione di momenti di riflessione, anche a livello di Unità pastorale. Insomma, un’occasione di mostrare la fraternità e insieme provare ad entrare con maggiore attenzione nei temi ambientali che tanto ci stanno a cuore, ma che non sempre riusciamo ad approfondire con intenzione pastorale.
Vi chiedo, dunque, di portare all’attenzione delle nostre comunità parrocchiali queste possibili iniziative, suggerendo anzitutto la possibilità dell’accoglienza a famiglie, gruppi, comunità religiose. Laddove, fuori Torino, sia già attiva una rete di accoglienza, si possono far confluire le disponibilità nella rete stessa. Per tutto il resto potete fare riferimento alla Caritas diocesana, inviando un’email all’indirizzo caritas@diocesi.torino.it con il modulo, che trovate allegato, debitamente compilato, in caso di disponibilità all’accoglienza; oppure inviando i vostri suggerimenti (che verranno poi presi in carico dai due altri Uffici citati). Rispetto all’accoglienza, un incaricato di Slow Food contatterà le persone per definire gli aspetti operativi.
Certo della vostra risposta positiva, vi saluto e vi benedico.
Arcivescovo di Torino