«La gente è stufa di sentire parlare degli ebrei. Tra un po’ sui libri di storia sulla Shoah ci sarà solo una riga». Parole terribili, quelle pronunciate da Liliana Segre. Terribili ma ineludibili. I testimoni dello sterminio nazifascista stanno scomparendo, e così i nostri partigiani. Come reagire al rischio dell’oblio e alla stanchezza della Memoria? Come riuscire a interessare le nuove generazioni?
Sono interrogativi che, come Comitato Resistenza e Costituzione, ci poniamo, e non da oggi. Il Comitato nacque nel 1976, negli ‘anni di piombo’, con la convinzione che fosse necessario un impegno istituzionale ma soprattutto culturale ed educativo.
Nelle date fondamentali del nostro calendario civile, come il 27 gennaio e il 25 aprile, non possiamo accontentarci dei rituali e delle cerimonie. Non è sufficiente «commemorare». Non basta un approccio emotivo o retorico, serve uno sguardo critico e problematico su passato per contrastare i tentativi di riscrittura e falsificazione della Storia.
La Memoria non può essere «neutra»: quando facciamo Memoria dobbiamo dire da che parte stiamo. È una falsificazione dire che i martiri delle Fosse Ardeatine furono trucidati in quanto italiani. No, lo furono come vittime del fascismo e con la complicità di altri italiani che avevano scelto di stare dalla parte degli occupanti nazisti. È una falsificazione dire che il merito della Liberazione fu degli Alleati, perché l’apporto dei partigiani è stato fondamentale, soprattutto sul piano morale: fu grazie a loro se abbiamo potuto recuperare la dignità persa dal nostro Paese con l’alleanza con Hitler.
È una falsificazione far credere che sia esistito un «fascismo per bene», che all’inizio ha fatto anche buone cose. Il fascismo, sin dai suoi esordi, fu autoritario e violento. Basta ricordare la «strage di Torino» del 1922, uno degli eventi più significativi della catena di violenze che portarono al governo Mussolini. È una falsificazione dire che anche allora noi italiani fummo gente per bene, non certo come le SS. Noi non fummo gente per bene quando dichiarammo guerra al mondo, marciando accanto alle truppe tedesche. O quando nel 1938 varammo le leggi razziali.
La sfida che portiamo avanti come Comitato è quella di utilizzare formule, modalità e linguaggi nuovi per coinvolgere i più giovani. Lo facciamo con il Progetto Storia, un concorso per le scuole che prevede oltre al tema scritto, anche video, fotografie e un torneo di dibattito; attraverso concerti dedicati ai partigiani o alle staffette partigiane, come avverrà questo 25 aprile all’Auditorium del Lingotto con Vinicio Capossela; realizzando insieme ai nostri tanti partner (dal Polo del ‘900 alla Comunità ebraica, dall’Anpi al Centro Catti agli istituti storici) eventi e iniziative che facciano comprendere alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che, se oggi hanno la fortuna di vivere in un Paese libero e democratico, è grazie ai loro coetanei che 78 anni fa scelsero di stare dalla parte giusta della Storia.
Daniele VALLE, Vicepresidente Consiglio regionale Piemonte e delegato Comitato Resistenza e Costituzione
(da «La Voce E il Tempo» del 23 aprile 2023)