Dopo mesi di consultazioni e di dialogo con alcune realtà della nostra Diocesi, l’Arcivescovo card. Giovanni Saldarini il 25 gennaio 1995, nella festa della conversione di san Paolo, istituì il “Servizio diocesano per il catecumenato”, i cui “Orientamenti e Norme” sono stati aggiornati in seguito dai successori il card. Severino Poletto e S.E. mons. Cesare Nosiglia.
Lo scopo del “Servizio” è principalmente quello di esercitare ciò che afferma il Codice di Diritto Canonico al can.863: “Il Battesimo degli adulti, per lo meno di coloro che hanno compiuto i quattordici anni, venga deferito al Vescovo diocesano, perché, se lo riterrà opportuno, lo amministri personalmente”. In tal modo, il “Servizio” fa da tramite tra l’Arcivescovo e le parrocchie (o Unità pastorali) per verificare che il Battesimo degli adulti sia celebrato secondo le indicazioni del “Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti” e gli “Orientamenti e le Norme”, emanate dai nostri Vescovi in sintonia con le analoghe Note sull’Iniziazione Cristiana della Conferenza Episcopale Italiana, pubblicate tra il 1997 e il 2003. Chiunque può leggere sul Sito della nostra Diocesi, nell’ambito degli Uffici, tali norme e orientamenti per ottenere chiarificazioni sull’argomento.
In 25 anni il “Servizio diocesano per il catecumenato” ha svolto un lavoro quotidiano, formando soprattutto gli accompagnatori (singolarmente o nell’apposito corso): essi nelle comunità cristiane hanno accompagnato italiani e stranieri, generandoli alla vita cristiana. Nel corso dei due anni di cammino noi stessi abbiamo spesso incontrato i catecumeni, nei ritiri e nei colloqui personali di discernimento, cercando di aiutare coloro che sono in difficoltà a superare le difficili situazioni affettive. Purtroppo spesso in diocesi il “Servizio diocesano per il catecumenato” è stato snobbato, quasi fosse un reperto archeologico, invece che una precisa disposizione del Concilio Vaticano II e una necessità urgente oggi per rispondere alla ricerca di molti adulti che chiedono di diventare cristiani o semplicemente desiderano riscoprire la fede sopita. In venticinque anni sono stati 1243 gli adulti annotati nel “Registro diocesano dei catecumeni”, senza contare chi è stato battezzato abusivamente in parrocchia, senza il permesso dell’Arcivescovo e con una sommaria catechesi.
Opportunamente il nostro Arcivescovo, nella lettera pastorale dell’8 settembre 2019 [“Il tesoro nascosto e la perla preziosa”], nel capitolo dedicato a come diventare cristiani “adulti” scrive: “Per tutti resta decisivo avviare un impianto pastorale che faccia riferimento al modello dell’iniziazione cristiana, dove interagiscono insieme i vari momenti o tappe: l’accoglienza e il primo annuncio, l’itinerario catecumenale con le sue varie tappe, la celebrazione e la preghiera, nutrito da esperienze di fede e di vita cristiana ed ecclesiale, l’accompagnamento mistagogico dopo la celebrazione dei sacramenti […] Non si tratta di porre in atto strutture particolari, ma di accompagnare passo passo le persone con una cura e attenzione al soggetto e alle sue concrete esigenze di fede e di vita.”
Non si può operare l’accompagnamento di un adulto, generandolo alla vita cristiana, senza una formazione adeguata che aiuti a cambiare mentalità pastorale e diventare missionari “in uscita” e affrontare la nuova situazione in cui la fede per molti oggi possiede un’identità vaga e una senso di appartenenza del tutto assente. L’iniziazione cristiana degli adulti offre uno strumento pratico per affrontare una simile situazione. Le maggiori energie che la piccola équipe diocesana spende è proprio rivolta alla formazione degli accompagnatori dei catecumeni per aiutarli ad acquisire la mentalità e gli strumenti necessari a questa missione.
Nell’esperienza da noi maturata in questi venticinque anni, abbiamo affrontato le situazioni più diverse e impensate. Ci siamo resi conto che, quando gli accompagnatori sono stati fedeli a una preparazione specifica e hanno compiuto con il loro/la loro catecumeno/a un adeguato percorso, chi è diventato cristiano ha proseguito nel suo impegno di vita nuova, mettendosi anche al servizio della comunità in diverse maniere. Gli accompagnatori hanno imparato a intrecciare la propria testimonianza di fede con la storia del catecumeno stesso e soprattutto con la storia di Gesù nel Nuovo Testamento, Diversamente, ottenuti i Sacramenti, sono di nuovo scomparsi dal nostro orizzonte, come accade per molti presunti cristiani che si avvicinano per un attimo a chiedere un sacramento e poi si disperdono di nuovo nella Babilonia, abitata da una mentalità pagana e materialista.
Il Signore nel suo disegno provvidenziale ha voluto affidare al sottoscritto e a chi ha lavorato in questi anni per ottenere faticosamente i risultati richiesti, a cominciare dai primi collaboratori Daniela Brondino, Daniela Canardi, Marco Metti. Oggi i membri dell’équipe, ormai pratici del contesto pastorale in cui operano, sono Monica Cusino, che in Curia ogni mattina riceve e ascolta, motivandoli, gli accompagnatori e i parroci, interessati dalle richieste di vivere la vita cristiana. Il diac. Giorgio Agagliati partecipa ai ritiri e alle celebrazioni diocesane e spesso anche ai percorsi formativi degli accompagnatori. A queste preziose collaborazioni, spesso sottovalutate, si aggiungono quelle dei coniugi Morelli Francesco e Rosetta che gestiscono l’aspetto liturgico nelle celebrazioni diocesane, insieme a Tomasetto Andrea e Astolfi Luca con il loro valido supporto a molteplici competenze di cui c’è bisogno. Per quanto mi riguarda è tuttora un’esperienza straordinaria e commovente vedere l’entusiasmo che giovani e adulti, coppie e singoli, italiani e stranieri esprimono negli incontri diocesani. Una volta, in un ritiro, anche mons. C.Nosiglia ha provato questi sentimenti. Finché anni e salute mi concedono di svolgere questo servizio, per incarico dell’Arcivescovo, darò tutte le mie forze, sull’esempio dell’apostolo Paolo, perché “noi non siamo come quelli che fanno mercato della Parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo” (2 Cor 2,17). Pur nei nostri limiti, di tempo e di spazi pastorali, “purché in ogni maniera Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene” (Fil 1,18). Affinché quanti sono stati battezzati in questi anni si rivestano definitivamente di Cristo (cf Gal 3,27), siccome “tutti sono chiamati in Cristo Gesù a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi delle stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 3,6). Con l’apostolo Paolo, nella festa della sua conversione, siamo stati incaricati dell’evangelizzazione di pagani oggi e con la sua protezione ci auguriamo anche noi di poter “combattere la buona battaglia, terminare la corsa, conservare la fede” (2Tm 4,7).
Don Andrea Fontana,
nel venticinquesimo anniversario
dell’istituzione del “Servizio per il catecumenato” nella nostra Diocesi.