Venerdì Santo

18 aprile 2025

Preghiamo

Per la santa Chiesa. Exaudi nos.

Per il Papa.Exaudi nos.

Per tutti i fedeli di ogni ordine e grado. Exaudi nos.

Per i catecumeni. Exaudi nos.

Per l’unità dei cristiani. Exaudi nos. 

Per gli Ebrei. Exaudi nos.

Per coloro che non credono in Cristo. Exaudi nos.

Per coloro che non credono in Dio. Exaudi nos.

Per i governanti. Exaudi nos.

Per quanti sono nella prova. Exaudi nos.

 

Venerdì santo. Riuniti attorno alla Croce, non piangiamo i morti, ma adoriamo il vincitore della morte. Non ignoriamo l’orrore delle sofferenze di Cristo, ma le rievochiamo senza dolore. Nonostante la sua gravità, il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma la celebrazione, con ringraziamento, dell’amore infinito che Dio ha manifestato al mondo attraverso la Passione di suo Figlio.
Il Venerdì santo è nell’esperienza un po’ folle di andare a baciare una croce che possiamo rispondere alla follia dell’amore di Dio per ogni essere umano.
Anche se si tratta di ricordare la propria croce, proclamiamo la nostra fede nella sua risurrezione: “La tua croce, Signore, noi veneriamo, e la tua santa risurrezione cantiamo: è attraverso il legno della croce che la gioia è entrata nel mondo”. Il Venerdì santo non è quindi incentrato sulla morte di Cristo.

Nel nostro angolo di preghiera: una croce semplice su un telo rosso, oppure il dipinto di GIOTTO (veder sotto)

Inno
Chi è costui (CdP 506)
Croce di Cristo (CdP 508)
Crocifisso mio Signore (CdP 510)
Ecco l’uomo (CdP 511)

Lettura del vangelo
Dal vangelo secondo Giovanni (18, 1 – 19, 42)

Meditazione personale
Meditiamo la Passione secondo San Giovanni in 14 tappe, come tante stazioni della Via Crucis.

Mi fermo si un gesto, un’attitudine, una parola, un’atmosfera che mi tocca…

1. In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli. La Passione di Gesù inizia in un giardino. Anche la prima apparizione di Gesù a Maria di Magdala avverrà in un giardino. Il luogo evoca il giardino delle origini, quando tutto ebbe inizio. Gesù potrebbe essere il nuovo Adamo, colui nel quale Dio ricapitola e rinnova tutte le cose?
Giuda arriva con un distaccamento di soldati (romani) e guardie del Tempio. Con l’aiuto di un discepolo, giudei e pagani vengono ad arrestare Gesù. Tutta l’umanità è unita nell’opera di morte che sta per essere compiuta.
Gli avversari di Gesù accendono le loro lanterne e torce. Gesù non ne ha bisogno. Egli è la luce del mondo e chi lo segue non inciamperà (Gv 8,12).
Gesù si fa avanti e dice: “Sono io!”: Stesse parole che provenivano dal roveto ardente. La Voce gettò tutti a terra, compreso Giuda. Gesù va incontro a coloro che sono venuti ad arrestarlo. “Nessuno mi toglie la vita, ma io la do”. Se interviene, non lo fa per sé, ma per i suoi discepoli. Rifiuta la violenza e accetta la prova.

2. Simon Pietro e un altro discepolo stavano seguendo Gesù. Pietro era associato all’“altro discepolo”, quello che aveva accesso al Sommo Sacerdote. I due discepoli saranno associati anche il mattino di Pasqua. Pietro rinnega Gesù la prima volta.

3. Ora il Sommo Sacerdote stava interrogando Gesù. Il sommo sacerdote in questione è in realtà Anna, il suocero dell’attuale sommo sacerdote. Pur rifiutando la violenza, Gesù non china il capo. Con grande dignità, chiede perché viene colpito. È lui a condurre la discussione.

4. Simon Pietro si stava scaldando. Il primo interrogatorio di Gesù è incorniciato dai rinnegamenti di Pietro. Pietro rinnega Gesù una seconda e una terza volta. Non mostra il minimo rimorso. Il lettore del Vangelo che ricorda le parole di Gesù: “Il gallo non canterà finché non mi avrai rinnegato tre volte” (Gv 13,36) sente il gallo cantare. Pietro sente il canto del gallo? Ricorda le parole di Gesù? Non sembra.

5. Gesù viene portato da Caifa al palazzo del governatore. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù è già stato condannato a morte da tempo (cfr. capp. 7-11). Non resta che eseguire la sentenza. I Giudei in questione sono i capi dei sacerdoti e le guardie (19, 6.15). Senza prove – sarebbe difficile per loro trovarne – accusano Gesù di essere un malfattore. C’è una tragica ironia nel testo. Coloro che non vogliono contaminarsi con un pagano per poter mangiare la Pasqua, non esitano a contaminarsi chiedendo la morte di un innocente.

