Carissimi accompagnatori, animatori, catechisti e religiosi, la Consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale ha preparato una bella lettera che indica alcuni criteri per accompagnare l’annuncio del Vangelo in questo tempo tanto particolare e difficile.
Ci permettiamo di accompagnarla, sottolineandone le tre parole che la animano: essenzialità, interiorità e comunità. Nel dialogo tra tanti responsabili delle chiese locali, da cui il messaggio è nato, è emersa infatti la necessità di richiamarci al gusto della buona notizia. Ci sembra urgente allora vigilare su alcuni atteggiamenti che, pur giustificati nei primi giorni dell’emergenza, ora possono maturare in toni più saggi ed accorti.
In particolare, potremmo aiutare tutte le nostre comunità a vivere l’annuncio e la catechesi con una sapiente sobrietà digitale. Questi strumenti si stanno rivelando dei formidabili luoghi d’incontro, sicuri e ricchi. Eppure, comincia ad emergere una certa fatica per l’abbondanza non sempre verificata del materiale che si fa circolare, anche sui nostri canali. Potremmo forse concretizzare in questo modo il richiamo della lettera all’essenzialità.
Una seconda riflessione riguarda il giusto invito a svolgere narrazioni, attività e celebrazioni in casa. Non sempre i genitori o le famiglie si ritrovano in proposte di preghiera domestica a cui non sono abituati, talvolta hanno un rapporto piuttosto distaccato con la fede, e magari sono messi in crisi, come noi tutti, dal tempo difficile che stiamo vivendo. Occorre verificare sempre la semplicità e l’inclusività di ciò che si offre, permettendo agli adulti coinvolti di lasciarsi interpellare essi stessi, mentre con i figli ascoltano la Parola e pregano insieme.
Infine, ci sembra che l’attenzione alla comunità e all’interiorità ci porti a concentrarci sul ricco periodo dell’anno liturgico che stiamo vivendo: la Quaresima, le sue domeniche, presto la Settimana santa, il Triduo e la Pasqua del Signore. Questo, lo sappiamo, è il centro della fede: il mistero della passione e della Risurrezione del Cristo sono capaci di raccogliere tutto il dolore, le domande e le attese, anche di questo tempo. Se la nostra catechesi riesce a tenere accesa la luce su questa tensione liturgica, essa ha già svolto molto del suo prezioso servizio. Non preoccupiamoci troppo della completezza dei nostri programmi: il Signore è esperto nel riaprire per noi cammini nuovi.
Nella Lettera stessa si trovano spunti preziosi e ricchi di concretezza per continuare la nostra missione di servitori.
Chiediamo al Signore della storia il dono di vivere da discepoli di Gesù, testimoni della forza della sua Risurrezione con la certezza che “Egli ci ama, ha dato la sua vita per salvarci, e adesso è vivo al nostro fianco per illuminarci, per rafforzarci, per liberarci” (cf. EG 164).
La Consulta dell’Ufficio Catechistico regionale