Nell’anno dell’ostensione della Sindone e del bicentenario della nascita di Don Bosco, la nostra Chiesa Diocesana punta l’attenzione sul significato dell’Amore più grande, quello che viene da Dio e di Dio è manifestazione.
L’amore più grande è dare la vita, ci dice Giovanni nel Vangelo al capitolo 15.
Dare può significare donarsi, ma anche do-nare vita, ovvero “far vivere”. Esattamente come i genitori che fanno vivere, anche la testimonianza di carità è chiamata non solo a rigenerare i poveri con la speranza e il calore della relazione, ma anche ad offrire loro gli strumenti perché possano crescere, mettendo in gioco la loro responsabilità.
Nella complessità di questi anni attraversa-ti dalla crisi, in cui tanti cercano soluzioni palliative che rischiano di farci ritornare all’assistenzialismo sterile, riflettere sul va-lore degli strumenti di crescita è tutt’altro che secondario.
È volontà di incarnare nell’oggi l’Amore più grande. Dare vita come offerta di strumenti è, forse, la definizione migliore di formazio-ne, uno dei tre pilastri che l’Agorà del Sociale ha fatto emergere. Ed è appunto su questa prospettiva che il convegno del 21 marzo ci guiderà. A partire dal dono di sé, che è il presupposto indispensabile perché ogni strumento offerto non sia solo strategia, ma vero accompagnamento e forte fraternità.
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