Aumentano le richieste di celebrare insieme il matrimonio dei genitori unito al rito del battesimo dei propri figli: due sacramenti in uno! La richiesta ha alla base motivazioni molto diverse: dall’esigenza pratica di unire due feste in un solo giorno, al desiderio che nasce dopo un cammino di fede in occasione della nascita dei figli. Situazioni molto diverse tra loro che non possono, per questo, trovare risposte univoche, ma richiedono discernimento e riflessione. La Chiesa italiana ha per ora espresso orientamenti pastorali che tendono ad escludere questa possibilità. Così infatti si esprime la Commissione Episcopale per la famiglia e la vita: «L’accompagnamento di coppie di sposi può essere importante per prepararsi al battesimo, consentendo di fare esperienza della chiesa domestica che hanno formato celebrando il sacramento del matrimonio. In ogni caso, non si inserisca il battesimo dei figli nella stessa celebrazione di nozze» (Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia, n° 26).
Per ora non si conoscono altre direttive pastorali, se non un decreto della diocesi di Vercelli che esclude ogni possibilità di unione dei due sacramenti. La prassi, tuttavia, è molto variegata. Vi sono parroci che abitualmente celebrano in un’unica Eucaristia sia il battesimo che il matrimonio; altri che, pur nello stesso giorno, celebrano il rito del matrimonio nella liturgia della Parola, a cui fa seguito la celebrazione eucaristica con il sacramento del battesimo; altri ancora che invitano la coppia a compiere un cammino di fede in occasione del battesimo del proprio figlio (pastorale post‐battesimale) per giungere, in un secondo momento, alla celebrazione del matrimonio. Soluzioni molto diverse tra loro che rivelano una certa confusione e smarrimento di fronte al mutamento sociale e culturale della famiglia di oggi. Navigando nei siti web ci accorgiamo come la prassi dei “due sacramenti in uno” sia già molto diffusa: vi sono proposte di libretti preconfezionati per la celebrazione, “pacchetti offerte” per ristoranti, bomboniere, fiori e servizi fotografici, ecc. In Inghilterra, la recente decisione della chiesa anglicana di predisporre un apposito rito che prevede un’unica celebrazione per i due sacramenti ha creato un certo dibattito sull’argomento (non solo sull’opportunità, ma anche sul prezzo “lancio” di 272 sterline!).
Che fare? Rifiutare categoricamente o valutare caso per caso? Innanzitutto, occorre prendere atto della realtà: sempre più spesso nei corsi di preparazione al matrimonio giungono coppie conviventi con figli; in molti casi, la preparazione al battesimo diventa l’inizio di una cammino di fede; molte coppie unite in rito civile, dopo alcuni anni, maturano un orientamento di fede della propria vita. Sono strade che si aprono e che è bene non incontrino porte che si chiudono! Al tempo stesso, occorre preservare il rito da eventuali abusi che sminuiscono l’identità stessa dei singoli sacramenti e i necessari cammini di maturazione richiesti. Un’approvazione mirata solo ad assecondare una banale, se pur comprensibile, esigenza di risparmio (due feste in una!) non ci sembra sufficiente né accettabile. In attesa di chiarimenti e disposizioni pastorali più autorevoli, ci sembra opportuno incoraggiare un serio discernimento di ogni singolo caso, una attenta valutazione delle motivazioni personali, una possibile apertura, lì dove ritenuta opportuna, ad una celebrazione dei due sacramenti accostati, ma non uniti. In questo caso, si potrebbe optare per una celebrazione del rito del Matrimonio nella Liturgia della Parola, a cui fa seguito la celebrazione del Battesimo nella Messa; o, meglio ancora, la celebrazione del rito del Matrimonio nella liturgia della Parola, seguita dal rito del Battesimo senza la Messa; oppure, come per il rito del battesimo a tappe, rimandare i riti di accoglienza del Battesimo in una Messa domenicale con la presenza della comunità (in questo caso i due riti sacramentali possono essere celebrati secondo una delle due modalità già esposte). Insomma, siamo in un cantiere ancora aperto, sia dal punto di vista liturgico‐sacramentale che pastorale!
Per ora non si conoscono altre direttive pastorali, se non un decreto della diocesi di Vercelli che esclude ogni possibilità di unione dei due sacramenti. La prassi, tuttavia, è molto variegata. Vi sono parroci che abitualmente celebrano in un’unica Eucaristia sia il battesimo che il matrimonio; altri che, pur nello stesso giorno, celebrano il rito del matrimonio nella liturgia della Parola, a cui fa seguito la celebrazione eucaristica con il sacramento del battesimo; altri ancora che invitano la coppia a compiere un cammino di fede in occasione del battesimo del proprio figlio (pastorale post‐battesimale) per giungere, in un secondo momento, alla celebrazione del matrimonio. Soluzioni molto diverse tra loro che rivelano una certa confusione e smarrimento di fronte al mutamento sociale e culturale della famiglia di oggi. Navigando nei siti web ci accorgiamo come la prassi dei “due sacramenti in uno” sia già molto diffusa: vi sono proposte di libretti preconfezionati per la celebrazione, “pacchetti offerte” per ristoranti, bomboniere, fiori e servizi fotografici, ecc. In Inghilterra, la recente decisione della chiesa anglicana di predisporre un apposito rito che prevede un’unica celebrazione per i due sacramenti ha creato un certo dibattito sull’argomento (non solo sull’opportunità, ma anche sul prezzo “lancio” di 272 sterline!).
Che fare? Rifiutare categoricamente o valutare caso per caso? Innanzitutto, occorre prendere atto della realtà: sempre più spesso nei corsi di preparazione al matrimonio giungono coppie conviventi con figli; in molti casi, la preparazione al battesimo diventa l’inizio di una cammino di fede; molte coppie unite in rito civile, dopo alcuni anni, maturano un orientamento di fede della propria vita. Sono strade che si aprono e che è bene non incontrino porte che si chiudono! Al tempo stesso, occorre preservare il rito da eventuali abusi che sminuiscono l’identità stessa dei singoli sacramenti e i necessari cammini di maturazione richiesti. Un’approvazione mirata solo ad assecondare una banale, se pur comprensibile, esigenza di risparmio (due feste in una!) non ci sembra sufficiente né accettabile. In attesa di chiarimenti e disposizioni pastorali più autorevoli, ci sembra opportuno incoraggiare un serio discernimento di ogni singolo caso, una attenta valutazione delle motivazioni personali, una possibile apertura, lì dove ritenuta opportuna, ad una celebrazione dei due sacramenti accostati, ma non uniti. In questo caso, si potrebbe optare per una celebrazione del rito del Matrimonio nella Liturgia della Parola, a cui fa seguito la celebrazione del Battesimo nella Messa; o, meglio ancora, la celebrazione del rito del Matrimonio nella liturgia della Parola, seguita dal rito del Battesimo senza la Messa; oppure, come per il rito del battesimo a tappe, rimandare i riti di accoglienza del Battesimo in una Messa domenicale con la presenza della comunità (in questo caso i due riti sacramentali possono essere celebrati secondo una delle due modalità già esposte). Insomma, siamo in un cantiere ancora aperto, sia dal punto di vista liturgico‐sacramentale che pastorale!
Morena Baldacci
Ufficio Liturgico Diocesano di Torino
Ufficio Liturgico Diocesano di Torino