Una canzone originale per il concerto dell’8 aprile al Santo Volto

Il link al video

 A questo link il video del pezzo originale scritto per il concerto dell’8 aprile 2016:

“ Chi ci salverà? ”

(Cuffini-Nieloud)

https://www.youtube.com/watch?v=qz0-WlRgcWU&feature=youtu.be

LASCIARE LA POLTRONA

Giovinezza e morte  : un binomio che ci sembra improponibile. Eppure non è stato così nella sera di Parigi.

Una quantità di ragazzi ha perso la vita  per mano di altri  ragazzi , che a loro volta  hanno violentemente rinunciato alla loro. Cose come queste, non succedono per caso. La reazione impulsiva di chiudersi a riccio,

blindandosi per paura del “diverso” che vive in mezzo a noi, serve a poco o nulla. Sentirsi in guerra  in modo permanente, cercare la contrapposizione frontale tra civiltà e religioni,  sarebbe abboccare all’amo di questi criminali che proprio questo cercano. C’è un piano su cui si muovono e debbono agire i politici, le polizie e gli eserciti .  Noi possiamo influirci poco o niente. Ma ce n’è un altro, non meno importante,  che è quello culturale, sociale e di mentalità, dove è indispensabile fare un gran lavoro paziente , tenace e prolungato nel tempo. Noi possiamo farci tanto. Tocca a noi. Basta rinchiudersi  in salotto, a lanciare accuse o profezie di sventure:  schiodarsi dalle poltrone e andare fuori. Basta salire sulle barricare del ” noi cattolici”, contro tutto quello che non lo è: farsi elemento di unione, collaborazione, far fronte comune con  tutti gli altri per cercare e portare avanti ogni forma possibile di integrazione e coesistenza pacifica tra culture e religioni. C’è da farsi un bel mazzo. Che però passa dalle nostre parole, dai nostri piccoli gesti, dalle nostre chiacchiere da bar, dai nostri interventi pubblici, dal nostro essere presenti nelle piazze, dai nostri pareri, dal nostro modo di vivere e di comportarci .A patto che ci si voglia mettere la faccia , la testimonianza e il “giorno per giorno”.

Il terrorismo, di qualunque matrice esso sia, è una scelta perversa e crudele, che calpesta il diritto sacrosanto alla vita e scalza le fondamenta stesse di ogni civile convivenza. Se insieme riusciremo ad estirpare dai cuori il sentimento di rancore, a contrastare ogni forma di intolleranza e ad opporci ad ogni manifestazione di violenza, freneremo l’ondata di fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il progresso della pace nel mondo. Il compito è arduo, ma non impossibile. Il credente infatti sa di poter contare, nonostante la propria fragilità, sulla forza spirituale della preghiera.

Cari amici, sono profondamente convinto che dobbiamo affermare, senza cedimenti alle pressioni negative dell’ambiente, i valori del rispetto reciproco, della solidarietà e della pace. La vita di ogni essere umano è sacra sia per i cristiani che per i musulmani. Abbiamo un grande spazio di azione in cui sentirci uniti al servizio dei fondamentali valori morali.

Quante pagine di storia registrano le battaglie e le guerre affrontate invocando, da una parte e dall’altra, il nome di Dio, quasi che combattere il nemico e uccidere l’avversario potesse essere cosa a Lui gradita. Il ricordo di questi tristi eventi dovrebbe riempirci di vergogna, ben sapendo quali atrocità siano state commesse nel nome della religione. Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro. La difesa della libertà religiosa, in questo senso, è un imperativo costante e il rispetto delle minoranze un segno indiscutibile di vera civiltà”.

 

( Benedetto XVI, Colonia, 2005
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