L’uscita dal lockdown e la lenta ripartenza della vita pastorale «a misura di sicurezza» possono aiutare le nostre comunità a spingersi oltre il limite del «si è sempre fatto così». Il virus, infatti, ha sconvolto la vita ed interrotto abitudini e, come bassa marea (S. Morra), ha lasciato allo scoperto ciò che sta sul fondo: tante bellezze nascoste, forse non sempre riconosciute e che certamente andranno curate e custodite, ma anche rifiuti, scarti, prassi di cui vedevamo i limiti e che stancamente continuavamo a portare avanti.
La grazia paradossale lasciata in eredità alla Chiesa da questo tempo è la necessità di fare discernimento. Essa domanda la pazienza di tempi lunghi per riconoscere ed assecondare l’agire di Dio dentro la storia e l’umiltà di chi sa prendere le distanze dalle proprie sicurezze per leggere gli eventi con uno sguardo spirituale. Anche in catechesi fare discernimento non è più un optional. Non ammetterlo sarebbe come sprecare questa crisi e, spinti dall’emergenza, rischiare di trasformare il «nulla sarà più come prima», che tante volte abbiamo ripetuto in questo strano tempo, in «facciamo che ritorni come prima nel più breve tempo possibile».
L’incertezza di questo tempo chiede di vigilare perché la vertigine del vuoto – delle agende pastorali, delle chiese, dei locali parrocchiali – non trasformi lo zelo e la carità pastorale in ansia. In questo senso, accogliere la fatica, l’indeterminatezza, la frustrazione, la rabbia di non poter fare di più e di non sapere bene come e cosa fare, non è inazione ma è il primo passo del discernimento e un tratto della conversione pastorale. È questo il modo in cui, come Ufficio Catechistico, vorremmo accompagnare le comunità – le Up, le parrocchie, le associazioni e i movimenti – nel prossimo anno, sostenendoci reciprocamente nel guardare con realismo le condizioni mutate in cui siamo chiamati all’annuncio del Vangelo e aiutandoci ad immaginare con ragionevole creatività le forme della catechesi che potrebbe essere.
In questi mesi, in continuo accordo con il Vescovo e in sintonia con la regione ecclesiastica Piemonte-Valle d’Aosta e con l’Ufficio Catechistico Nazionale stiamo cercando di immaginare occasioni e di predisporre strumenti – non ricette preconfezionate – che aiutino a discernere insieme linee sostenibili di orientamento. Il primo appuntamento è per la tradizionale giornata diocesana dei catechisti che, quest’anno, è anticipata al 17 settembre e proposta in una forma di partecipazione mista – in presenza fisica, al S. Volto, per alcuni, e virtuale, per mezzo di un collegamento su piattaforma digitale, per altri.
I vincoli che questa situazione impone possono aprire ad opportunità sorprendenti e spingere alla valorizzazione di modi altri e plurali, dell’annuncio. Per questo, nuove modalità e occasioni formative diverse saranno messe in cantiere. In questo procedere a tentoni, ciò che ci sta anzitutto a cuore è evocare, con ragionevolezza e speranza, la solidarietà di un cammino ecclesiale e la compagnia nella ricerca di orientamenti.
don Michele ROSELLI, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano
(Da «La Voce E il Tempo» del 2 agosto 2020)