Nell’attuale fase della pandemia da COVID-19, come orientarsi circa la Pastorale Giovanile e gli Oratori in particolare?
Il quadro normativo di fondo. Com’è noto, l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, attraverso una sua comunicazione, ha chiarito le indicazioni rispetto alle nuove disposizioni contenute nel DPCM del 3 novembre u.s., in relazione alla situazione pandemica nella Regione Piemonte, poi integrate dal Vicario Generale, mons. Valter Danna, con le precisazioni della Conferenza Episcopale Italiana, ulteriormente valutate dalla Consulta Diocesana di Pastorale Giovanile.
La logica della differenziazione. Attualmente l’emergenza, pur nella sua gravità, viene infatti gestita dal Governo e dalle Regioni in una forma differente rispetto al lockdown della scorsa primavera, senza una chiusura totale, ma secondo valutazioni differenziate. Di fatto anche «tutte le celebrazioni delle messe continuano a essere permesse, tenendo conto delle norme anti-contagio», così come le attività di Pastorale Giovanile e dell’Oratorio. Per queste ragioni, diversamente rispetto alla prima «ondata pandemica», nella nostra Arcidiocesi non ne è stata disposta la chiusura generalizzata, mentre la NOI TORINO ha invitato alla chiusura dei propri Circoli, per disposizioni nazionali.
Il ruolo della regia educativa. Nel comunicato si legge, al n. 2, che «tutte le attività pastorali programmate (catechesi dell’iniziazione cristiana e di altro tipo, attività dell’Oratorio ecc.) sono ammesse nel rispetto del protocollo già pubblicato», con rinvio al discernimento pastorale dei singoli parroci insieme ai loro collaboratori. Emergono perciò quantomai necessarie la presenza e l’azione di una «regia educativa», che si assuma la responsabilità circa le possibilità e le scelte da compiere in ogni concreta situazione. In moltissimi casi infatti la chiusura delle attività in Oratorio si impone come inevitabile, per proseguire in altre forme.
La modularità della presenza. Se da sempre l’Eucaristia è centrale, quale “culmine e fonte” della vita cristiana (Sacrosanctum Concilium 10), tanto più ora occorre valorizzarne la partecipazione, laddove è possibile, e nel massimo rispetto delle norme di prevenzione. Si tratta di aiutare i ragazzi e i giovani a riscoprire la reale presenza del Signore e della comunità attraverso la partecipazione alla celebrazione eucaristica, alternandola alla forme di presenza mediate dal digitale. I ritiri d’Avvento, promossi dall’Ufficio di Pastorale Giovanile e dall’Azione Cattolica, alterneranno infatti le proposte online alla partecipazione dell’Eucarestia nella propria comunità e a momenti di deserto personale nelle proprie case.
La creatività nella formazione. È evidente che restano impraticabili le attività proprie del «cortile», caratterizzate dal gioco libero e di contatto, così come la maggior parte delle proposte ludico-ricreative. Una possibilità resta aperta circa le attività formative assimilate alla catechesi, nelle consuete e rigorose norme di prevenzione, dettagliate dalla DGR 2/1914 dell’11.09.2020. Alternando alla modalità digitale, con sapiente e prudente creatività, si può valutare l’opportunità di valorizzare gli spazi e i tempi che precedono o seguono la celebrazione eucaristica, nel rispetto dei piccoli gruppi distanziati.
La scuola della carità. Sono state e sono tutt’ora molteplici le esperienze di prossimità nate e consolidate anche nell’emergenza del coronavirus. In collaborazione con le diverse realtà caritative delle nostre comunità, dalla distribuzione dei generi alimentari e dei farmaci, all’ascolto e alla rielaborazione del vissuto personale, in presenza o mediati dalle forme di comunicazione sociale, sono tante le vie possibili del servizio e della carità con i più poveri, in senso materiale ed esistenziale, che si rivelano altrettante vie feconde per la cura dei legami con le giovani generazioni.
L’Ufficio di Pastorale Giovanile e la Noi Torino rinnovano la propria disponibilità e il sostegno per gli Oratori e il servizio pastorale con le giovani generazioni.
don Luca Ramello