Comunicatori miti in mezzo alle guerre fatte di parole, che non di rado accendono la miccia di guerre fatte di bombe e sangue. Donne e uomini a caccia di “scintille del bene”, di storie che allargano il cuore e generano fraternità, mentre dissipano indifferenza, diffidenze, odio. In una parola, cronisti della speranza ovunque si annidi. Ecco il “sogno” del Papa per i professionisti dei media nell’anno del Giubileo. Papa Francesco ne parla nel suo Messaggio per la 59-ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, reso noto venerdì 24 gennaio 2025, giorno in cui la Chiesa ricorda San Francesco di Sales Francesco, patrono dei giornalisti e comunicatori. Un messaggio che parte da una disamina dei modi attuali di fare informazione spesso tutt’altro che creatrice di speranza.
Il paradigma che ispira la visione del Papa, si legge nel Messaggio, viene dalla prima lettera di Pietro, in cui l’apostolo invita i cristiani a essere «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». Uno sprone nel quale Francesco individua tre messaggi tipici della comunicazione cristiana: saper «vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto», saper riverberare la bellezza dell’amore di Dio e la sua novità, saper comunicare con “mitezza”. Sogno, soggiunge Francesco, «una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare». Per fare ciò, indica il Papa, «dobbiamo guarire dalle ‘malattie’ del protagonismo e dell’autoreferenzialità, evitare il rischio di parlarci addosso».
In allegato il testo integrale del MESSAGGIO