Si tratta di un testo elaborato d’intesa con i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali, dell’istruzione, per le politiche giovanili e lo sport, con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, delle Unione province d’Italia e dell’Associazione nazionale comuni italiani, a partire dalle indicazioni di vari comitati scientifici.
- LE LINEE GUIDA DEL GOVERNO
Come si legge nell’introduzione, obiettivo delle linee è trovare «il giusto bilanciamento tra il diritto alla socialità, al gioco ed in generale all’educazione dei bambini e degli adolescenti e, d’altra parte, la necessità di garantire condizioni di tutela della loro salute, nonché di quella delle famiglie e del personale educativo ed ausiliario impegnato nello svolgimento delle diverse iniziative.
Nel momento in cui si immagina una, seppur ridotta e controllata, interazione tra persone, non è infatti possibile azzerare completamente il rischio di contagio, il quale va governato e ridotto al minimo secondo precise linee guida e protocolli contenenti adeguate misure di sicurezza e di tutela della salute».
Per le varie tipologie di attività, tra cui gli Oratori, sono tre i criteri di fondo che ispirano le Linee guida del Governo: « 1) la centratura sulla qualità della relazione interpersonale, mediante il rapporto individuale adulto e bambino, nel caso dei bambini di età inferiore ai 3 anni, e mediante l’organizzazione delle attività in piccoli gruppi nel caso dei bambini più grandi e degli adolescenti, evitando contatti tra gruppi diversi; 2) l’attenta organizzazione degli spazi più idonei e sicuri, privilegiando quelli esterni ed il loro allestimento per favorire attività di piccoli gruppi; 3) l’attenzione particolare agli aspetti igienici e di sanificazione, al fine di ridurre i rischi tramite protocolli di sicurezza adeguati».
E sono le Linee stesse a trarre le conseguenze di questa nuova impostazione: «non potrà che provvedersi a selezionare la domanda tenendo conto anche delle effettive esigenze delle famiglie in quanto legate al tema della conciliazione.
D’altra parte, poiché il diritto dei bambini e degli adolescenti alla socialità ed al gioco è di natura universale e non derivante dalla condizione di lavoro dei genitori, sarà la pluralità delle offerte previste a garantire che nessun bambino o adolescente sia escluso dalla possibilità di vivere esperienze garantite e sicure al di fuori del contesto domestico».
- TRE CHIARIMENTI URGENTI
Il T.O.P. – il Tavolo Oratori Piemontesi – sta lavorando per approfondire e declinare a livello regionale le Linee guida nazionali. Si moltiplicano i dossier e i documenti, ma sono tre i chiarimenti urgenti al primo posto dell’agenda del Tavolo di lavoro: la questione delle età e dei partecipanti, le responsabilità e le assicurazioni, i fondi e i protocolli di intesa.
- Coinvolgimento degli adolescenti e determinazione delle capienze degli Oratori.
La prima questione urgente riguarda i numeri dei partecipanti nelle attività degli Oratori estivi della prossima estate. Le Linee guida sono chiare in merito, con queste disposizioni:
«1) per i bambini in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini;
2) per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un rapporto di un adulto ogni 7 bambini;
3) per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.
Oltre alla definizione organizzativa del rapporto numerico, occorre operare per garantire il suo rispetto per l’intera durata delle attività, tenendo conto delle prescrizioni sul distanziamento fisico».
Si pongono due problemi: il primo riguarda gli adolescenti. Se la normativa attuale prevede già un rapporto educativo di questo tipo (ovviamente meno restrittivo rispetto a quello in tempo di pandemia), la domanda verte su quale coinvolgimento sia possibile per gli adolescenti, che abitualmente erano impegnati nel servizio di animatori a fianco di educatori maggiorenni. Potranno essere coinvolti anche quest’anno come animatori dei più piccoli, consapevoli che il servizio è una esperienza fondamentale della loro maturazione e che tale servizio è una specificità dell’impostazione educativa dell’Oratorio? Rispetto al compito dei 7 bambini o dei 10 ragazzi per adulto, secondo le diverse età, gli adolescenti in sostegno educativo sono esclusi o rientrano in tale numero? Se si dovessero pensare attività specifiche per gli adolescenti, l’unica modalità resterebbe il gruppo diurno di dieci persone? Altre modalità possono essere adeguatamente predisposte, pur sempre nel rispetto delle norme di prevenzione?
Una seconda problematica riguarda la valutazione delle condizioni strutturali: spazi, servizi, ingressi, ecc: al momento non sono stati ancora comunicati i criteri, necessari per computate i numeri dei possibili partecipanti alle attività estive di ogni Oratorio.
- L’ampiezza e la determinazione delle responsabilità civili e penali dei titolari delle attività di Oratorio e le procedure di prevenzione.
