“Signore, dimostraci anche oggi
che l’amore è più forte dell’odio,
che è più forte della morte.
Scendi nelle notti e negli inferni del nostro tempo
e prendi per mano coloro che stanno aspettando. Conducili alla luce!
Sii anche tu con me nelle mie notti buie e guidami fuori! Aiutami, aiutaci a scendere con te nelle tenebre
di coloro che aspettano, che ti gridano dal profondo! Aiutaci a condurli alla tua luce!
Aiutaci a raggiungere il “Sì” dell’amore,
che ci fa scendere e che, proprio in questo modo,
ci fa anche salire con te!”.
(Benedetto XVI)
È sabato. Sabato santo: il “Grande Sabato”, come dice la Chiesa d’Oriente.
È il Sabato santo, e questo giorno è un giorno di attesa, un giorno di amorevole silenzio per tutta la Chiesa, un giorno di silenziosa speranza.
La Chiesa ci invita oggi a recarci il più spesso possibile al sepolcro dove giace Gesù, a guardare Gesù lì, a contemplare il mistero del suo corpo nel sepolcro, il mistero del suo riposo nella morte dopo le sofferenze della Passione, il mistero del suo silenzio nel sepolcro…
Nel nostro angolo di preghiera: solo una bibbia aperta nel libro dei salmi
Inno
È il giorno di silenzio. Facciamo silenzio il più possibile, senza parola, senza canto… solo forse della musica meditativa.
Per la nostra preghiera, diverse possibilità
A noi di scegliere ciò che sarà buono per noi per vivere questa giornata.
Pensiamo al silenzio quando viene la mancanza d’una persona cara….
Il tempo è sospeso…
Tutti i nostri pensieri sono rivolti a colui che se n’è andato…
C’è un vuoto in noi, intorno a noi…
Vi proponiamo 4 tracce:
– lettura dei salmi, come facciamo quando una persona cara è mancata. Ci ricordiamo le sue parole, i sui atti, ecc.;
– meditazione d’uno scritto di un Padre della Chiesa;
– contemplazione un’opera d’arte con il suo commento;
– riflessione sul giorno del Sabato santo.
Padre nostro
1. Lettura dei salmi
Prendiamo il tempo di rileggere uno per uno, lentamente i salmi, preghiera di Gesù Cristo, dove possiamo ritrovarlo.
Mettiamo i salmi nella bocca di Gesù. Il “io” dei salmi è proprio lui.
Alla fine del tempo che ho preso, mi rivolgo a Gesù, che mi ama al punto di dare la sua vita per me.
2. Lettura da un’antica «Omelia sul Sabato santo». (PG 43, 439. 451. 462-463) con l’icona della discesa agli inferi del Signore
“Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

ANONIMO, Icona della discesa agli inferi, Capella delle suore Ausiliatrici delle anime del purgatorio, la Barouillère, Parigi
3. Contemplazione a partire d’un gruppo di scultura rappresentando la sepoltura di Gesù

