Nell’anno della solenne professione di fede, la Quaresima è in modo tutto speciale il “tempo favorevole” per ritornare a Dio con tutto il cuore, rinnovando il dono della fede ricevuto nel nostro battesimo. La veglia pasquale, che ogni anno ripropone la solenne professione del Credo battesimale (quello composto di domanda e risposta), ci fa da maestra: la redditio fidei, cioè il momento in cui si riceve il Credo da professare, non è solo per i catecumeni, cioè per coloro che si stanno preparando a ricevere nella notte di Pasqua i sacramenti dell’iniziazione cristiana. La redditio fidei è di tutti e per tutti: ordinaria nella celebrazione domenicale dell’eucaristia, solenne nella celebrazione pasquale.
Fin dalla sua istituzione, nel IV secolo, la Quaresima è cammino offerto a tutti: a chi deve ricevere il battesimo (i catecumeni, che entrano nella tappa dell’elezione), a chi deve essere riammesso nella comunione pubblica della Chiesa (i penitenti che si sono macchiati di peccati gravi), a tutti i battezzati, che sono invitati a riappropriarsi del dono battesimale della fede. I padri della chiesa, a questo proposito, rileggevano il cammino di Israele nel deserto verso la terra promessa, applicandolo anche a quanti avevano già ricevuto il battesimo: al popolo di Dio, che ha già attraversato il mar Rosso (simbolo del battesimo), è dato di vivere un tempo di prova, nel deserto della fatica e della privazione, per giungere alla terra promessa, simboleggiata dal giardino della Risurrezione.
Non a caso, il lezionario dell’anno A, che riporta l’antico ciclo delle letture quaresimali in uso alla chiesa di occidente, ci fa iniziare la Quaresima nel giardino dell’Eden (I domenica di Quaresima, 1° lettura), con la cacciata di Adamo ed Eva a seguito del peccato, per condurci, attraverso il deserto delle tentazioni (I domenica di Quaresima, Vangelo) e il monte della Trasfigurazione (II domenica di Quaresima, Vangelo), fino al giardino della Risurrezione, al sepolcro vuoto da cui è proclamato l’annuncio della Pasqua (veglia pasquale).
In questo cammino, spiccano – come oasi nel deserto – i grandi racconti tratti dal Vangelo di Giovanni, che anticamente, nelle domeniche di quaresima, accompagnavano gli “eletti” (così si chiamavano i battezzandi nell’ultima tappa del cammino) nei loro “scrutinii” (verifiche e celebrazioni che precedevano la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana): dalle omelie dei padri della chiesa abbiamo notizia di una serie fissa di brani evangelici, sui quali si fondava una catechesi battesimale. Scomparsi dai giorni festivi già nei primi lezionari, poiché spostati nei giorni feriali della quaresima (probabilmente a causa del fatto che i catecumeni erano oramai solo più bambini piccoli, che avrebbero disturbato di domenica), sono stati opportunamente recuperati dalla Riforma liturgica. Sono i Vangeli della samaritana, che accoglie il dono di Dio che zampilla come acqua viva (3° domenica); del cieco nato, che proclama Cristo luce del mondo e la fede come illuminazione (4° domenica); di Lazzaro, che proclama Cristo come la Risurrezione e la Vita, che vince la morte (5° domenica). Acqua, luce, vita: i grandi simboli battesimali ispirano il ritorno a casa, e invitano a riappropriarci del Dono ricevuto. Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia domenicale, noi rinnoviamo il grande dono del battesimo. Ogni volta che celebriamo la Pasqua annuale, rinnoviamo questo dono in modo solenne. Tanto in più in quest’anno, dedicato dalla nostra comunità diocesana alla solenne professione della nostra fede.
don Paolo Tomatis