In merito ai compiti del gestore, le Linee guida precisano che è compito di chi ne ha la titolarità di «mettere a disposizione personale per la realizzazione delle funzioni di manutenzione e controllo periodico; du pulizia periodica degli arredi; di supervisione degli spazi»; di «eseguire manutenzione ordinaria dello spazio: definendo e controllando dei suoi confini; eseguendo controlli periodici dello stato delle diverse attrezzature in esso presenti con pulizia approfondita e frequente delle superfici più toccate, almeno giornaliera, con
detergente neutro»; di «eseguire la supervisione degli spazi, verificando in particolare che i bambini e gli adolescenti siano accompagnati da adulti; tutte le persone che accedono siano dotate di mascherine se di età superiore ai 3 anni, e che non si determinino densità fisico tali da pregiudicare il rispetto delle prescrizioni sul distanziamento fisico (almeno un metro fra ogni diversa persona presente nell’area)».
È in atto un acceso dibattito, anche livello nazionale, sull’ampiezza della responsabilità del titolare delle attività di Oratorio in tempo di pandemia da Covid-19. In Consulta nazionale, con la Conferenza Episcopale Italiana, ci si è confrontati sulla responsabilità civile e penale del servizio. Veniva precisato che anche INAIL ha chiarito che la responsabilità dell’eventuale contagio è del gestore del servizio nella misura in cui non ci siano regole certe e non vengano rispettate. La gestione delle responsabilità resta comunque complessa. L’accessibilità, gli standard per il rapporto fra i bambini o gli adolescenti accolti e lo spazio disponibile; gli standard per il rapporto numerico fra personale ed i bambini e gli adolescenti e le
strategie generali per il distanziamento fisico; i principi generali di igiene e pulizia; i criteri di selezione del personale e di formazione degli operatori; gli orientamenti generali per la programmazione delle attività; l’accesso quotidiano, le modalità di accompagnamento e ritiro dei bambini o degli adolescenti; il triage in accoglienza; il progetto organizzativo del servizio offerto; le attenzioni speciali per l’accoglienza di bambini o adolescenti con disabilità sono tutti compiti che richiedono la condivisione della responsabilità con la comunità educante dell’Oratorio, famiglie incluse, ma pesano non poco su chi ne porta la titolarità. Anche il riferimento ai pediatri di libera scelta, richiesto dal testo, complica non poco la situazione, perché i ragazzi possono avere anche altre tipologie sanitarie. Inoltre: la formazione anti-covid può essere realizzata dalle realtà di riferimento (diocesi, associazioni nazionali, individuando degli esperti, con attestato di partecipazione?). Resta la domanda: fin dove si spinge la sua responsabilità del titolare delle attività in caso di focolaio di contagio in Oratorio? E il livello assicurativo: cosa copre, a quali condizioni?
- L’accesso ai fondi e la stesura dei protocolli d’intesa
Il Governo, la Regione, i Comuni e le altre istituzioni pubbliche e private (fondazioni ecc…) hanno annunciato stanziamenti di fondi dedicati alle specifiche attività degli Oratori estivi. Le risorse economiche da mettere in campo in questo tempo di pandemia sono particolarmente rilevanti sia sotto il profilo quantitativo, in riferimento agli adeguamenti normativi come alla diminuzione delle possibilità di contributo delle famiglie, ma hanno anche un valore significativo dal punto di vista sociale: le tensioni circa la certezza e la fruibilità dei fondi in un orizzonte di crisi economica sempre più severa, sono fattori che impongono un preciso impegno di sburocratizzazione e di effettiva disponibilità di risorse.
Legata a questo aspetto specifico ma riferita ad una complessità più ampia è la stesura di protocolli di intesa tra le istituzioni e le realtà ecclesiali coinvolte. I tre livelli – nazionale, regionale e locale – si intersecano e si integrano ma occorre chiarezza nel definire responsabilità, interlocutori e procedure.
La Pastorale Giovanile regionale e diocesana hanno attivato delle commissioni di lavoro per affrontare la complessità dei problemi (Percorsi: fasce di età, disabilità, inclusione; Sicurezza: prevenzione, privacy, assicurazioni; Risorse: educative, operative, economiche, Formazione: adulti, educatori animatori; Attività: in struttura, all’aperto, in remoto; Comunicazione: social, piattaforme, web). Come Chiesa – regionale e diocesana – siamo pronti per il confronto con le istituzioni per giungere, in tempi brevi, ad una definizione condivisa delle prospettive e delle condizioni di praticabilità delle attività estive degli Oratori, senza dimenticare i campi estivi e le Case per ferie. Ci attendiamo la stessa sollecitudine e concretezza da parte della Regione e dei Comuni.
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