6. Poi Pilato tornò nel suo palazzo. L’interrogatorio riguarda la regalità di Gesù. Come nel caso di Nicodemo e della Samaritana, il dialogo si sviluppa su due livelli paralleli che non si incontrano. La regalità di cui parla Pilato e quella che rivendica Gesù non sono dello stesso ordine. La regalità di Gesù non si basa sul potere delle armi, ma sul potere della verità. Il giudice e gli accusatori nel processo appartengono alla verità?

7. Dopo di che uscì di nuovo. L’andirivieni di Pilato scandisce il processo. Convinto dell’innocenza di Gesù, Pilato cerca una via d’uscita onorevole. Ma si lascia costringere a liberare un bandito – ai tempi di Gesù, come oggi, coloro che si ribellano al potere occupante sono chiamati banditi – a scapito di un innocente, che lui ha punito. Un’altra tragica ironia. I soldati pensano di assistere alla parodia di un’incoronazione. Non si rendono conto che stanno dicendo la verità onorando il Re dei Giudei.

8. Pilato uscì di nuovo. Pilato fece la spola tra l’interno, dove stava interrogando Gesù, e l’esterno, dove si trovavano gli accusatori. Per due volte portò con sé Gesù e lo presentò alla folla. Questo è l’uomo. Ecco il vostro re. Il commento vuole essere ironico e sprezzante nei confronti del popolo ebraico. Ma, ancora una volta, afferma la verità.
Di fronte alla minaccia poco velata di una denuncia all’imperatore, Pilato capitola e commette una negazione della giustizia. Il processo si conclude con una parodia finale. Gesù siede in tribunale nell’atteggiamento di un giudice. Si trova di fronte al suo popolo, i cui capi si condannano da soli proclamando la loro sottomissione a un imperatore pagano. Gesù non viene condannato, ma viene consegnato.

9. Gesù prese la sua croce e uscì. Il racconto non insiste sull’infamia del supplizio. Non lo descrive. Gesù è dignitoso e porta la sua croce da solo, senza l’aiuto di nessuno. Il segno è scritto in ebraico, la lingua liturgica del Tempio, in latino, la lingua dell’amministrazione romana, e in greco, la lingua della cultura. Tutti possono capirlo. Come le parole di Pilato, la sua scrittura ha un doppio significato. Può essere visto come una crudele ironia. Possiamo anche leggervi una testimonianza involontaria di fede.

10. Quando i soldati avevano crocifisso Gesù. I vestiti dei condannati erano il salario dei boia. Il gesto è di per sé banale, ma l’evangelista gli conferisce un significato simbolico. Le Scritture si compiono. I Padri della Chiesa hanno visto nella tunica senza cuciture il simbolo dell’unità della Chiesa.

11. Ora, accanto alla croce di Gesù stava sua madre. La madre di Gesù è presente ai due estremi del Vangelo: a Cana e sulla croce. Colei che aveva detto ai servi: “Fate quello che vi dirà” riceve un nuovo figlio, il discepolo amato, colui che è fedele a Cristo fino alla fine.

12. Dopo questo, sapendo che ormai tutto era compiuto. La Scrittura si compie fino in fondo, dice l’Evangelista, riferendosi al Salmo 68: “Nella mia sete mi hanno dato l’aceto”. Gesù muore serenamente, abbandonando il suo spirito. Sono possibili due letture. Gesù consegna la sua vita al Padre. Gesù dona il suo Spirito a coloro che sono ai piedi della croce e fonda così la Chiesa. Le due letture non si escludono a vicenda.

13. Era il giorno della Parasceve. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù muore alla vigilia della Pasqua, proprio mentre gli agnelli vengono macellati nel Tempio per il pasto pasquale. Secondo il rituale della festa, le ossa dell’agnello non devono essere spezzate (Num 9,12). Le ossa di Gesù non sono spezzate. Egli è il nuovo agnello pasquale. Dal suo costato aperto sgorgano sangue e acqua. Allusione all’Eucaristia e al battesimo, che vengono dal cuore di Gesù.

14. Dopo questi fatti. Giuseppe d’Arimatea. Nicodemo, il fariseo, e Giuseppe d’Arimatea, che ha accesso a Pilato, imbalsamano il corpo di Gesù e lo seppelliscono. La passione di Gesù è iniziata in un giardino e si è conclusa in un giardino. È in questo stesso giardino che il Cristo risorto è apparso a Maria di Magdala alla luce della Pasqua.

Intercessioni
Preghiamo:
– Per la santa Chiesa. Exaudi nos.
– Per il Papa. Exaudi nos.
– Per tutti i fedeli di ogni ordine e grado. Exaudi nos.
– Per i catecumeni. Exaudi nos.
– Per gli Ebrei. Exaudi nos.
– Per coloro che non credono in Cristo. Exaudi nos.
– Per coloro che non credono in Dio. Exaudi nos.
– Per i governanti. Exaudi nos.
– Per quanti sono nella prova. Exaudi nos.

Padre Nostro

Orazione
Signore Gesù Cristo, adoriamo il mistero della tua croce e in essa ci prostriamo in silenzio davanti ad ogni dolore e ad ogni negazione di umanità per tanti nostri fratelli e sorelle. Sotto la tua croce trovi rifugio ogni fatica e trovi sollievo ogni umiliazione, perché nessuno si senta abbandonato e se stesso. Amen.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

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