Gruppi famiglia e dintorni

«Costituiti dal libero ritrovarsi insieme delle comunità coniugali e familiari in quanto tali, sotto la guida responsabile di coppie animatrici adeguatamente preparate e mantenendo un costante e fraterno confronto con i presbiteri, questi gruppi non sono solo il frutto di pur legittime esigenze di natura psicologica e sociologica, ma affondano le loro radici in motivazioni di natura tipicamente ecclesiale e profondamente cristologica: sono, a loro modo, segno e realizzazione della Chiesa e frutto di una risposta delle coppie e delle famiglie cristiane ad una chiamata del Signore; introducono “nella comunità ecclesiale uno stile più umano e più fraterno di rapporti personali che rivelano la dimensione familiare della Chiesa”» (Direttorio di Pastorale Familiare, 127)

La preparazione al matrimonio non dovrebbe essere soltanto la preparazione al rito, che si esaurisce una volta celebrato il sacramento, ma dovrebbe avviare a un’esperienza di legame stabile con altre famiglie. Più ancora l’esperienza dei gruppi famiglia andrà assunta maggiormente come scelta pastorale, strappando questi gruppi al regime un po’ elitario che può contrassegnarli[1].
All’interno delle iniziative pastorali dell’Ufficio si offrono alcune proposte formative per i gruppi famiglia, attraverso il servizio di un’equipe che si incontra per conoscere la realtà dei Gruppi esistenti, per riflettere sulle loro problematiche (dinamiche relazionali, struttura e difficoltà dei gruppi), per pensare a forme di sostegno ed iniziative di formazione per i gruppi che ne facciano richiesta. In questa linea si propongono:
■Offerta formativa di base sulla pastorale familiare a coppie, religiosi e religiose, preti e diaconi già operanti nel campo, formazione a vari livelli:
◦corso di formazione nella Scuola regionale “Aquila e Priscilla” su mandato e contributo spese della diocesi (sei week-end e una settimana estiva intensiva);
◦formazione di base organizzati dell’Ufficio a richiesta nei vari distretti,
◦corsi specifici per una o più UP da pensare “in loco” e sulla base delle specifiche esigenze che verranno individuate in sinergia con l’equipe.
■Possibili argomenti da trattare
◦imparare a condurre un piccolo gruppo di adulti,
◦studiare i contenuti delle serate per fidanzati,
◦riflettere sulla natura e l’organizzazione di un gruppo famiglia,
◦formare un gruppo di accoglienza e dialogo con separati/divorziati/risposati,
◦organizzare una piccolo convegno/incontro su temi quali “genitori e figli”, “separati e divorziati nella Chiesa” …
■Formazione di nuovi e motivati operatori per il sostegno e la guida di gruppi di giovani coppie in un cammino di mutuo aiuto e per seguire famiglie in difficoltà o persone separate/divorziate.
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[1] «La cura pastorale della famiglia regolarmente costituita significa, in concreto, l’impegno di tutte le componenti della comunità ecclesiale locale nell’aiutare la coppia a scoprire e a vivere la sua nuova vocazione e missione … Ciò vale soprattutto per le giovani famiglie, le quali, trovandosi in un contesto di nuovi valori e nuove responsabilità, sono più esposte, specialmente nei primi anni di matrimonio, ad eventuali difficoltà, come quelle create dall’adattamento alla vita comune o dalla nascita di figli» (Familiaris Consortio, Quinta parte, n. 69).

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