Fiori in attesa che sorga la luce

Non a caso l’Avvento coincide con le settimane che precedono il solstizio d’inverno, il periodo più buio dell’anno, quello in cui si intensifica l’attesa che la luce vinca l’oscurità e le giornate si facciano più lunghe. È un segno, e allo stesso tempo un’ indicazione.

 
 
Come succede camminando al buio, quando bisogna continuamente verificare la propria direzione pronti a riorientarsi tutte le volte che è necessario, così è in questo Tempo per ciascun credente che con umiltà tiene acceso il desiderio di vedere la luce di un Dio annunciato come «Stella radiosa del mattino, Gloria del suo popolo, Luce delle nazioni». Dio già con noi, Avvento continuamente rinnovato. Luce che illumina la storia dell’umanità come quella del profondo di ciascuno: vieni, Signore Gesù!
 
La composizione – La struttura di base suggerisce un cammino, ritmato e sostenuto da quattro vasi di vetro di uguale altezza sui quali sale e si posa un montaggio di tralci di vite, richiamo evidente al mistero pasquale, dal quale prende luce e significato il Natale.
 
Se lo spazio lo consente, i vasi di vetro saranno disposti a cerchio, in modo che la luce dei ceri, posti settimana dopo settimana, rimbalzi dall’uno all’altro giocando con i riflessi; alcuni lumini segneranno il percorso amplificando il gioco della luce. Alla base dei vasi, qualche macchia di muschio. La presenza dei fiori sarà discreta e contenuta: un bouquet accanto al vaso che rappresenta la domenica potrà essere sufficiente, variandone la forma a seconda anche della scelta dei fiori: basso e tondo (felci, iris e fresie, ad esempio) la prima settimana, più slanciato per la seconda, utilizzando ad es. rose, lisianthus o garofani dalle sfumature color violetto, alternate a rami di eucalipto su una base di foglie più scure.
 
Per sottolineare la solennità dell’Immacolata, si potrebbe inserire in alto, tra il secondo e il terzo vaso, un lilium bianco mantenuto fresco da una «pipetta» opportunamente mascherata dai rami di vite.
 
La terza settimana poi, è da fiorire in rosa, per rispondere all’invito della liturgia a rallegrarci sempre nel Signore. I fiori saranno ancora un po’ più alti (bocche di leone o gladioli) accostati al vaso in una snella composizione di forma verticale il cui punto focale, alla base, potrebbe essere evidenziato da alcune gerbere; qualche foglia di aspidistra potrà essere utile come rinforzo alla linea verticale.
 
L’ultima tappa è ormai orientata al Natale e potrebbe essere indicata una composizione «a conca» con rami di pino, tuja e pittosforo variegato, con al centro un lilium.
Se lo spazio a disposizione non consentisse un montaggio come quello descritto, si potrà utilizzare un vaso solo, facendo salire da terra un ramo di vite che potrà proseguire libero secondo la sua forma e accostando ad esso di volta in volta la piccola composizione di fiori. I ceri richiameranno il volume della composizione un po’ scostati dal vaso e circondati dal muschio.
Daniela CANARDI
condividi su