Mercoledì 15 giugno 2022 anche la Diocesi di Torino ha attivato un proprio account ufficiale sulla piattaforma di podcasting Spreaker. Nei prossimi giorni vi verranno caricati i file delle omelie dell’arcivescovo mons. Roberto Repole e altre proposte di ascolto spirituale e pastorale, attualmente in fase di progettazione.
Per accedere all’account Spreaker della Diocesi cliccare sul seguente link: https://www.spreaker.com/user/16612220
Ma che cos’è un podcast?
Da un punto di vista tecnico, i podcast sono files audio, solitamente di natura seriale a episodi, che si scaricano da Internet sul proprio smartphone attraverso piattaforme dedicate (come, appunto, Spreaker). Le piattaforme di podcasting solo un po’ l’equivalente audio di YouTube (dedicato ai video). I podcast non sono un fenomeno nuovo, anzi: risalgono ai primi anni Duemila, quando la facilità di accesso alle tecnologie di registrazione audio e di distribuzione via internet diedero vita a un formato nuovo che si poteva scaricare gratuitamente e ascoltare sul proprio iPod (tanto che il «pod» nel nome è un riferimento abbastanza diretto al player mp3 di Apple).
Se un programma radiofonico viene definito da una lunghezza prestabilita e da tempi irreggimentati dalle pause e dagli stacchi, un podcast è invece composto da puntate in forma libera ed è definito principalmente dall’argomento trattato, senza imposizioni su formato o durata. Questa fluidità che rende un po’ complicato dare una definizione immediata di podcast è anche la grande forza del medium, che si presta a raccontare, parlare e far parlare di qualsiasi argomento.
Ci sono infatti podcast per tutti i gusti e tutti gli interessi: dalle inchieste giornalistiche ai racconti seriali, dai corsi di lingua a quelli di crescita personale, dai percorsi spirituali alle ultime novità di uno specifico settore. L’orizzonte dei podcast, grazie alla facilità di accesso agli strumenti di produzione e alla creatività dei creatori, è potenzialmente sconfinato.
Come si ascoltano i podcast?
Basta possedere uno smartphone e un paio di cuffie e collegarsi alle piattaforme di distribuzione (come appunto Spreaker o Apple Podcast o Spotify). D’altronde ascoltare qualche episodio è il modo migliore per capire a fondo cosa sono i podcast e come funzionano.
In Italia, come in molte altre parti del mondo, il fenomeno sta crescendo: secondo di dati di uno studio Nielsen, nel nostro Paese gli ascoltatori di podcast sono passati da circa 850.000 nel 2015 a 2,7 milioni alla fine del 2018. Negli ultimi tre anni, e ancora di più con la spinta della pandemia, i podcast sono cresciuti in numero, in qualità, in ascolti e in produzione: secondo i dati rilasciati da Ipsos, a ottobre 2021 gli ascoltatori italiani erano saliti a 9,3 milioni.
Chi ascolta podcast in Italia rientra per il 67-68% nella fascia tra i 18 e i 34 anni, anche se fino al 55% degli over 55 ascolta podcast Fra chi non li ascolta, dicono i dati di Nielsen, la motivazione più frequente non è lo scarso interesse o la preferenza per altre tipologie di contenuti (es. testi o video), ma la mancata conoscenza del servizio. Ed è comprensibile, perché spiegare bene che cosa sia un podcast a chi non ne ha mai ascoltato uno non è semplice. Né è sempre immediato l’accesso agli strumenti di ascolto, nonostante siano gratuiti e disponibili su qualsiasi smartphone.
Insomma… una novità da provare e far crescere anche nella nostra comunità diocesana.