Avevo quasi 16 anni quando ho saputo che non avrei potuto avere figli biologici; un brutto tumore mi ha portato via tanto, ma mi ha anche permesso di diventare la donna e la mamma che sono oggi. A quell’età non ho dato molta importanza alla cosa, mi sono piuttosto concentrata sulla costruzione del mio futuro… Finalmente potevo fare di nuovo progetti, coltivare passioni, possedevo di nuovo una vita e volevo giocarmela al meglio. Una vacanza in America, i primi amori, la fine delle superiori, la scelta di fare un anno di volontariato sociale, di cui sei mesi trascorsi insieme ai bambini denutriti e abbandonati del Brasile, l’Università e poi il lavoro, l’arrivo dell’Amore, quello vero e tanto atteso, il desiderio di fare famiglia…
Ci siamo fatti supportare da una psicologa nel definire il nostro cammino per diventare genitori, e ancora oggi le siamo molto riconoscenti. Abbiamo subito escluso la strada dell’utero in affitto, un’alternativa poteva essere la fecondazione eterologa ma anche rispetto a questa strada sentivamo qualcosa che strideva; non abbiamo mai pensato ad un figlio come a un depositario del nostro patrimonio genetico, bensì come un animo da nutrire e da aiutare a spiccare il volo verso quelle che sarebbero state le sue aspirazioni ed i suoi sogni.
Abbiamo così scelto, con ferma convinzione, la strada dell’adozione. L’abbiamo intrapresa con grande fiducia associata a grande consapevolezza. Il 2 gennaio 2017 abbiamo saputo che saremmo diventati genitori di S., una bimba meravigliosa di due anni, la cui relazione descrittiva riportava: «E’ una bimba con i capelli biondi, ricci, poco domabili che ne rispecchiano il carattere». Con mio marito abbiamo sempre cercato di tenere le porte del nostro cuore spalancate per le sue domande, i suoi pensieri, le sue fatiche, il suo desiderio di riconnettersi con il passato. Pensiamo che tutto ciò sia naturale, che una ferita e una cicatrice vada curata giorno per giorno, anno per anno, evento per evento (soprattutto quelli di ‘confine’ che implicano il lasciare qualcosa).
Come spesso accade l’Amore poi non si divide, ma si moltiplica, e la voglia d scommettere ancora sulla vita ha avuto la meglio… Abbiamo deciso di presentare una seconda disponibilità per l’adozione. In questo secondo iter sono anche entrati in gioco gli Enti autorizzati che curano le procedure adottive all’estero; quello che abbiamo scelto univa grande passione nell’operare in prima linea per la difesa dei diritti dei bambini, insieme ad una insindacabile trasparenza.
Il 18 gennaio 2022, di nuovo all’improvviso, nei nostri cuori è entrato S., anche lui di quasi due anni, un bimbo che ha avuto la fortuna di essere stato attentamente monitorato dai Servizi territoriali nei suoi primi sei mesi di vita, per poi essere accolto da una famiglia affidataria che l’ha nutrito di stimoli e affetto sino all’incontro con noi. Proprio ora siamo alle prese con la costruzione di nuovi equilibri familiari, con tante attenzioni da garantire a nostra figlia primogenita, e altrettante da riservare a chi è appena arrivato, nella costruzione di un legame che sarà finalmente «per sempre». E su quel «per sempre» potrà finalmente sbocciare la nostra nuova famiglia, non di certo perfetta, ma accogliente e desiderosa di spendersi in prima linea perché tutti i bambini privi di una famiglia non rimangano soli.
C.N. – mamma adottiva, assistente sociale da «La Voce E il Tempo» del 10 aprile 2022