CONVEGNI LITURGICI
- SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE – Cremona, 23- 26 agosto 2021 Dove sono due o tre riuniti nel mio nome. Comunità, liturgie e territori
- CONVEGNO APL – Associazione Professori e Cultori della Liturgia – Gazzada (VA), 30 agosto – 2 settembre 2021 Un nuovo Messale per una rinnovata assemblea. L’assemblea eucaristica, alla luce della nuova edizione del Messale
Dopo la pausa obbligata dello scorso anno, si sono svolti nelle scorse settimane due interessanti convegni liturgici (71a Settimana Liturgica Nazionale, Cremona, 23 – 26 agosto; Settimana dell’Associazione professori e cultori di Liturgia, Gazzada 30 agosto – 2 settembre), entrambi focalizzati – da differenti punti di vista – sul tema dell’assemblea liturgica. Come mantenere viva, anche a partire dalle fatiche del tempo della pandemia, l’esperienza dell’essere radunati nel giorno del Signore per incontrare il Risorto, senza prescindere dalla complessità delle assemblee odierne? Come delineare il rapporto tra la comprensione teologica dell’Eucaristia e il suo soggetto assembleare, accogliendo le opportunità scaturite dalla presentazione del nuovo Messale? In entrambi i casi è stata adottata una formula mista (in presenza e on-line), certamente un frutto positivo post-Covid, anche con la possibilità di ascoltare le registrazioni in un secondo tempo. A Cremona Paolo Tomatis ha ripercorso la riflessione della chiesa italiana sul tema dell’assemblea liturgica dal post concilio a oggi per affermare la necessità di una doppia fedeltà, al libro liturgico e all’assemblea stessa. Il suo volto con il tempo è mutato, ed è cresciuto il numero di chi vi si “affaccia” senza una partecipazione forte alla vita della comunità. Anche a questo riguardo, Morena Baldacci ha esplorato il tema di una ministerialità in ascolto dei nostri tempi, nuova per sguardo e stile; capace di prossimità e accoglienza, per prendersi cura con sapienza del rito e del “noi” ecclesiale, alla ricerca di quel «tutto e solamente» (SC 28) che ordina ed equilibra i diversi ministeri. Il Vescovo Palmieri ha auspicato tre possibili conversioni di ritmo (mostrare vera natura del riposo, recuperare il valore del tempo gratuito, coltivare luoghi e tempi per relazioni ospitali) e tre di stile (familiare e non rigido; universale, che si fa voce di tutti; personalizzato dove ciascuno può trovare il suo posto). La Settimana APL ha a sua volta riflettuto su una teologia dell’assemblea eucaristica in relazione con l’azione liturgica, anche operando una rilettura mistagogica del rito eucaristico. Lorenzo Voltolin ha condotto una riflessione su dimensione virtuale e comunicazione della fede, mentre Giuliano Zanchi ha mostrato come la pandemia abbia fatto emergere problemi irrisolti, che già si intravvedevano, ma che ora non possono più essere ignorati. Più platee che assemblee, come mostra la struttura di molti presbiteri frontali anche in chiese recenti, con il caso impegnativo della riorganizzazione dello spazio interno di Nôtre Dame dopo l’incendio, nell’accoglienza di chi celebra, ma anche di chi visita (Gilles Drouin). Roberto Repole ha riflettuto sulla categoria di sacramentalità dell’assemblea eucaristica, tema complesso, che lo sguardo di alcuni teologi orientali contribuisce a precisare meglio, ricuperando con equilibrio la dimensione escatologica e mettendo al centro – ma non in senso esclusivo – l’assemblea presieduta dal vescovo, da cui ogni assemblea liturgica riceve legame con la chiesa, fino a quelle senza presbitero (Marcus Tymister). Morena Baldacci, a partire da un approccio narrativo ai riti di introduzione, si è interrogata su come un’assemblea possa narrare e riscrivere in modo personale quello che ha vissuto nel rito, in un’ottica di autentica interpretazione. Gabriele Tornambé ha approfondito la dimensione dialogica della liturgia della Parola, espressione di una chiesa relazionale e aperta. Come rendere l’assemblea consapevole, anche attraverso l’omelia, del suo ruolo di soggetto in un dialogo e non di semplice ascoltatore? Il Vescovo Delpini, infine, ha sottolineato il contrasto tra la meraviglia per la gloria di Dio che riempie la terra, di cui la liturgia è epifania, e la dolorosa constatazione dell’irrilevanza di questa esperienza per la vita di molti uomini e donne di oggi. Il nuovo Messale ci incoraggia perché questo stupore, anche grazie alla nostra cura, possa raggiungere tutti e far emergere dalle nostre assemblee una rinnovata vitalità.
Articolo di Luciana Ruatta
Pubblicato su La Voce e Il Tempo del 12 settembre 2021