Nel mondo e in Italia il fatto di essere cristiani si qualifica sempre di più come una scelta libera e responsabile: anzi, spesso è una scelta che esige una testimonianza controcorrente nella società e nella cultura diffusa tra la gente oggi. Essere cristiani, pur essendo un aiuto a vivere meglio seguendo il Vangelo di Gesù, si dimostra scelta coraggiosa e strada verso la libertà dalla mentalità consumistica e pagana della maggioranza. Gli idoli di ogni genere sono rifiutati; i compromessi e le percezioni della vita che portano all’arrivismo, alla mistificazione dell’apparenza, dell’egoismo, del soggettivismo, sono rifiutati da chi si propone di vivere sul serio il Vangelo. Appare sempre più evidente che non è ovvio essere cristiani in questo tipo di società. Quando si diventa cristiani da adulti si cerca un orientamento di vita, una scelta di appartenenza, una fede “viva, dichiarata, operosa”.
Ne sono testimonianza i 67 catecumeni che la sera del mercoledì delle Ceneri saranno accolti dall’arcivescovo in Cattedrale per essere scelti attraverso il Rito della Elezione ed accolti nella comunità cristiana. La metà di essi sono italiani e hanno maturato la loro decisione in seguito ad un incontro con cristiani che, in occasione di un legame affettivo o di un’esperienza particolare, li hanno scossi e aiutati a mettersi in discussione. Una quindicina sono albanesi ormai stabilizzati in Italia e liberi di scegliere la loro appartenenza di fede, che già era per alcuni di essi intimamente coltivata. Altri catecumeni provengono dalle comunità etniche presenti nella nostra diocesi di africani francofoni o anglofoni (Costa d’Avorio, Cameroun, Congo) oppure dai paesi dell’est.
Tutti i catecumeni hanno potuto scoprire il volto del Dio cristiano espresso da Gesù di Nazareth lungo il percorso durato circa due anni, accompagnati da una coppia di cristiani che in cammino con loro li hanno seguiti passo a passo, introducendoli poco per volta nelle parrocchie dove abitano e aiutandoli a familiarizzarsi con i gesti, i simboli e la vita dei cristiani. Il Rito in Cattedrale rappresenta il “cardine” di tutto il catecumenato, poiché, dopo il discernimento dei candidati avvenuto nei giorni precedenti per capire se sono pronti a vivere la fede in Cristo, l’Arcivescovo ne riceve conferma e iscrive i loro nomi tra coloro che saranno battezzati nella Veglia Pasquale. Affinché il Rito sia celebrato “nella verità” occorre che il discernimento sia stato efficace: ed infatti, le cose non vanno da sé, ma ogni anno tanti che avevano cominciato il cammino con motivazioni superficiali sono poi venuti meno e si sono ritirati.
Mons. Nosiglia celebrerà i sacramenti dell’iniziazione in Cattedrale nella Veglia pasquale di quest’anno con una quindicina di catecumeni, mentre gli altri li celebreranno nelle rispettive comunità parrocchiali. Certamente i “nuovi cristiani” (neofiti) saranno per tutti uno stimolo a crescere nella fede, confermando anch’essi la scelta gratuita e libera di aderire a Cristo in tutte le dimensioni della vita.
don Andrea Fontana