Oggi la lebbra è ancora diffusa ed in aumento in vari Paesi del mondo, a causa dei fattori e dei determinanti sociali ad essi correlati:
Mancata diagnosi: ancora molte persone con la malattia non sono diagnosticate, per effetto delle difficoltà operative che affrontano i programmi di controllo dei Paesi endemici.
Diagnosi tardiva: a causa del difficile accesso ai servizi di trattamento ambulatoriali e della scarsa qualità dell’assistenza offerta. La precocità della diagnosi è essenziale per interrompere la
catena di trasmissione e per prevenire le disabilità.
In molti dei Paesi la malattia non è più considerata una priorità, conseguentemente, sono venute a mancare risorse umane adeguatamente formate, con una diminuzione della capacità diagnostica e del controllo dei contatti domiciliari delle persone colpite.
Lo stigma nei confronti delle persone colpite è un grave problema sociale: dopo il trattamento, molte persone, soprattutto se presentano disabilità, rimangono isolate, senza lavoro e senza
opportunità di reinserimento sociale. Ancora oggi in vari Paesi si segnalano violazioni dei diritti umani e sono in vigore leggi che tendono ad emarginare le persone colpite dalla lebbra.
Nonostante l’obiettivo prefissato dall’Assemblea mondiale della sanità di raggiungere entro il 2030 il traguardo “zero lebbra” i casi di lebbra nel mondo sono in crescita . I dati per il 2023 provengono da 184 Paesi (su 221) e mostrano che il numero annuale delle persone diagnosticate nel mondo è aumentato del 5%, rispetto all’anno precedente: 174.094 persone nel 2022 e 182.815 persone nel 2023 (di cui 72.845 donne, corrispondenti al 39,9%). Questi sono solo alcuni dati emersi dall’ultimo rapporto annuale sull’andamento della lebbra nel mondo pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Analizzando il rapporto Oms, osserva l’Aifo, anche per il 2023 si conferma la concentrazione delle persone diagnosticate soprattutto in tre Paesi: Analizzando i dati, al primo posto risulta l’India (107.851 persone), seguita dal Brasile (22.773 persone) e dall’Indonesia (14.376 persone), la cui somma è pari al 79,3% del totale mondiale. Altri Paesi con un numero significativo di persone diagnosticate (superiore a 1.000) sono (in ordine alfabetico): Bangladesh, Etiopia, Filippine, Madagascar, Myanmar, Mozambico, Nepal, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Tanzania.
Nonostante la percentuale di minori diagnosticati sia diminuita progressivamente negli ultimi anni, il numero assoluto è ancora alto e in aumento e dimostra come la trasmissione della malattia sia ancora attiva e precoce. Nel 2023, “tra i nuovi casi 10.322 sono stati bambini/e (minori di 15 anni), ovvero il 5,7% del totale. Il 39,9% dei casi globali si riscontrano invece tra le donne”.
Purtroppo, il numero è ancora preoccupante e in aumento il numero di persone diagnosticate con disabilità gravi: nel 2023, tra le persone diagnosticate, 9.729 (5,3 %) presentavano disabilità gravi, di cui 266 bambini/e (2,7 %), mentre nel 2022 erano 9.557 (5,5%).
Dalla tabella, con il numero delle persone diagnosticate negli ultimi sei anni (2018-2023), distribuito per Regioni dell’OMS, si riscontra che la pandemia causata dal Covid-19 ha comportato una riduzione di quasi un terzo delle persone diagnosticate tra il 2019 e il 2021, ma si registra un aumento del 30% negli ultimi due anni. (Fonte: Periodico Aifo nov-dic 2024)
La Chiesa incarna il Vangelo assistendo i fratelli malati di lebbra in 525 lebbrosari diffusi principalmente in Asia (260) ed Africa (205) (Fonte: Dossier Fides Statistiche 2024 Chiesa Cattolica). Vedi anche il servizio dei missionari della nostra Diocesi al fianco dei Malati di Lebbra sostenuti con la colletta diocesana per l’Assistenza ai Malati di Lebbra 2024 (clicca qui per visualizzare e scaricare il rendiconto della raccolta).
Il prossimo 26 gennaio 2025, celebreremo la 72ª Giornata mondiale dei malati di lebbra.