San Sepolcro, Chiesa di Rouffach, Francia, 1774
Sabato santo nella vita di Maria, nella vita dei discepoli… Dov’è la loro speranza in quel giorno? Da dove verrà? La Chiesa ci invita anche a trascorrere la giornata con Maria, con i discepoli, a essere vicini a loro, alla loro solitudine, al loro dolore, alla loro angoscia…
Sabato santo nella loro vita: Perché è stato dato loro di amare colui che non c’è più? A cosa serve questa parte calda di loro stessi che lo amava ora? Feriti, si trovano in un mondo di mezzo, il tempo di mezzo del Sabato Santo, che non è né il tempo dei vivi né quello dei morti. Il tempo si ferma, trabocca: è arrivata “l’ora troppo tarda”; lo spazio sembra non avere orizzonte e non c’è più nulla da dire: “regna un grande Silenzio”.
Sabato santo nella nostra vita: tutti conosciamo questo tempo di grande attraversamento, questo tempo di passaggio, quando anche noi dobbiamo abitare nella solitudine, nell’attesa e nella notte = fallimenti, rotture, periodi di deserto, tempi di crisi, lutto per la perdita di persone care, lutto per la perdita dei nostri progetti, e anche tutti quei periodi di crescita in cui dobbiamo sempre morire un po’. L’esperienza è la stessa di “solitudine, dolore e angoscia”, quella del Sabato santo.
Cosa ci invita a fare il Sabato santo? Non è certo un giorno in cui ci si deve stringere dolorosamente sul ricordo di tutti i nostri sabati santi… Senza dubbio non per predicare una facile Speranza: non sarebbe altro che un “cembalo che risuona” … Cosa ci invita a fare, dunque, questa contemplazione di Cristo al sepolcro? Forse a questo: a renderci umilmente sensibili al dolore degli altri. Per farlo, dobbiamo cominciare a renderci una presenza discreta accanto a Maria, ai discepoli e a coloro che stanno attraversando “passaggi dolorosi”.
Presenza delle donne… Una presenza che cerca solo di stare lì, vicino agli altri, di esporsi, e il cui altro nome è comunione: comunione nella prova….
Il Sabato Santo indubbiamente non ci invita a predicare una speranza facile… Ci porta a non rifuggire da coloro che soffrono, da coloro che sono la nostra stessa carne, e allora è proprio la speranza che si manifesta, la speranza in azione. Speranza di un altro tempo, quando la tristezza di un altro ci rattristerà davvero, quando la gioia di un altro ci delizierà davvero… quando un altro ci avrà davvero resi presenti gli uni agli altri.
Cristo è morto… Solitudine, dolore e angoscia per Maria e i discepoli… Dov’è la loro speranza in quel giorno? Da dove verrà?
Silenzio….
4. Riflessione poetica sul Sabato santo: “Sabato santo, ponte di silenzio”

Ponte di silenzio, sospeso tra due sponde
Una reale, tragica, la morte di Gesù.
L’altra, impensata, inaudita, irreale… la risurrezione di questo stesso Gesù.
Basteranno le poche ore offerte dalla liturgia per passare dalla Passione all’Alleluia trionfale e gioioso della notte di Pasqua?
Ponte di silenzio sospeso tra due sponde, sopra il vuoto, tal è il Sabato santo.
Fin dai discepoli sulla strada di Emmaus, sappiamo che Gesù risorto non è una cosa scontata. La sua morte sembra aver inghiottito tutti i nostri progetti e sogni. Delusione, amarezza, tristezza, i sentimenti esprimono la loro incomprensione per ciò che Gesù aveva previsto.
Il tempo si è fermato.
Siamo nel periodo covid19 e il virus ha spazzato via tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Impone un blocco e limita lo spazio, che si riduce improvvisamente e drasticamente. Impone il ritmo del tempo e delle relazioni. Impone il silenzio, perché non sappiamo nulla di ciò che accadrà, e nemmeno di ciò che sta già accadendo.
Nonostante noi stessi e con noi stessi, siamo trascinati su questo ponte tra due sponde.
Una era la vita precedente, l’altra sarà la vita ancora da scrivere.
La morte alle porte di casa mette alla prova la nostra fede e fa appello alle nostre risorse più intime. E la speranza della fede nella Vita?
E ora, nella Settimana Santa, ci troviamo di fronte a un ostacolo.
Ponte di silenzio.
Abbiamo paura, forse, perché il Sabato Santo ci riporta nel silenzio. Un silenzio profondo, denso, scomodo da quando abbiamo lasciato Gesù morto e sepolto. Silenzio…
E se questo silenzio ci portasse a confrontarci con l’inimmaginabile?
Mentre noi dubitiamo, Gesù scende nelle profondità dei nostri pozzi neri, delle nostre sofferenze, dei nostri cimiteri. Nel silenzio, compie l’inaudito, restituendo in noi la Vita. Da questo tuffo nel cuore del male, Gesù ritorna vivo, portando con sé ciascuno di noi.
La contemplazione di quest’opera immensa, silenziosa come il fiore che cresce, ci viene offerta nel silenzio del Sabato Santo.
Per farlo, dobbiamo attraversare il ponte.
E lì? Un mistero offerto a ciascuno di noi nel segreto del nostro cuore.
(sr Isabelle le BOURGEOIS, Ausiliatrice del purgatorio, durante il COVID)