In occasione del Venerdì Santo, venerdì 3 aprile 2015 alle ore 15.45 monsignor Cesare Nosiglia ha incontrato gli abitanti di via Roccavione n. 16, palazzina di proprietà della Diocesi di Torino che da luglio 2014 vede convivere studenti universitari africani, rifugiati e Rom.
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Al primo piano vive la famiglia Rom composta da 9 persone e al secondo piano alloggiano otto studenti universitari, dei quali due rifugiati.
La struttura ha diversi spazi comuni che favoriscono la reciproca conoscenza e la condivisione. Una felice testimonianza di convivenza quotidiana in uno stabile che la Diocesi di Torino ha messo a disposizione tramite l’Ufficio Pastorale Migranti per aiutare nuclei e persone in difficoltà o senza fissa dimora.
Il Vescovo ha reso omaggio a questa esperienza possibile di convivenza proprio nel giorno del Venerdì Santo che precede la Pasqua. Nella stessa occasione, erano presenti anche una rappresentanza dei 50 studenti alloggiati negli altri appartamenti gestiti dall’Ufficio Pastorale Migranti, in parte dati in affitto all’Upm dall’ATC, in parte dati da privati in comodato d’uso gratuito o di proprietà della Diocesi di Torino.
La visita del Nostro Vescovo alle persone che vivono negli alloggi gestiti da UPM è stata anche l’occasione per ricordare e ringraziare quelle famiglie che hanno fatto pratica di carità, mettendo a disposizione le loro proprietà immobiliari per accogliere persone in difficoltà.
(Ampio resoconto dell’incontro sul sito dei settimanali diocesani)
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IL PROGETTO DELL’Ufficio Pastorale Migranti (UPM) A MACCHIA DI LEOPARDO NELLA CITTA’
“Ho vissuto momenti di vero sconforto. Da subito dormivo per strada e la mattina andavo a lezione come se tutto fosse normale. Poi è venuto il momento del dormitorio, da cui dovevo uscire alle 7 e per tutto il giorno non avevo dove andare. Dopo qualche mese di attesa, l’Ufficio Pastorale Migranti mi ha offerto un alloggio dove vivere, che condivido con un altro studente. Stavo per perdere tutto, e oggi mi trovo a scrivere la tesi e quindi a raggiungere un traguardo”. È la storia di J., studente camerunense entrato all’inizio del 2014 in uno degli alloggi gestiti da Upm.
Il progetto alloggiativo per studenti universitari dell’Ufficio Pastorale Migranti è nato nella seconda metà 2013, quando è emerso il fenomeno di perdita della idoneità all’ottenimento della borsa di studio e dell’alloggio da parte di numerosi studenti universitari stranieri iscritti al Politecnico o all’Università di Torino. L’Upm ha cercato di dare una risposta alle tante richieste di aiuto, e ha deciso di ampliare l’accoglienza alloggiativa che sino ad allora aveva riguardato immigrati in difficoltà. La prima realtà che ha ospitato studenti universitari stranieri si trova a Grugliasco, e ha visto la collaborazione dell’Associazione L’isola che non c’è.
Attualmente sono una quindicina gli alloggi gestiti dall’Ufficio, dove abitano circa 50 persone, per più del 90% studenti universitari.
Alcuni di questi alloggi sono stati concessi all’Upm da privati, che hanno messo a disposizione appartamenti di loro proprietà con una forma di comodato d’uso gratuito, in virtù del quale le spese di gestione sono limitate alle utenze e alle spese condominiali. Altri sono case Atc in affitto all’Upm, altri ancora di proprietà della Diocesi di Torino.
“Ho deciso di offrire un appartamento all’Upm perché credo che in questo momento a Torino l’emergenza sia legata alla casa e al lavoro. Non ero in grado di dare opportunità lavorative, ma avevo la possibilità di offrire una casa. E l’ho fatto”, afferma B. B., proprietario di uno degli alloggi gestiti da Upm.
Agli utenti è richiesto di contribuire alle spese correnti con un minimo di impegno, correlato alle loro disponibilità contingenti.
