Sono appena tornata dall’India, dalla cittadella della salute di Jesu Ashram di Matigara (West Bengal) dove da alcuni decenni, grazie anche al costante sostegno delle comunità dell’Arcidiocesi di Torino, SoS India sta offrendo agli ammalati di lebbra un luogo sicuro in cui trovare cure gratuite di qualità, attenzione alla persona e, per quello che è possibile visti i pregiudizi che ancora colpiscono questa malattia, una integrazione dei guariti nella società. Come ci racconta il responsabile della cittadella della salute, p. Julius, e come ho visto anch’io, il dispensario funziona regolarmente e gli operatori vi lavorano con dedizione e amore.
Con rammarico, però, ho anche constatato i drammatici effetti della pandemia da Covid e la non sufficiente prevenzione nelle scuole e nei villaggi dell’interno nonostante i nostri sforzi.
Una situazione difficile che porta alla cittadella un crescente afflusso di ammalati di lebbra, soprattutto tra gli adolescenti. Le campagne di prevenzione sistematicamente attivate da SoS India e dagli operatori socio-sanitari di Jesu Ashram incontrano infatti non poche difficoltà a raggiungere quei bambini e ragazzi, e sono numerosi, che non
frequentano la scuola o le iniziative comunitarie presenti nel villaggio. Quando la malattia è conclamata, a volte con le sue conseguenze più devastanti, arrivano al
dispensario. Ma è già troppo tardi e i medici fanno quello che possono.
C’è ancora molto da fare per vincere il pregiudizio e l’indifferenza della popolazione, e ancor più per l’accettazione della famiglia del proprio caro ammalato, che viene anzi allontanato per sempre, anche se guarito e non più contagioso. Una malattia curabilissima, ma che colpisce in particolar modo i più poveri, i miseri, e che non gode dell’attenzione dei governi.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità il periodo del Covid 2020-2021 ha registrato a livello mondiale un incremento del 10 per cento e nel 2022 un aumento del 23,8% rispetto al 2021.
Quest’anno oltre alle medicine, ho visto che il lebbrosario ha bisogno di sostituire alcune apparecchiature mediche, ormai usurate e degradate, e di rinnovare una parte delle suppellettili (sedie a rotelle, stampelle, televisione, etc.). Pertanto, mossi dal fermo proposito di rispondere alla richiesta di aiuto, torniamo a bussare alla porta delle comunità dell’Arcidiocesi di Torino confidando nel vostro sostegno. Un sostegno prezioso che in questi anni ci ha permesso non solo di prevenire e curare questa malattia, offrendo assistenza e cibo, ma anche di dare un contributo significativo al miglioramento della qualità della vita personale, familiare e sociale di queste persone.
Confidiamo nella Provvidenza consapevoli che molto di tutto questo è stato possibile grazie al vostro aiuto e a quello di molti altri benefattori. Siamo convinti che l’amore può guarire.
Nel rinnovare la mia personale gratitudine, e quella di tutto il Comitato direttivo di SoS India, mi è gradita l’occasione per porgere un cordiale saluto nella convinzione che, insieme, potremo fare molto con il poco che abbiamo, perché anche un piccolo aiuto può sempre fare la differenza
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