Alcuni di questi studenti hanno conseguito la laurea, in parte proseguono gli studi con corsi magistrali e in parte sono alla ricerca di un lavoro. In entrambi i casi, il coinvolgimento dell’Upm continua.
Sono numerosi gli studenti che frequentano il corso di laurea in scienze sociali e antropologiche. L’Upm per questi studenti offre esperienze di mediazione interculturale in qualità di volontari nel centro di accoglienza dello stesso.
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STUDENTI UNIVERSITARI STRANIERI A TORINO
Secondo il rapporto Knowledge Migration pubblicato da Fieri (Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’immigrazione) e la Camera di Commercio di Torino lo scorso marzo, nel panorama italiano, il Piemonte si distingue come un contesto all’avanguardia. Gli atenei della regione hanno registrato un incremento significativo, passando in 10 anni da 1.573 studenti internazionali a 8.986 a 8.986 (+471% dall’a.a. 2003/2004 all’a.a. 2013/2014).
L’incremento si è registrato in particolare nel 2007/2008, quando il tasso di iscritti stranieri ha cominciato a discostarsi dalla media nazionale, per raggiungere nell’anno accademico 2013/2014 un’incidenza dell’8,4%, in linea con la media europea (8%) e doppia rispetto a quella. Questo risultato deriva da una crescente capacità attrattiva degli atenei piemontesi, sia per merito della qualità dell’insegnamento e della ricerca, sia come risultato dell’implementazione di politiche di internazionalizzazione finalizzate ad attrarre studenti dall’estero. Gli Atenei che contano la maggiore presenza di studenti stranieri sono quello di Scienze gastronomiche e il Politecnico di Torino (rispettivamente 21,5% e 15,2%).
Questi 5.700 studenti provengono in prevalenza da Cina (il 26,3%), Iran (l’8,5%), Camerun (il 6,7%) e Albania (il 6,7%).
Dei 5.700 studenti stranieri immigrati per frequentare l’università, il 33% (1.871) frequenta l’Università di Torino e il 67% (3.829) il Politecnico. Gli studenti internazionali iscritti al Politecnico principalmente arrivano da Cina (33%), Iran (10%), Pakistan (9%), paesi dai quali proviene più della metà degli studenti internazionali.
Invece all’Università di Torino gli studenti internazionali si distribuiscono piuttosto equamente tra le cittadinanze albanese (16%), cinese (12%) e romena (11%) seguite da quelle camerunese e marocchina, cinque nazionalità che insieme totalizzano il 54% degli studenti che provengono dall’estero.
Coloro che non hanno potuto contare sull’ospitalità di parenti o conoscenti, attraverso le reti personali o la mediazione dell’associazione di riferimento, hanno adottato all’arrivo a Torino soluzioni abitative temporanee di altro genere, in attesa di trovare una sistemazione stabile e il più possibile conforme alle proprie esigenze e aspettative. Fra queste vi sono strutture private, come ostelli della gioventù e hotel, o strutture di accoglienza del privato sociale.
Dopo una prima fase di insediamento in sistemazioni abitative temporanee, lo step successivo è il reperimento di una collocazione abitativa più stabile. Mentre la maggior parte dei cinesi è orientata a sistemarsi in alloggi condivisi con altri studenti, spesso connazionali, i cui costi sono sostenuti soprattutto dalle famiglie di origine, gli studenti del Camerun tendono soprattutto ad accedere alle residenze universitarie, attraverso l’ottenimento di borse di studio.
Come per l’accesso al posto letto in residenza, così anche per l’erogazione della borsa di studio in somma di denaro, i tagli regionali introdotti a partire dall’anno accademico 2011-2012 hanno prodotto dall’anno successivo un calo del 26% degli studenti stranieri idonei a borsa di studio. Gli esclusi dalle borse si sono così ritrovati a cercare nuove risorse famigliari per provvedere alle proprie spese di vitto e alloggio, contando sul sostegno delle famiglie nel Paese di origine o dei parenti che vivono e lavorano in altri Paesi europei.
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Livio Demarie – Ufficio comunicazioni sociali Diocesi di Torino http://www.www.diocesi.torino.it comunicazioni@diocesi.torino.it